Attività al Museo
venerdì 25 Novembre, 2022
Imparare a (soprav)vivere con Ötzi
di Alessandro de Bertolini
Le iniziative del Museo Archeologico di Bolzano per i più piccoli, tra laboratori alla scoperta dei materiali con cui, nella preistoria, si realizzavano gli oggetti di uso quotidiano

Entrare in un museo per cercare di porsi nuove domande, non soltanto per trovare delle risposte: così il Museo Archeologico dell’Alto Adige – Südtiroler Archäologiemuseum interpreta la propria mission «cercando di non dimenticare mai – spiega Paola Claut, mediatrice museale – che una larga parte del nostro pubblico è fatta di giovani, bambini e studenti». Il ruolo dei mediatori del Museo di Ötzi, tra le istituzioni più visitate di tutto il Trentino Alto Adige, è proprio questo: offrire ai ragazzi un’esperienza che sappia dare loro nuovi strumenti e nuovi punti di vista. «I ragazzi e i bambini che entrano da noi – continua Paola – trovano spazi destinati a incontrare la loro innata curiosità. Il nostro museo è prima di tutto una casa accogliente dove i più piccoli trovano terreno fertile per fare esercizio di curiosità. Partendo dalle curiosità che i ragazzi portano con sé, cerchiamo di accompagnarli verso lo sviluppo di un pensiero critico e la ricerca di ipotesi e risposte proprie». Assieme alla curiosità, l’esperienza. «Crediamo sia importante – prosegue Paola – creare spazi per il bambino dove fare esperienza in modo diretto, così che possa imparare a muoversi autonomamente diventando egli stesso autore delle proprie scoperte». In questo senso, il contatto con la natura offre possibilità eccezionali. «Basiamo la nostra offerta soprattutto su attività all’interno degli spazi museali, ma offriamo anche una selezione di proposte che, partendo sempre dai reperti originali, si svolgono all’esterno. Il contatto con il mondo naturale è una parte molto stimolante del nostro lavoro». Insegnando la preistoria, i mediatori del Museo svolgono per il bambino «un ruolo di ponte tra il museo e il mondo che li circonda». Esistono tanti saperi una grande varietà di tecniche, ci spiega Paola, con cui i ragazzi hanno sempre meno contatto. «I ragazzi tendono a smarrire il rapporto con gli elementi della Natura e con i loro utilizzi. Noi cerchiamo di recuperare questa relazione facendo conoscere loro i materiali, lasciandoli sperimentare con legno, pelli, fuoco, pietra, fibre vegetali. Tutti materiali che facevano parte della quotidianità dell’uomo della preistoria». Il mondo naturale si presenta esso stesso «come un racconto» da leggere, dove «l’apprendimento diventa un percorso concreto e sperimentabile». Molte attività si muovono in questa direzione, come Archeoweek, la settimana estiva per i bambini. «Accompagnati dai nostri esperti, i ragazzi scoprono i materiali utilizzati nella preistoria e gli stili di vita dei nostri antenati. Parallelamente, ma con cadenza biennale, proponiamo il laboratorio “Ritorno alla preistoria”, un evento speciale per famiglie, un intero weekend in cui i ragazzi sperimentano sul campo le tecniche della preistoria». All’interno del Museo, anche le mostre espositive temporanee e permanenti guardano al pubblico dei più giovani. Tutti gli spazi espositivi sono progettati con attenzione speciale al pubblico dei più giovani. «Progettiamo fin da subito spazi e offerte per bambini e ragazzi, che possano interessarli e metterli a loro agio nel corso della visita, come stazioni interattive, giochi, audioguide e altro. Anche questo contribuisce a rendere il museo una casa accogliente per i bambini. È inoltre presente un modulo ampio e spazioso dove una famiglia può fermarsi con i propri figli durante la visita al museo. Gli ospiti vengono accolti dal personale, che promuove attività di intrattenimento per i bambini per giocare, riposare e approfondire i temi e gli oggetti incontrati». Per portare il museo direttamente nelle case dei visitatori, è prevista a breve la pubblicazione di workshop online per bambini, in accompagnamento di un adulto, a partire dal 2023».
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