Economia

venerdì 16 Dicembre, 2022

In Trentino inflazione all’11,5%. Sindacati preoccupati: si aggrava la situazione per migliaia di famiglie

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Casa, energia e alimentari sono i beni che aumentano di più. Cgil Cisl Uil: serve urgentemente una vera politica dei redditi per sostenere le famiglie con retribuzioni più basse

Resta significativamente alta a novembre l’inflazione in Trentino. Nonostante un lieve ridimensionamento dell’aumento dei prezzi rispetto al mese di ottobre, a novembre l’indice per l’intera collettività segna un +11,5% di inflazione nella nostra provincia. Il dato trentino si colloca appena al di sotto della media nazionale registrata dall’Istat e pari all’11,8 per cento.
Gli incrementi più significativi riguardano i prezzi per l’abitazione e i costi energetici, che crescono su un anno del 51,2 per cento, seguiti dal comparto dei prodotti alimentari con +14 per cento.

E’ evidente che si tratta di spese difficilmente comprimibili e che giustificano l’interpretazione di quanti definiscono l’inflazione una tassa che pesa sulle tasche delle fasce sociali con i redditi più bassi – fanno notare i segretari provinciali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti –. Si tratta di beni di prima necessità su cui, ancora una volta, le famiglie possono fare ben poche economie di spesa”.
A fronte di una dinamica dei prezzi che conferma l’andamento in salita risulta i sindacati chiedo alla Giunta di definire insieme una vera politica dei redditi provinciale che provi a dare risposte strutturali ad un andamento dei prezzi che, seppure in ridimensionamento, resterà comunque molto penalizzante anche nel 2023 per la difesa del potere d’acquisto delle famiglie. “Abbiamo avanzato molte proposte – ricordano i sindacalisti – ma fino ad oggi la Giunta non ha inteso accoglierle. Crediamo che alcune di queste, come l’indicizzazione al costo della vita dell’Assegno unico provinciale, possano essere adottate facilmente già durante la discussione del bilancio provinciale di previsione