Il commento
martedì 22 Luglio, 2025
La relazione sul Prati, la riservatezza e il compito della stampa
di Simone Casalini
Raccontare la scuola significa raccontare una soglia determinante della società di oggi e di domani

Il compito di un quotidiano, e più in generale dei mezzi di informazione, è quello di offrire all’opinione pubblica la conoscenza e la rappresentazione dei fatti e degli eventi. Possibilmente rendendo visibile quello che non lo è, aprendo fronti di discussione dove giace il silenzio. L’attività d’inchiesta dei giornali non ha il compito di generare consenso e infatti può dispiacere, soprattutto quando si spera che una notizia rimanga sepolta in un archivio o nel segreto di pochi.
Sembra essere questo il caso dell’ispezione richiesta dalla Provincia al liceo classico Prati di Trento e all’esito di questa che «il T Quotidiano» ha pubblicato in esclusiva. Il consigliere provinciale Filippo Degasperi, compiendo il suo lavoro, ha presentato un’interrogazione per mettere in difficoltà l’assessora Gerosa e la sua struttura. In buona sostanza il Dipartimento Istruzione, e la sua dirigente Mussino, avrebbero posto il vincolo della segretezza sulla relazione finale dell’ispezione e questo, sostiene Degasperi, sarebbe stato violato dalla pubblicazione sul «T Quotidiano». Fin qui la battaglia politica.
Un’altra testata locale, l’Adige, rimasta orfana della notizia, ha provato a cavalcare l’interrogazione del consigliere provinciale di Onda sostenendo che il T «incurante della segretezza del contenuto di verifica della Provincia, ha pubblicato stralci del risultato dell’ispezione e delle criticità emerse nella scuola». Un tempo difficilmente la frustrazione per una notizia mancata avrebbe generato una simile affermazione che è la negazione del compito primario dell’informazione. Informare, appunto.
La Costituzione, all’articolo 21, afferma che «la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure». E quindi «il T» avrebbe dovuto osservare un vincolo di segretezza che riguardava le strutture provinciali? Avrebbe dovuto farsi autorizzare? Singolare concezione del giornalismo che lo collocherebbe in una posizione subalterna alla politica. La storia della stampa offre buoni e cattivi esempi.
Piccola postilla: la scuola è una delle incubatrici primarie della società. Un’affermazione che difficilmente può essere falsificata perché nei suoi spazi transitano la conoscenza, l’educazione e la relazione che sono fondanti di ogni organizzazione sociale. La scuola è anche l’unico spazio fisico – forse insieme all’ospedale – in cui interagiscono più generazioni (docenti, alunni, genitori, nonni, babysitter).
È normale, quindi, che un quotidiano si occupi di ogni suo aspetto perché raccontare la scuola significa raccontare una soglia determinante della società di oggi e di domani. Dalla sua nascita «il T» ha investito nella scuola, in termini di informazione e progettualità (l’alternanza scuola-lavoro del «T in classe», il progetto «Informarsi per partecipare» con le Casse Rurali», il Tour dell’Autonomia, la sezione «La Giostra»). E continuerà a farlo. Garantendo sempre, come accaduto nel dibattito del liceo Prati, la trasparenza e il pluralismo delle posizioni, e rimanendo sempre lontani dall’idea di essere dei giudici.
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