università

mercoledì 7 Febbraio, 2024

Il nuovo corso magistrale dell’Università di Trento in Bioingegneria industriale verrà aperto a Rovereto

di

Il corso verrà aperto provvisoriamente nella sede di Trentino Sviluppo che ospitava fino allo scorso anno il Liceo Steam, e successivamente nella sede definitiva dell’ex Merloni all’interno del Polo delle Scienze della Vita

Il nuovo corso magistrale dell’Università di Trento in Bioingegneria industriale verrà aperto a Rovereto, provvisoriamente nella sede di Trentino Sviluppo che ospitava fino allo scorso anno il Liceo Steam, e successivamente nella sede definitiva dell’ex Merloni all’interno del Polo delle Scienze della Vita. La conferma di un insediamento che veniva messo in dubbio e si temeva potesse essere dirottato a Povo o Mesiano invece che arricchire l’offerta universitaria roveretana, arriva dal rettore dell’Università di Trento Flavio Deflorian: «La scelta di Rovereto per ospitare bioingegneria industriale – spiega – è coerente con il fatto che nel nostro programma di sviluppo rappresenta il luogo dove si cercano di coniugare le proposte didattiche e di ricerca con la progressione e le attività delle imprese. All’ex Merloni nascerà il Polo delle scienze della vita in quest’ottica, come è stato già approvato dalla Provincia, che sarà dedicato prevalentemente alla ricerca e al trasferimento della conoscenza, quindi non espressamente alla didattica. Nonostante ciò, per un corso che sarà nelle intenzioni piccolo, parliamo di 25 o 30 studenti, come bioingegneria, quella è la sede ideale e quella sarà la sua destinazione finale». Al momento però all’ex Merloni non c’è nulla, mentre tutto è in movimento – manca solo l’accreditamento al Ministero, importantissimo passaggio ma conclusione di un percorso per cui non ci si attendono brutte sorprese – perché il corso possa partire già in autunno e le iscrizioni aprirsi come ogni altro corso universitario, a luglio. Quindi si stanno vagliando diverse ipotesi di localizzazione e la più accreditata è quella degli spazi lasciati liberi dal liceo Steam, trasferito in collina con l’inizio di questo anno scolastico. Bioingegneria per qualche anno avrà quindi la sede didattica a Trentino Sviluppo. «Quella di Trentino Sviluppo è l’ipotesi più verosimile – spiega Deflorian – visto che lo spazio sarebbe agibile in tempi molto brevi e vogliamo marcare il fatto importante che Rovereto è la città destinata ad ospitare e sviluppare questo corso. Peraltro essendo un’iniziativa interateneo con l’Università di Verona, la città della Quercia è particolarmente adatta ad agevolare la partecipazione di studenti e studentesse dal Veneto, pur auspicando naturalmente una partecipazione da tutta Italia». Iniziare in autunno con la magistrale in bioingegneria significa poter offrire ai primi laureati della triennale – sempre organizzata interateneo con l’Università di Verona, questa volta nella città scaligera – che raggiungeranno la laurea di primo livello quest’estate. «I laboratori in questa prima fase si svolgeranno a Trento, negli spazi di Ingegneria e Biologia. Poi invece sarà tutto riunito all’ex Merloni. Era però importante marcare questo avvio a Rovereto».
Triennale in Scienze motorie, si attende solamente l’accreditamento del Ministero
Sono nella stessa fase di sviluppo il corso magistrale di Bioingegneria industriale e la triennale di Scienze Motorie, anch’essa prevista in partenza a Rovereto per l’autunno. Entrambe attendono solo l’accreditamento ministeriale: poco più di una formalità, non tanto per l’importanza che è altissima, ma perché il percorso di confronto con il Ministero è lungo e articolato, per cui ci si attende che entrambi i corsi, che sono sviluppati con l’Università di Verona (e nel caso di Bioingegneria anche con l’Università di Modena), vengano accreditati in primavera e si possano quindi aprire le iscrizioni in estate. Nel caso di Scienze motorie si stratta di una laurea di primo livello che va a completare la magistrale insediata da tempo in Manifattura Tabacchi. Proprio qui sono previsti anche gli spazi per la triennale i cui numeri di iscrizione attesi sono più corposi rispetto a Bioingegneria, si parla di circa il triplo degli studenti, quindi un centinaio massimo. «Nei primi anni di una nuova proposta didattica bisogna anche tenere conto che va comunicata e spiegata – spiega Deflorian – ma i numeri a regime sono questi e siamo fiduciosi nell’attrattività che queste proposte possono avere per gli studenti».
L’apertura dei due nuovi corsi universitari rappresenterà un’ulteriore passo verso l’affermazione di Rovereto come città universitaria: un progetto che fa parte di quel rimodellamento dell’economia roveretana dopo la fine del grande periodo industriale e il rilancio con i temi dell’innovazione, della ricerca e della cultura.