domenica 6 Luglio, 2025

Lavoratori stranieri, mancano alloggi. E la Provincia studia soluzioni: villaggi provvisori e case mobili in città

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Ora che il boom degli affitti brevi ha limitato l’offerta di alloggi residenziali, la mancanza di un posto dove dormire scoraggia molti dal venire in Trentino

«Nella mia azienda agricola ne sto aspettando quattro. Chissà se arriveranno». Lo dice un po’ preoccupato il presidente di Cia-Confagricoltori del Trentino Paolo Calovi a proposito dei lavoratori stagionali provenienti dall’estero. Il problema più importante, sottolinea Calovi, è quello dell’alloggio che non si trova. Per ospitare le decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici stagionali dell’agricoltura e del turismo che stanno arrivando in Trentino ci sono da sempre le soluzioni più varie – spesso precarie – affidate alle imprese e al mercato immobiliare locale. Ma ora che il boom degli affitti brevi ha limitato l’offerta di alloggi residenziali, soprattutto di appartamenti e sistemazioni a buon mercato mentre invece gli affitti crescono a livelli insostenibili, la mancanza di un posto dove dormire scoraggia molti dal venire qui. Così sono state messe sul piatto del tavolo di lavoro con la Provincia nuove proposte: nuove foresterie in base alla norma Gottardi sul recupero degli alberghi dismessi – e ora in base alla nuova legge Salvacasa – ma anche piccoli villaggi temporanei come quelli per i cantieri edili e case mobili vicino ai paesi e, soprattutto, ai centri maggiori come Trento e Rovereto.
«Gli stranieri che arrivano qui in base al decreto flussi – spiega Calovi – devono alloggiare in abitazioni che abbiano la certificazione di abitabilità dopo il 2008. Molte delle case che troviamo per alloggiarli non hanno questa certificazione, vanno bene per i lavoratori comunitari ma non per gli extracomunitari». Le soluzioni utilizzate finora sono oggi meno praticabili. «Perciò abbiamo chiesto insieme alle altre organizzazioni agricole di prevedere nei piani urbanistici dei Comuni la possibilità di villaggi provvisori e anche di collocare case mobili con tutti i comfort. La necessità maggiore è vicino alle città come Trento e Rovereto».
«Sulla questione dell’alloggio c’è un tavolo di lavoro con la Provincia e con l’assessora all’Agricoltura – conferma il presidente di Confagricoltura del Trentino Diego Coller – Tra le iniziative ci sono le ristrutturazioni per realizzare nuove foresterie (come previsto anche dalla legge Salvacasa appena approvata in Consiglio provinciale ndr), le agevolazioni dei Comuni per utilizzare locali interni alle abitazioni, piccoli villaggi provvisori come quelli dei cantieri edili».
Dai lavoratori stagionali arrivano crescenti segnalazioni delle difficoltà a trovare alloggio. «Abbiamo tante mail di lavoratori venuti in Trentino dalla Sardegna e da altre regioni che ci dicono che non hanno più la camera, ma anche che hanno problemi di retribuzione» racconta il segretario della Filcams Cgil del Trentino Luigi Bozzato. «In alcune zone l’alloggio non lo trovi proprio, vediamo se parte questo progetto di realizzare foresterie negli alberghi dismessi». Lo scorso maggio Bozzato, il segretario della Fisascat Cisl Fabio Bertolissi e il segretario della Uiltucs Uil Stefano Picchetti, nel comunicare la disdetta del contratto provinciale, affermavano: «Le imprese chiedono personale, ma non offrono condizioni dignitose. Non sono pochi i casi di turni spezzati, rapporti stagionali non rinnovati, mancanza di alloggi decenti, compensi che non coprono il costo della vita. Si tratta di migliaia di persone che, spesso provenienti da fuori regione o da altri Paesi, reggono un’intera economia, ma non riescono a costruirsi una vita».