politica

martedì 10 Gennaio, 2023

Il centrosinistra stringe su Valduga «Ma il nome non si decide domani»

di

Il sindaco roveretano sembra ormai mettere d'accordo gran parte del centro sinistra. Rimangono il veto dei Verdi e i dubbi di Azione. Incognita Pd

Non si decide domani. Ma si riprende il percorso iniziato sui temi e sui contenuti, per arrivare alla stesura di una Carta dei valori su cui tutta la coalizione si riconosca». Lucia Maestri, segretaria del Pd, dice solo questo alla vigilia della riunione del tavolo dell’Alleanza democratica per l’autonomia. «Di nomi non si discute, poi vediamo se Campo Base deciderà di ufficializzare la candidatura di Francesco Valduga».
C’è però una novità, che per la prima volta — oltre alle sigle storiche dei partiti del centrosinistra — si siederanno al tavolo anche i fuoriusciti dal Patt Michele Dallapiccola e Paola Demagri che hanno fondato Casa autonomia.eu. E a proposito della consigliera Demagri, questo è uno dei nomi sul tavolo, anche se le sue consigliera sono in calo, mentre aumentano quelle del sindaco di Rovereto. Altri nomi, proposti ufficialmente o solamente sussurrati, non ce ne sono. Se non quello del notaio Paolo Piccoli, presidente del Consiglio comunale di Trento, piano B per Campo Base se alla fine Valduga non ottenesse quella sorta di plebiscito che ha richiesto alla coalizione per sciogliere le riserve.
Vediamo dunque come si presentano i partiti della coalizione all’incontro che domani — nella sede del Pd — riprenderà il percorso per l’individuazione de candidato presidente per il centrosinistra alle elezioni provinciali del 2023.
Il Partito democratico
Il Pd sta affrontando il suo congresso, e più voci — anche quelle che erano contrarie alla convocazione del congresso locale per potersi concentrare sull’anno elettorale — stanno chiedendo di non «fare forzature», di non scegliere il nome del candidato prima dell’insediamento del nuovo gruppo dirigente dem. Tra quello attuale c’è chi vorrebbe arrivare alla scelta del candidato presidente attraverso la «convergenza» delle varie forze della coalizione, ma c’è anche chi vorrebbe che la decisione passasse per le primarie. Uno scontro sul metodo ma anche sul merito, perché il nome che alcuni dei dem vorrebbero incoronare è quello di Valduga, mentre altri vorrebbero che il sindaco di Rovereto si misurasse con altre proposte, tra cui una «espressione del Pd», come chiesto anche dal sindaco di Arco Alessandro Betta, pronto a mettersi in gioco in prima persona.
Campo Base
Il coordinatore Michael Rech ha ribadito pochi giorni fa che «la punta di diamante è Francesco Valduga». Per ora è la proposta di bandiera, che però al sindaco di Rovereto non basta: per la sua disponibilità chiede una sorta di «acclamazione» unanime sulla base di un progetto nuovo.
Futura
Il consigliere provinciale di Futura Paolo Zanella chiede tempo, per non fare forzature ma anche per cercare «ispirazione» attraverso un percorso di ascolto che dovrebbe essere svolto sui territori, e chissà che non esca un nuovo nome da prendere in considerazione. Ma ad oggi i nomi sono due, e sembra che la realpolitik farà propendere anche Futura su Valduga.
Terzo polo
Italia Viva chiede di concentrarsi per ora sui temi e sulla definizione di una Carta dei valori, per non decidere in fretta sul nome del leader della coalizione. Ma Azione — che con Italia viva forma il Terzo polo — ha però puntato su Paola Demagri, anche se ufficialmente il nome non l’ha mai presentato al tavolo.
+ Europa
L’unico che al tavolo ha fatto il nome della consigliera di Casa Autonimia è stato Fabio Valcanover di +Europa. Lo stesso Valcanover che per primo, quando Demagri e Dallapiccola sono usciti dal Patt, ha chiesto al centrosinistra di invitarli subito al tavolo
Europa Verde
Il vero veto arriva dalla formazione ambientalista. «No alla candidatura di sindaci in carica», una richiesta fatta già negli scorsi incontri. E pochi giorni fa il carico da novanta: «Non è il candidato giusto».