Amministrazione
venerdì 28 Ottobre, 2022
di Maddalena Di Tolla Deflorian
È stato un consiglio comunale veloce, in linea con i temi del momento, quello di mercoledì sera, a Pergine. Bilancio 2023 con relative preoccupazioni per le risorse pubbliche, reddito di cittadinanza, reti idriche che perdono, colonnine di ricarica per auto elettriche, pensando alla transizione ecologica: ecco i temi principali.
La lista Coesione oltre l’ordinario aveva chiesto alla giunta anticipazioni sul bilancio 2023, con il preoccupante esempio di Trento, costretta a tagliare la spesa a fronte di un disavanzo milionario. La risposta della vicesindaca, assessora alle attività economiche, Daniela Casagrande, non indica scelte. «Dobbiamo depositare il documento di bilancio 2023 entro il 15 dicembre, il preventivo è preceduto dalla variante 2022, che è in fase di definizione e arriverà in consiglio entro il 30 novembre e definirà in parte le necessità 2023. Le prospettive per la parte capitale sono relativamente semplici, mentre per la parte corrente serve la variazione 2022, e serve anche sapere quali eventuali interventi statali e provinciali ci saranno, che potrebbero essere ad esempio il blocco delle imposte e magari trasferimenti da parte della provincia o modifiche, di cui si sente vociferare, come le rette degli asili nido ma se ne parlerà al CAL». Niente panico, sembra dire, insomma, la vicesindaca.
La rete idrica da ristrutturare e gli interventi di rigenerazione urbana (nuovi arredi e viabilità) erano invece al centro dell’interrogazione presentata dal Gruppo consiliare Fare comunità. Ci sono 5 milioni di euro grazie al bando nazionale Rigenerazione urbana e al PNRR. La consigliera Carla Zanella ha sollecitato la giunta a dare priorità alle riparazioni della rete idrica, perdite che secondo fonti tecniche dell’amministrazione registrano picchi fino al 50%. L’assessore con delega ai progetti speciali, Carlo Pintarelli, ha garantito: «Le conferenze dei servizi già svolte e a venire garantiranno che i progettisti, in dialogo con i tecnici di AmAmbiente, Novareti, TIM, inseriscano tutti i lavori necessari ai servizi sottostanti, mentre si migliora pavimentazione e arredo urbano».
Altro tema attuale, le colonnine di ricarica per le auto elettriche, che a Pergine non esistono al momento, essendo stata smontata per manutenzione l’unica esistente in Piazza Gavazzi. L’interrogazione dei gruppi del PD e dei Verdi chiedeva se e quando torneranno, quante saranno e proponeva di mettere a pagamento, a questo punto, le ricariche, in una prima fase gratuite. L’assessore alle energie rinnovabili Franco Demozzi ha risposto che a settembre la giunta comunale aveva stabilito di installarne venti su tutto il territorio comunale, frazioni più popolose comprese. Si spera che entro l’estate 2023 il piano-colonnine sia attuato. Le ricariche saranno a pagamento, secondo le tariffe degli utenti per le loro forniture domestiche, app intelligenti permettendo.
Si è parlato poi di reddito di cittadinanza (percepito a Pergine da 154 nuclei familiari, dei quali 105 persone sono soggette a condizionalità) e di PUC (Progetti utili di comunità), che dovrebbero, per legge, impiegare fino a un terzo dei percipienti del Rdc residenti nel comune. Sarebbero i comuni (secondo la norma) i responsabili di questa valorizzazione delle competenze dei percettori del reddito, discusso in campagna elettorale e destinato a un forte rimaneggiamento nazionale. Nella risposta all’interrogazione in merito del gruppo di Fare Comunità, l’assessora alle politiche sociali Elisa Bortolamedi ha spiegato che al momento se ne occupa la Comunità di Valle e che la Provincia deve chiarire chi pagherà alcune spese importanti: assicurazioni (INAIL, per danni contro terzi), costi di formazione, sicurezza, formazione, attrezzature. «Appena avremo chiarezza, avendo già individuato alcuni ambiti progettuali, partiremo» ha concluso l’assessora. Che ha anche annunciato che un primo progetto sperimentale di PUC, che impiegherà persone percipienti il reddito di cittadinanza, partirà a breve a Baselga di Pinè. La stima delle ore che sarebbero virtualmente sfruttabili è interessante: la legge prevede un impegno di almeno 8 ore in settimana, aumentabili fino a 16, per ogni beneficiario del Rdc. A Pergine, dunque, sarebbero almeno 840 ore a settimana quelle da usare per servizi nel sociale, nel settore dei beni pubblici, dell’arte, della cultura, del verde pubblico e simili.
Il consiglio ha quindi approvato alcune nomine nei comitati di gestione delle Scuole d’infanzia, e due documenti: modifiche alla convenzione per l’esercizio associato della governance di AmAmbiente S.p.A. (necessarie anche a seguito del successo della fusione, che sta attirando adesioni di vari comuni) nonché una variazione al PRG con la trasformazione di dieci particelle in superfici inedificabili, in base alla legge urbanistica provinciale. Sono particelle a Castagnè, Madrano, Nogarè, Pergine, Susà. Si è tornati così a parlare dell’area di via Celva, dove esisteva una previsione (non attuata) di costruire case popolari: il sindaco Roberto Oss Emer ha chiosato “quando metteremo mano al PRG, ripianificheremo anche quest’area”. Intanto, proprio nell’attesa della ripianificazione complessiva, è arrivato il no alla trasformazione della relativa particella in non-edificabile.