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mercoledì 9 Novembre, 2022

La crisi del tifo, crollano gli abbonamenti del 30%

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Ingressi stagionali in calo al palazzetto per Trentino Volley e Aquila Basket. Pandemia e crisi incidono Va meglio al Calcio Trento che, però, partiva da una base molto esigua

Trentino Volley, Aquila Basket e Calcio Trento. Sono le tre realtà sportive di riferimento della nostra provincia, le prime due militano in serie A e partecipano a competizioni di respiro europeo (addirittura mondiale nel caso della pallavolo), la terza ha fatto ritorno tra i professionisti la scorsa stagione dopo 20 anni di assenza. Messi alle spalle due campionati caratterizzati dalla pandemia di Covid le rispettive campagne abbonamenti hanno finalmente potuto riprendere senza restrizioni. Andiamo a vedere con quali numeri hanno chiuso le realtà in questione.
Trentino Volley «Abbiamo staccato 1700 tessere, circa il 20 – 25 percento in meno rispetto al 2019 – 2020 – esordisce Bruno Da Re, presidente della società di via Trener -. Il dato risente di quello che è accaduto a livello mondiale e direi che è in linea con i numeri che hanno registrato gli altri club italiani. Sono comunque moderatamente soddisfatto, avrei firmato a giugno per raggiungere questo risultato». Il numero uno della Trentino Volley continua: «Pesa anche la congiuntura economica tutt’altro che felice. Ovviamente le priorità per le famiglie sono altre, da parte nostra non abbiamo aumentato neppure di un centesimo i prezzi rispetto a tre anni fa, anzi su determinate formule (quelle full ndr) le tariffe sono calate». Da Re va nei dettagli: «Sul nostro budget gli abbonamenti incidono il 5 – 6 percento, non di più. Con le singole entrate arriviamo invece al 15 percento, pensate che siamo passati dai 6 – 700 mila euro dell’ultima stagione pre Covid ai 27 mila del 2021 – 2022. Nelle prime giornate di questo campionato abbiamo invece registrato un numero di ingressi che ci porta ad essere ottimisti». Un altro tema delicato riguarda invece le sponsorizzazioni: «Le aziende che si trovano ad affrontare l’aumento del costo dell’energia e delle materie prime fanno più fatica a confermare il loro supporto, logico che stiano più attenti alle uscite» conclude il presidente.
Aquila Basket Il trend è simile in via Adalberto Libera. «Siamo passati dai 2200 abbonamenti dell’ultimo anno pre Covid agli attuali 1531 – sottolinea Andrea Nardelli, general manager dei bianconeri -. Voglio essere chiaro: sicuramente ha inciso il fatto che i tifosi si siano in parte disabituati a venire al palazzetto ma i risultati ottenuti sul parquet non hanno di certo aiutato. Avevamo messo in preventivo di poter assistere ad una diminuzione, ma sono comunque soddisfatto. Si tratta di un numero importante e cercheremo di migliorarlo». Il gm continua nella sua analisi: «Noi possiamo contare su uno zoccolo duro di super appassionati di basket però il vero salto di qualità lo faremo quando riusciremo ad offrire al pubblico uno spettacolo che cominci prima e finisca dopo la partita. Un pacchetto che possa intercettare i gusti di tutti, dai più grandi ai più piccoli. Ci stiamo già lavorando e l’intenzione è di continuare ad investire in questo senso, senza dimenticare la nostra continua presenza nelle scuole». Cosi come accaduto in casa volley neppure l’Aquila ha messo mano alle tariffe: «Non era certo il momento giusto – riprende Nardelli -. Abbiamo piuttosto deciso di creare l’abbonamento under 12 mettendolo in vendita ad un prezzo inferiore rispetto al passato. Quello che introitiamo dalla vendita delle tessere incide tra il 12 e il 15 percento sul nostro budget, un dato che pesa e non poco».
Calcio Trento In via Sanseverino si è registrata una crescita importante sul fronte dei fedelissimi. Certo la base di partenza aiutava parecchio considerando che dodici mesi fa furono venduti la miseria di 80 abbonamenti. Ora gli aquilotti possono invece contare su 470 tessere alle quali vanno aggiunte 200 «aziendali», ovvero acquistate o date in omaggio alle realtà che sponsorizzano il club. «Cominciamo dicendo che siamo molto soddisfatti – sottolinea Corrado Di Taranto, direttore generale dei gialloblù -. Per onestà intellettuale dobbiamo però ricordare che dodici mesi fa le prime gare casalinghe le disputammo a Salò e la campagna abbonamenti partì di conseguenza molto tardi. Tutto ciò ha inciso in maniera determinante su un risultato non entusiasmante». Il dg è convinto che «qualcosina a basket e volley sul fronte tifosi lo stiamo rosicchiando, d’altra parte il calcio mantiene il suo appeal anche in terza serie. Credo che da parte dei calciofili trentini ci sia una gran voglia di tornare ad affermarsi dopo un lungo periodo con tante difficoltà. Non dimentichiamo che questo club è fortemente radicato nel tessuto sociale del capoluogo essendo nato più di un secolo fa». Il tasto dolente è rappresentato da quelle 200 entrate che sono nelle mani delle aziende vicine al club del presidente Mauro Giacca: «Purtroppo nella stragrande maggioranza dei casi non vengono utilizzate e questo ci dispiace davvero tanto – spiega Di Taranto -. Vorrei passasse il messaggio che non per forza dev’essere il titolare dell’impresa a venire al campo, piuttosto che lasciarle nel cassetto si possono cedere a dipendenti o a chi meglio si crede».