Grandi Carnivori

martedì 2 Settembre, 2025

L’orso compare in Alto Adige: in agosto due segnalazioni, una al confine con la Svizzera e ora un video lo riprende in strada

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Un filmato ha catturato l'esemplare su una strada asfaltata a Castelbello

Spuntano gli orsi in Alto Adige: sono tre le segnalazioni arrivate nelle ultime settimane: la prima risale al 18 agosto ed è avvenuta nel territorio comunale di Appiano, ma vicinissimo al confine con la val di Non trentina, nelle vicinanze di passo della Mendola. La seconda è molto più «anomala» perché lontana dall’aerale interessato dal progetto di ripopolamento nel Trentino occidentale: questa volta siamo nel comune di Stelvio, poco lontano dal centro abitato di Trafoi, in val Venosta, a pochi chilometri dal confine con la Svizzera. Risale a un paio di giorni dopo, il 20 agosto. Entrambe le segnalazioni, arrivate al corpo forestale, sono corredate di prove. La prima arriva una fototrappola, posizionata non a caso sul confine, la seconda una foto scattata da una persona sul posto.

 

Ma è la terza ad aver acceso il dibattito. Si tratta di un video, che ha cominciato a circolare nei social nella giornata di oggi, martedì 2 settembre, e girato da un residente nel comune di Castelbello – Ciardes, Martin Gurschler: l’esemplare, presumibilmente lo stesso individuato sullo Stelvio, si trovava su una strada secondaria, Gurschler si è detto preoccupato perché è lo stesso tratto che, da qui a qualche giorno, a partire dal 10 settembre, percorrerà sua figlia di dieci anni per prendere il pullman che la porterà a scuola

 

Il caso ha rinfocolato la polemica politica. Il primo a intervenire è Alessandro Urzì, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia. «Con la comparsa degli orsi anche in provincia di Bolzano e l’avvistamento di un esemplare a ridosso dei centri abitati in Val Venosta irrompe anche a nord del Trentino occidentale (dove la presenza dei plantigradi è fortemente consolidata) il tema del contenimento di questi esemplari in un numero sostenibile non solo dall’ecosistema ma anche dai livelli di antropizzazione del territorio – afferma Urzì -. La riforma dello Statuto di autonomia in via di approvazione in Parlamento concederà margini di intervento maggiori sul fronte degli interventi di pubblica sicurezza pubblica in capo alle Province autonome di Trento e Bolzano ma le popolazioni alpine hanno la consapevolezza che questo non sarà sufficiente se non si interverrà a livello europeo sui livelli di tutela degli orsi selvatici che ad oggi impediscono ogni contingentamento. I territori di montagna in Trentino Alto Adige sono come li conosciamo, ossia attrattivi per il turismo, sede di imprese economiche che sostengono l’ambiente come la pastorizia e l’allevamento solo perché gli uomini hanno potuto utilizzare in modo sostenibile il territorio evitandone l’abbandono e curandolo. I grandi predatori ( stanno mettendo in discussione tutto questo equilibrio. Sinora l’Alto Adige ne era rimasto immune. Oggi non può più dirsi tale. Il dibattito dovrà essere franco e oggettivo, senza condizionamenti di un ambientalismo da salotto cittadino che deve calarsi invece nella vita quotidiana delle genti di montagna per capirla e difenderla».