La protesta
giovedì 31 Ottobre, 2024
La lunga marcia fino a Venezia contro la diga del Vanoi: «Opera inutile e dannosa»
di Patrizia Rapposelli
Gli attivisti sono partiti ieri da Vanoi con l'obiettivo di consegnare alla Regione Veneto 11mila firma contro la contestata opera

«Per un solo grande no al progetto di una diga sul torrente Vanoi». Con questo messaggio, dal Vanoi, è partita ufficialmente la grande marcia su Venezia che porterà in Regione Veneto 11mila firme contro la diga del Vanoi.
Quella Vanoi- Lamon è stata la prima tappa di otto dell’iniziativa «In cammino per l’acqua», promossa dal Comitato per la difesa del torrente Vanoi e sostenuta dall’associazione EQuiStiamo di Vicenza per contrastare la realizzazione della diga che dovrebbe sbarrare il corso d’acqua. L’opera è promossa dal Consorzio di Bonifica Brenta, che prevede di creare uno sbarramento sul torrente Vanoi, in val Cortella, per realizzare un bacino artificiale da 33 milioni di metri cubi tra Veneto e Trentino allo scopo di irrigare la pianura veneta.
Il Comitato incalza contro il progetto
Ieri, alle 8 del mattino puntuale, all’imbocco della strada della Cortella si sono presentati oltre una quarantina di attivisti e cittadini, zaino in spalla, per vivere un’esperienza indimenticabile di emozione e condivisione. Forti di spirito di avventura. A dominare il colpo d’occhio sono stati gli zaini con attaccato un panno con la scritta «Comitato difesa torrente Vanoi». Di fatti a guidare la sfilata c’era l’attivista Angelo Orsingher, ex sindaco di Canal San Bovo.
«Non intendiamo solo dire no al progetto di una diga sul torrente Vanoi in Trentino», ha spiegato Orsingher «ma vogliamo rilanciare alternative sostenibili come lo sghiaiamento dei bacini esistenti, la ricarica delle falde, lo stop del consumo di suolo, la conversione dell’agricoltura intensiva verso l’agroecologia».
Roberto Rozza del Comitato ha evidenziato gli aspetti critici del progetto. «Oltre alla pericolosità geologica e al possibile rischio di una seconda Vajont, sottolineiamo come la diga porterebbe alla scomparsa di uno degli ultimi corsi d’acqua ancora naturali dell’arco alpino. Azione in contraddizione con il regolamento europeo Nature Restoration Law – ha detto Rozza-. Pensiamo agli effetti sul microclima locale, alla mancata garanzia di un deflusso ecologico del Vanoi con relativa alterazione dell’ecosistema, al peggioramento dei biotopi, agli effetti sul paesaggio e l’identità territoriale».
Il percorso
Quella di ieri è stata una tappa impegnativa di 16 chilometri, quasi esclusivamente su sentiero di montagna. Da Pian De Mottes (punto dove è prevista la costruzione della diga) a Lamon. La comunità itinerante ha percorso per un paio di chilometri la vecchia strada della Cortella fino al raggiungimento del ponte tibetano sospeso sopra il torrente Vanoi, hanno poi raggiunto la frazione dei Bellotti per poi proseguire verso Busini e raggiungere Lamon.
Voci della marcia
«Violenza è imporre decisioni. La politica non ha tenuto conto della voce popolare», il vociare generale. Passo dopo passo, è emersa la dignità e l’orgoglio delle comunità alpine, ma anche lo spirito di solidarietà. «Salvaguardare l’ambiente è un dovere categorico– ha detto Loris di Fonzaso-. Ricordiamo il crollo di due bacini di decantazione della miniera di Prestavel nel 1985 ha cancellato l’abitato di Stava». Due signore di Feltre e Primiero, Carla e Tazia ripetevano: «Questa marcia serve per smuovere le coscienze». In sfilata c’era anche Giancarlo Orsingher, di Rete Riserve Fiume Brenta, in segno di vicinanza al Comitato. «Appoggio fermamente la causa».
Il regista Marco Pavan
Tra i camminatori c’era anche il regista trevigiano Marco Pavan con l’intento di realizzare un documentario che racconti la mobilitazione contro la diga, le alternative possibili e la nuova alleanza tra pianura e montagna. «Un occhio in più per il territorio dobbiamo averlo. Necessario sensibilizzare la gente e la politica», il monito di Pavan. Tra l’altro, ieri sulla piattaforma online www.ideaginger.it è partita una campagna di crowdfunding per raccogliere i fondi necessari a produrre il docufilm.
Rimangono sette giorni di viaggio
Ai camminatori attendono ancora sette giorni di viaggio a piedi: quasi 200 chilometri scendendo verso la pianura e la laguna cammineranno tra sentieri, ponti, torrenti, laghetti e rogge, canali, ville, fino a Palazzo Balbi, sede della giunta regionale.
Una volta a Venezia le firme, raccolte dal Comitato tra Trentino e Veneto, saranno consegnate direttamente al presidente della Regione Luca Zaia. Sono già più di 80 i partecipanti, suddivisi tra le varie tappe.
La marcia continua
Oggi la carovana percorrerà 22 chilometri tendenzialmente in discesa. Da Lamon raggiungerà Fonzaso, Frassenè, Agana per giungere al lago del Corlo. Proseguirà per Incino e arriverà a Cismon. Il primo novembre è prevista la tappa a Cismon, nei giorni a seguire a Bassano del Grappa, Piazzola sul Brenta, Padova e Dolo. Il 6 novembre è previsto l’arrivo a Venezia.
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