La visita

mercoledì 22 Maggio, 2024

Il giorno di Chico Forti, oggi a Trento dalla mamma Maria: «Sto sognando i canederli da 24 anni»

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Chico oggi a Trento dalla madre. Ieri la visita in carcere del presidente Paccher. L’ex surfista si è confessato con l’esponente della Lega: «Qui è un abisso rispetto al carcere Usa. Colpito dall’umanità»

Negli ultimi sedici anni Chico Forti ha incoraggiato mamma Maria Loner a resistere per riuscire a riabbracciarlo ancora. E lei lo ha fatto, arrivando a 96 anni. Per il trentino recluso a migliaia di chilometri da casa la madre è sempre stato un pensiero fisso. Un sostegno. Un traguardo. «La mia roccia, mi sono mantenuto così solo per lei» ha confessato di recente. Oggi potrà avvolgerla di nuovo tra le sue braccia. L’ultima volta che i due si erano visti era stato nel 2008, nel carcere della Florida. Ora la lunga attesa è davvero finita. Il tribunale di sorveglianza di Venezia ha infatti rilasciato al 65enne il permesso di far visita all’anziana madre a casa. A Trento. In quell’appartamento di Cristo Re in cui è cresciuto. Questa mattina quindi Chico Forti lascerà il carcere di Montorio Veronese in cui è stato trasferito solo domenica per essere accompagnato in città da una scorta di agenti di polizia penitenziaria. L’arrivo è previsto per l’ora di pranzo in piazza Cantore. Ad aprirgli la porta di casa mamma Maria con l’altro figlio Stefano e zio Gianni, 80 anni, e probabilmente altri familiari. «Ho chiamato casa per confermare del permesso ottenuto, per la mamma in particolare è una grande gioia, è stata una battaglia lunghissima» ha detto Andrea Di Giuseppe, parlamentare di Fratelli d’Italia che ha già visitato Chico a Montorio. Ieri è stata la volta del presidente del consiglio regionale Roberto Paccher. «Ci siamo salutati con un commosso abbraccio, in continuità con la forte stretta di mano che mi aveva dato nell’agosto 2022, quando ero stato da lui, in carcere a Miami. Allora — fa sapere il presidente — ci eravamo ripromessi di rivederci in Italia, un obiettivo che era sembrato anche difficile, ma non ho mai mancato di far sentire la mia vicinanza a Chico, anche nei momenti di sconforto». Un Chico ritrovato diverso. Senza più la divisa da carcerato Usa con numero di matricola, ora con polo e scarpe da ginnastica. A sfoggiare un bel sorriso. «È gioioso, euforico, quasi con la paura di svegliarsi da un sogno — racconta Paccher — Chi non ha vissuto la realtà carceraria americana non può capire la sua felicità: Chico dice che è un abisso rispetto a prima per il trattamento umano e la disponibilità che gli operatori di Rebibbia e Montorio gli hanno riservato». Una sorpresa per lui anche gli altri detenuti, che lo hanno accolto tra gli applausi. «Tra i primi che si sono fatti avanti per stringergli la mano nel carcere romano di Rebibbia dove è stato portato la prima notte — continua il presidente — anche Francesco Schettino, l’ex comandante della Costa Concordia naufragata nel 2012. Chico però non lo aveva subito riconosciuto». L’ex campione di windsurf non ha perso tempo e si è già messo a disposizione per gli altri, «per insegnare loro l’inglese o per addestrare cani data l’esperienza maturata negli Usa». Lo sguardo è però rivolto oltre quella struttura detentiva. Quando potrà assaporare di nuovo la libertà. «Chico è fiducioso di poter usufruire presto, data anche la sua condotta esemplare, dei benefici previsti dall’ordinamento italiano e pensa a quello che potrà fare poi: dal windsurf alle escursioni in montagna per esempio, e poi c’è il concerto con l’amico Andrea Bocelli. Dovrà reinventarsi la vita in un mondo, in una Trento, che troverà cambiati visti i suoi ultimi 24 anni da recluso, uscendo una sola volta per andare in ospedale». Oggi, quarto giorno che si trova in Italia, potrà farlo. Uscire, respirare il mondo. Per un appuntamento con i suoi affetti più cari che attendeva da troppo tempo. «Spero tanto che mamma mi abbia preparato i canederli, me li sogno da 24 anni» ha detto Chico, sorridendo. Quei canederli che mamma Maria ha già in frigo da giorni per lui.