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sabato 20 Aprile, 2024

L’addio senza rimpianti di Stefano Zecchi al Muse: «Per due volte sono stato a un passo dal licenziarmi»

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Il filosofo: «Le dimissioni sono rientrate solo grazie all'interesse del direttore Lanzinger. Non avrei accettato un nuovo mandato»

La  giunta ha deciso sull’avvicendamento alla presidenza del Muse. Lascia il filosofo Stefano Zecchi ed entra Stefano Bruno Galli, ex assessore leghista alla Cultura e all’Autonomia della Regione Lombardia. Zecchi, in una lettera, ringrazia, dice che più volte aveva pensato di andarsene e saluta la struttura. Sul cambio al vertice interviene anche il Pd, che con la consigliera Lucia Maestri sottolinea «la caduta in basso rispetto all’ipotesi di avere Alberto Angela presidente», additando la scelta di Galli come «lottizzazione leghista».

«Per due volte volevo lasciare»
«Come doveroso — scrive Zecchi dopo che il T ha dato la notizia del nuovo presidente — ho atteso che l’Amministrazione Provinciale informasse sulla nuova nomina. Nel frattempo, ho letto molte considerazioni sul mio nome». Ad esempio, quelle rispetto alla mancata riconferma a causa di un mandato che non ha entusiasmato la giunta, sui numeri delle mostre soprattutto. «Nel corso della mia presidenza — svela però Zecchi — avevo rassegnato due volte le dimissioni, rientrate grazie all’intelligente sensibilità del direttore Michele Lanzinger, e all’aiuto dell’eccellente professionalità amministrativa del dottor Massimo Eder». E senza polemica, ma per chiarezza, aggiunge questo: «Sono arrivato al termine del mandato e non avrei accolto un rinnovo della presidenza. Con questa decisione, negli ultimi mesi ho accettato due prestigiosi incarichi: la delega alla cultura nel Comune di Venezia e la nomina alla Triennale di Milano».

Rinascita del palazzo Albere
Il filosofo ringrazia la struttura, e difende l’operato della sua presidenza: «Insieme ai miei collaboratori ho svolto un lavoro di grande interesse, portando i linguaggi della cultura umanistica a interagire con quelli delle scienze. Il Palazzo delle Albere è diventato un laboratorio di alto livello per questa fondamentale relazione. Le mostre apprezzate al Festival di Venezia, presenti nelle più importanti riviste internazionali, riprese dalla televisione franco-tedesca Arté e da quella belga. Mostre che hanno aperto la strada per una nuova, feconda ricerca culturale». E conclude: «Desidero ringraziare di cuore chi nel Muse mi ha voluto bene e aiutato. Di loro avrò un bellissimo ricordo e molta gratitudine».

Il Pd contro Galli «ricollocato»
Sul nuovo presidente, Stefano Bruno Galli, il Pd attacca la giunta. Interviene la consigliera provinciale Lucia Maestri: «Siamo di fronte a una scelta politica al ribasso. Non conosco questo ex assessore, ma sembra proprio che la sua scelta sia l’ennesima sistemazione di una persona che non ce l’ha fatta da un’altra parte». La consigliera allude al fatto che Galli non sia stato eletto alle ultime elezioni in Lombardia, dopo i cinque anni da assessore alla Cultura. «Sembrava dovesse diventare presidente del Muse Alberto Angela, sarebbe stato un ottimo profilo. Abbiamo questo esponente della Lega, una nomina al ribasso. Una Provincia che diventa ufficio di collocamento sulla base della lottizzazione politica».