Il protagonista
martedì 30 Maggio, 2023
Il ritorno di Carlo Budel sulla Marmolada: «A Punta Penia con undici angeli»
di Elisa Salvi
Il gestore della Capanna torna in vetta dopo la tragica estate del 2022: «Riapro il 2 giugno, ricordando chi ha perso la vita il 3 luglio scorso. Quando saliranno le temperature mi aspetto la chiusura della “normale”. Venite dalla ferrata Cresta Ovest»

È pronto a tornare ai 3343 metri di Capanna Punta Penia, in vetta alla Marmolada. E, quest’estate, intende rimanerci per quattro mesi filati, incantando i suoi 105 mila followers in Instagram con video e foto spettacolari. Carlo Budel, il 2 giugno, aprirà per la sesta estate consecutiva la capanna della Regina delle Dolomiti. E, per verificare le condizioni del rifugio, il 23 maggio è salito in vetta in elicottero assieme al titolare della struttura Aurelio Soraruf.
Carlo, che situazione avete trovato?
«La capanna era completamente sepolta dalla neve, abbiamo fatto una fatica allucinante a spalarla per aprire la porta d’ingresso. Abbiamo usato motosega e pala per quasi cinque ore: abbiamo rimosso velocemente la neve primaverile, ma sotto c’erano gli strati invernali che si erano trasformati in blocchi di ghiaccio. Nel pomeriggio ci sarebbe piaciuto scendere per la via normale, ma durante il volo d’andata abbiamo notato accumuli che potevano trasformarsi in slavine. Così siamo rientrati in elicottero».
Cosa hai provato a ritornare dopo la terribile estate del 2022?
«A me piace vivere lassù, perciò la riapertura mi dà sempre sensazioni di felicità. Poi, ovviamente, è impossibile dimenticare quanto accaduto un anno fa: è stata una tragedia difficile da accettare, là ci sono undici angeli che quest’estate mi faranno compagnia. Molti di loro li conoscevo. Avverto la loro presenza».
Hai dichiarato che torni anche per onorare la loro memoria.
«È così. Lo scorso novembre, sono stato a Vicenza all’incontro commemorativo per Nicolò Zavatta (la vittima più giovane, ndr) “Un posto in cui tornare”: c’erano i parenti delle vittime e tutti mi hanno detto di tornare su, di aprire la Capanna, come ho fatto negli ultimi anni. Questo mi ha dato tanta carica».
Sali in vetta il 30 maggio?
«Se è bello, alle 7 del mattino arriva l’elicottero, facciamo i carichi di provviste e poi io resto su. Per quattro mesi non mi vedrete più a fondovalle».
Apertura ufficiale?
«I primi giorni mi dedico a lavori e pulizie, devo anche liberare il bagno che è totalmente coperto dalla neve. L’intento è di aprire venerdì 2 giugno».
Chi vuole arrivare a Punta Penia come fa?
«Adesso tutte le vie sono percorribili, però con l’avanzare del caldo e dello scioglimento della neve, la via normale verrà chiusa. Sin d’ora, conviene salire e scendere attraverso la ferrata della Cresta Ovest che, a differenza dell’estate scorsa, è accessibile anche dal Fedaia per arrivare alla Forcella Marmolada, quindi un po’ più breve, rispetto alla partenza da Alba, passando per il Contrin. Resta un itinerario lungo, perciò consiglio di salire in vetta e dormire alla Capanna, così si ammirano tramonto e alba spettacolari».
Parti per Punta Penia ora che è uscito «5 stagioni» il terzo libro a cui hai lavorato durante l’inverno: com’è nata l’idea?
«Ci pensavo da un po’, ma la spinta è arrivata dalla nuova casa editrice (Sperling & Kupfer) con cui collaboro. Ne “La Sentinella delle Dolomiti” c’è la storia della mia vita fino all’arrivo a Punta Penia, “Le montagne che vivo” invece è un libro fotografico. In “5 stagioni” spiego com’è la vita in cima alla Marmolada, dopo averci trascorso 460 giorni circa. È un racconto di montagna, di quella che ti conquisti col sudore. Ci sono gli ultimi miei cinque anni, narrati con grande scorrevolezza grazie all’aiuto di Elisa Cozzarini che mi ha supportato nella scrittura anche delle pubblicazioni precedenti».
Narri qualcosa che i tuoi followers non sanno di te?
«Ci sono tante curiosità e aspetti della mia vita, che avevo tralasciato nel primo romanzo, e che racconto qui. Ad esempio, parlo del centro sanitario di Auronzo dove anni fa sono stato un mese, per curarmi, che di recente, purtroppo, ha chiuso».
Nel libro c’è anche un contributo di Alessandra De Camilli, sopravvissuta al crollo del ghiacciaio del 3 luglio scorso.
«Sì, lei è stata salvata dal compagno Tommaso Carollo, che invece non ce l’ha fatta, e ha voluto essere presente con la sua personale testimonianza».
Alessandra vorrebbe tornare in Marmolada?
«Mi ha confidato questo desiderio diverse volte. Lo farà, appena si sarà ripresa del tutto fisicamente».
Il libro dove si acquista?
«Anche a Capanna Punta Penia. Naturalmente, si trova online, ma in questi giorni è in distribuzione nelle librerie».
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