Il progetto

sabato 2 Marzo, 2024

Lavis, cercasi gestore per la piscina rinnovata. La struttura riaprirà il primo giugno

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La durata dell’affidamento è prevista in 5 anni con decorrenza dall’1 giugno 2024 fino al 31 maggio 2029

Da quest’estate ci si potrà immergere nelle acque della nuova piscina comunale esterna di Lavis, dotata di vasca da 25 metri per 12,5 metri, un locale bar annesso, solarium e spogliatoi e completa dell’arredamento e dell’attrezzatura essenziale per lo svolgimento dell’attività. La tanto attesa riapertura è fissata per l’1 giugno.
E ora che i lavori di ristrutturazione sono in fase di ultimazione — siamo in fase di posa piastrelle e serramenti e di cappotto esterno — l’amministrazione pubblica è alla ricerca di un’associazione sportiva attiva nel settore della promozione del nuoto cui affidare la gestione della piscina. Le Asd possono presentare la propria candidatura alla gestione entro le ore 12 del 5 aprile.

La durata dell’affidamento è prevista in 5 anni con decorrenza dall’1 giugno 2024 fino al 31 maggio 2029. La convenzione viene automaticamente aumentata a 10 (formula 5 + 5), quindi prorogata fino al 31 maggio 2034, nel caso in cui il gestore sia disponibile ad investire capitali propri, per un valore di almeno 20 mila euro, in integrazioni destinate al miglioramento del servizio reso e della sua gestione entro i primi 5 anni di affidamento.
Si tratta di una riapertura a lungo attesa. La struttura, realizzata negli anni Settanta e situata tra via De Gasperi e via della Roggia, è chiusa dal 2017 a causa dello stato di degrado avanzato nonché dei costi di gestione che avevano reso l’attività insostenibile sia dal punto di vista economico sia della sicurezza. Il primo progetto risale all’aprile del 2018, mentre quello definitivo è del 29 marzo 2021, poi riapprovato il 20 dicembre 2021 con la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera. A rallentare i lavori c’è stato il rifacimento del muro di confine con l’oratorio e l’imprevisto ritrovamento, nel 2023, di due cisterne di carburante interrate di cui non si era a conoscenza e che hanno richiesto di intervenire con la messa in sicurezza, la bonifica e la successiva rimozione (nonché smaltimento) del rifiuto pericoloso.