Il funerale

domenica 8 Gennaio, 2023

Levico, l’ultimo saluto (laico) all’ex sindaca maestra Loredana Fontana: «Oggi insegno grazie alla tua passione»

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Tante persone hanno raggiunto la palestra delle ex scuole per l'addio all'«unica donna sindaca nella storia di Levico». Il ricordo dell'attuale primo cittadino: «A ognuno di noi ha lasciato qualcosa»

«Chi se ne va che male fa»: come lo sa bene la comunità di Levico Terme, che lo scorso 6 gennaio ha avuto notizia della scomparsa di Loredana Fontana, sindaca di Levico Terme dal 1995 al 2000, nonché insegnante scolastica di un’intera generazione e forse più.
Una generazione che non l’ha dimenticata, e che ci teneva a portarle un ultimo saluto. Durante la cerimonia funebre svoltasi oggi pomeriggio in modo laico alle ex scuole in via Slucca de Matteoni, sono stati tanti infatti i suoi ex alunni che hanno voluto ricordarla anche attraverso la loro presenza. «Ho intrapreso la carriera dell’insegnamento grazie alla passione che la maestra Loredana mi ha trasmesso», ricorda con affetto Silvia, giovane professoressa.

Loredana Fontana, morta giovedì 5 gennaio all’età di 70 anni

Una vita intensa quella di Fontana, vissuta sempre con grande entusiasmo e passione. «Loredana non ha mai vissuto ciò che faceva come un obbligo, ci ha sempre messo un’infinita passione», ricorda Gianni Beretta, attuale sindaco di Levico Terme. «Ad ognuno di noi ha lasciato qualcosa. Oggi vedo qui tante persone che sono state sue alunne, come vedo tanti amici e compagni di vita. Voglio inoltre ricordare tutto ciò che ha lasciato alla nostra comunità da politica e da amministratrice comunale». Spazio, poi, a qualche ricordo personale: «Con lei era piacevole parlare anche quando la si pensava diversamente. Era una donna di grandissima cultura. Purtroppo ogni tanto dobbiamo arrivare a questo momento per capire l’importanza e la grandezza di una persona. Grazie Loredana per ciò che ci hai lasciato e per l’esempio che ci hai dato in vita», ha concluso il primo cittadino.
Durante la cerimonia sono stati in tanti a voler esprimere un proprio ricordo. «Ho incontrato Loredana per la prima volta molti anni fa, il 19 agosto 2008 alle 9.00, proprio qui vicino nelle vecchie scuole. Da quel giorno è cominciato il nostro viaggio», ricorda con emozione Daniela Fruet, dirigente scolastica. «Se torniamo indietro con la memoria fino al nostro primo giorno di scuola, riusciamo a provare un’infinita tenerezza verso noi stessi, belli pettinati sulla soglia, intenti a scoprire la moltitudine di sentimenti che si possono provare tutti in una volta sola: la curiosità di conoscere i nostri compagni, la maestra, la libertà di qualche ora dall’occhio vigile dei nostri genitori, il timore del giudizio degli altri, la speranza di trovare un amico, magari per tutta la vita. È il fremito che comporta il trovarsi là fuori da soli nel mondo per la primissima volta. E che continuerà a ripetersi per altre imprevedibili e inesauribili prime volte: da un’aula di scuola elementare di provincia, al corridoio di una grande università, all’ufficio dove finalmente lavoriamo dopo tanti colloqui. Eri tu Loredana la maestra che ci vedeva bambini quel primo giorno a scuola».
Un ricordo emozionato è giunto anche da Franco Frisanco, assessore all’ambiente e alle foreste nella giunta Fontana: «Loredana si è sempre impegnata in politica, ovviamente sempre a sinistra. Fin da giovanissima alle manifestazioni, poi in consiglio comunale, sia in giunta che in opposizione. Sempre forte e combattiva, lei che era così piccola e minuta. Capace di avere rapporti anche duri, ma sempre nel rispetto degli altri. Nel 1995 l’elezione a sindaco: l’unica donna sindaca nella storia di Levico, a testimonianza di una voglia di cambiamento nella comunità. La si poteva trovare disponibile in qualsiasi momento, per qualsiasi ragione. La sua scomparsa ha lasciato un grande vuoto, sia nella comunità di Levico che in tutti coloro che l’hanno conosciuta».
Il saluto finale, seguito da un lunghissimo applauso, è giunto con la lettura di un piccolo pezzo di una canzone di Guccini: «Voglio però ricordarti com’eri, pensare che ancora vivi; voglio pensare che ancora mi ascolti, che come allora sorridi».