In tribunale
sabato 4 Ottobre, 2025
«Ha estorto soldi all’amante»: condannato a 5 anni, viene assolto in appello
Accusato un uomo di 57 anni per un stalking durato tre anni. La difesa è riuscita a provarne la non colpevolezza

Poco meno di due anni fa il giudice gli aveva inflitto la pesante condanna di quattro anni e otto mesi di reclusione e 1200 euro di multa, ritenendolo colpevole dei reati di stalking ed estorsione, di aver cioè perseguitato e ricattato l’amante per spillarle soldi. Amante alla quale avrebbe dovuto liquidare una prima trance di risarcimento di 30mila euro, oltre alle spese. Eppure l’imputato, un 57enne trentino, ha sempre respinto le contestazioni. E già al tempo della sentenza, a novembre 2023, il suo avvocato, Andrea de Bertolini, aveva annunciato il ricorso in Appello. E infatti i giudici di secondo grado, mercoledì, hanno ricalcato la linea difensiva, riconoscendo come le accuse non reggessero alla prova dell’aula, come quanto denunciato dalla donna parte offesa non fosse suffragato da riscontri probatori. Anche la stessa Procura generale aveva chiesto la riforma della sentenza del giudice dell’udienza preliminare. Il procedimento si è chiuso appunto con una assoluzione per tutti i reati, «perché il fatto non sussiste».
Le contestazioni
Secondo la Procura per tre anni, dal 2017 al 2020, l’uomo aveva tenuto sotto scacco quella donna sposata con cui aveva intrecciato una relazione clandestina, approfittando della sua debolezza psicologica e dell’affetto che provava per lui. Spillandole soldi a più riprese, prima con modi gentili e poi con arroganza e prepotenza. Con minacce e pesanti ricatti, facendole sapere via telefono che l’avrebbe denigrata, che avrebbe raccontato della loro storia a suo marito e ai suoi familiari. «Salta solo una rata e ti faccio vedere di cosa sono capace», «lascia i soldi dove ti ho detto .. altrimenti mi vedi arrivare», e ancora «la prossima volta vado da tuo fratello, tuo marito e tua madre e dico tutto» il tono delle minacce che la donna aveva denunciato, facendo sapere di essere stata anche pedinata. Presunte estorsioni e comportamenti persecutori che, a detta della denunciante, non erano terminati nemmeno quando lei aveva deciso di troncare la relazione. Ancora, per l’accusa il 57enne le aveva scucito soldi a più riprese, facendole stipulare una polizza vita in suo favore, costringendola a chiedere finanziamenti i cui importi confluivano in due conti correnti di cui lui era l’esclusivo beneficiario. Obbligandola — era ancora l’imputazione — a consegnargli bancomat e carta di credito «che usava a suo piacimento». Nulla di provato.
Fatti smentiti
Rispetto poi all’accusa che l’uomo avesse impugnato una pistola, perché l’allora «compagna» sottoscrivesse una dichiarazione di debito a garanzia dei finanziamenti che lui aveva intestati, l’avvocato de Bertolini ha smentito fosse accaduto, anche perché la calligrafia della donna non riportava alcuna incertezza come invece sarebbe stato scontato se fosse stata sotto scacco di un’arma. Dall’altra la difesa ha sostenuto come il riconoscimento di debito fosse reale tanto che il 57enne già allora aveva intentato causa civile per ottenere quel che restava di quel debito.