L'iniziativa

lunedì 29 Settembre, 2025

La scuola Penny Wirton in piazza per le lezioni di italiano. «Sono 500 gli stranieri che si affidano a noi»

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Santa Maria Maggiore scelta per la settimana dell'accoglienza: «Grazie a 30 volontari, 6500 ore di lezione ogni anno»

«La nostra scuola è un luogo di incontro che favorisce l’integrazione sociale delle persone straniere». Così il coordinatore Luca Bronzini descrive la scuola Penny Wirton di Trento, che nel pomeriggio di oggi, lunedìn 29 settembre,  ha organizzato una delle sue lezioni di italiano in piazza Santa Maria Maggiore, a Trento, nell’ambito della «Settimana dell’accoglienza» promossa dal Cnca (Coordinamento nazionale comunità accoglienti).

Un simbolo di apertura e condivisione, non solo per offrire una modalità di apprendimento più piacevole, ma anche per avvicinare la comunità locale agli studenti, favorendo l’integrazione reciproca. La scuola Penny Wirton si occupa da anni della promozione di corsi di italiano per stranieri, che non hanno le basi della lingua e si affidano alla scuola per imparare l’italiano. Quella di Trento è una delle 60 scuole in tutta Italia, ed è attiva dal 2018. Ogni anno sono offerte 6.500 ore di lezione, con oltre 30 volontari e volontarie, e più di 500 studenti, di ben 42 nazionalità differenti.

Ieri sono stati allestiti due gazebo e una decina di tavoli di fronte alla chiesa di Santa Maria Maggiore: qui i ragazzi e le ragazze provenienti da tutto il mondo (Nord-Africa e Medio Oriente per la maggior parte) hanno svolto le lezioni di italiano, assieme ai loro insegnanti. Ognuno di loro ha lavorato assieme a un docente in un percorso di apprendimento grammaticale e lessicale personalizzato, con esercizi scritti e orali, basilari o più complessi.

«L’idea di fondo è quella dell’apprendimento della lingua da parte di persone che non trovano molta risposta dalle istituzioni — spiega Bronzini, coordinatore di Penny Wirton — Le richieste sono aumentate negli ultimi anni. Gli alunni della Penny Wirton vogliono un futuro, e da noi ricevono l’insegnamento della lingua, che li aiuta nell’integrazione sociale. Questo dà un forte significato alla loro presenza, contrariamente alla narrazione comune che li dipinge come malfattori e delinquenti».

La scuola organizza lezioni singole oppure in piccoli gruppi, facilitando così l’apprendimento della lingua.
«Dove ci sono steccati chiusi noi cerchiamo di romperli — aggiunge Emanuela Artini, responsabile didattica e insegnante volontaria di Penny Wirton — Per noi non esiste lo scarto, non esiste nessuno che vada rifiutato, loro arrivano e noi li accogliamo. Se una persona non sa parlare non si integra — conclude — e non trova lavoro, non sa dire nulla di se stesso. Noi abbiamo visto che con le parole si riesce ad essere più autonomi».