Politica

martedì 25 Ottobre, 2022

Governo Meloni, oggi la fiducia alla camera

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La presidente del Consiglio dei ministri ha annunciato un manifesto per i 5 anni della legislatura
Meloni durante il giuramento

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è attesa questa mattina 25 ottobre alle ore 11.00 alla Camera dei Deputati per rendere le dichiarazioni programmatiche del Governo. Alle ore 12.30, invece, la presidente Meloni si recherà al Senato della Repubblica per la consegna del testo delle dichiarazioni. Meloni ha annunciato un manifesto per i cinque anni della legislatura. Alle 19, invece è previsto il primo voto di fiducia del Parlamento al nuovo governo.

Ore 12.00
Meloni ha spiegato che la strada per ridurre il debito non è la cieca austerità imposta negli anni passati e non sono neppure gli avventurismi finanziari più o meno creativi. La strada maestra, l’unica possibile, è la crescita economica, duratura e strutturale. Garantire il sostegno dello Stato a chi ne ha bisogno, ma procedere a una stretta del reddito di cittadinanza nei confronti di chi può lavorare. «Il Centro destra non limiterà mai le libertà esistenti di cittadini e imprese. Le leggi razziali sono state una vergogna che segnerà per sempre il paese. Combatteremo il razzismo, l’antisemitismo, la violenza politica e la discriminazione. Vogliamo finalmente introdurre una clausola di salvaguardia dell’interesse nazionale, anche sotto l’aspetto economico, per le concessioni di infrastrutture pubbliche, come autostrade e aeroporti. Perché il modello degli oligarchi seduti su dei pozzi di petrolio ad accumulare miliardi senza neanche assicurare investimenti non è un modello di libero mercato degno di una democrazia occidentale»

Ore 11.45
«Parallelamente alla riforma presidenziale, intendiamo dare seguito al processo virtuoso di autonomia differenziata già avviato da diverse Regioni italiane secondo il dettato costituzionale e in attuazione dei principi di sussidiarietà e solidarietà, in un quadro di coesione nazionale. Per la provincia di Bolzano tratteremo del ripristino degli standard di autonomia che nel ’92 hanno portato al rilascio della quietanza liberatoria ONU. Oltre al caro energia – ha precisato la premier – le famiglie italiane si trovano a dover fronteggiare un livello di inflazione che ha raggiunto l’11,1% su base annua e ne sta erodendo inesorabilmente il potere d’acquisto, nonostante una parte di questi aumenti sia stata assorbita dalle aziende. È indispensabile intervenire con misure volte ad accrescere il reddito disponibile delle famiglie, partendo dalla riduzione delle imposte sui premi di produttività, dall’innalzamento ulteriore della soglia di esenzione dei cosiddetti fringe benefit e dal potenziamento del welfare aziendale. Allo stesso tempo dobbiamo riuscire ad allargare la platea dei beni primari che godono dell’Iva ridotta al 5%. Misure concrete, che dettaglieremo nella prossima legge di bilancio, sulla quale siamo già al lavoro»

Ore 11.40
Meloni: «L’Italia ha bisogno del presidenzialismo». E avverte: «Non rinunceremo a riforme se le opposizioni saranno pregiudiziali. Questo governo rispetterà le regole attualmente in vigore e nel contempo offrirà il suo contributo per cambiare quelle che non hanno funzionato, a partire dal dibattito in corso sulla riforma del patto di stabilità e crescita. Daremo a Roma poteri e risorse. Sarà necessario mantenere e rafforzare le misure nazionali a supporto di famiglie e imprese, sia sul versante delle bollette sia su quello del carburante. Un impegno finanziario imponente che drenerà gran parte delle risorse reperibili, e ci costringerà a rinviare altri provvedimenti che avremmo voluto avviare già nella prossima legge di bilancio. Ma oggi la nostra priorità deve essere mettere un argine al caro energia e accelerare in ogni modo la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e la produzione nazionale».

Ore 11.35
Meloni: « Siamo nel pieno di una tempesta, ma non scappiamo. L’Italia, con le sue ammaccature è la nave più bella del mondo. La strada maestra non è l’austerità, ma una crescita strutturale. Ecco perché il Pnrr rappresenta un’opportunità straordinaria per ammodernare l’Italia». E ancora sulle relazioni internazionali ribadisce: «L’Italia è a pieno titolo parte dell’Occidente e del suo sistema di alleanze. È uno stato fondatore dell’Unione Europea, dell’Eurozona e dell’Alleanza Atlantica, membro del G7 e ancor prima di tutto questo, culla, insieme alla Grecia, della civiltà occidentale e del suo sistema di valori fondato sulla libertà, l’uguaglianza e la democrazia; frutti preziosi che scaturiscono dalle radici classiche e giudaico cristiane dell’Europa. Noi siamo gli eredi di San Benedetto, un italiano, patrono principale dell’intera Europa. Negli ultimi giorni sono stati in parecchi, anche fuori dai nostri confini nazionali, a dire di voler vigilare sul nuovo governo italiano. Direi che possono spendere meglio il loro tempo: questo parlamento ha valide e battagliere forze di opposizione più che capaci di far sentire la propria voce, senza bisogno, mi auguro, del soccorso esterno. E mi auguro – continua Meloni – che quelle forze convengano con me sul fatto che chi dall’estero dice di voler vigilare sull’Italia non manca di rispetto a me o a questo governo, manca di rispetto al popolo italiano che, voglio dirlo chiaramente, non ha lezioni da prendere».

Ore11.30
«Tra i tanti pesi che sento gravare sulle mie spalle oggi, non può non esserci anche quello di essere la prima donna a capo del governo in questa Nazione. Quando mi soffermo sulla portata di questo fatto, mi ritrovo inevitabilmente a pensare alla responsabilità che ho di fronte alle tante donne che in questo momento affrontano difficoltà grandi e ingiuste per affermare il proprio talento o il diritto di vedere apprezzati i loro sacrifici quotidiani. Ma penso anche, con riverenza, a coloro che hanno costruito con le assi del proprio esempio la scala che oggi consente a me di salire e rompere il pesante tetto di cristallo posto sulle nostre teste».

Ore 11.25
«Sono intervenuta molte volte in quest’aula, da parlamentare, da vice presidente della Camera e da Ministro della Gioventù. Eppure la sua solennità è tale che non sono mai riuscita ad intervenire senza un sentimento di emozione e di profondo rispetto». E sui rapporti internazionali chiarisce: «Sbaglia chi vuole barattare la libertà di Kiev con la nostra tranquillità. Cedere al ricatto di Putin aggraverebbe il problema». Poi ha ringraziato le forze armate per il loro impegno negli scenari di crisi internazionale. I deputati del centrodestra si alzano in piedi a battere le mani. Applausi anche dal centrosinistra, i cui parlamentari, però, rimangono seduti ad eccezione dell’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini che si alza ad applaudire.

Ore 11.20
«La celerità di questi giorni per noi era un fatto naturale ma era anche doverosa perché la condizione difficilissima in cui l’Italia si trova non consente di titubare o di perdere tempo, e noi non intendiamo farlo. Per questo intendo ringraziare anche il mio predecessore, Mario Draghi, che sia a livello nazionale che internazionale ha in queste settimane offerto tutta la sua disponibilità perché vi fosse un passaggio di consegne veloce e sereno con il nuovo governo».

Ore 11.15
Meloni alla Camera sottolinea il fatto di essere la prima donna premier e di aver rotto il tetto di cristallo. Applausi dai deputati del centrodestra oltre a più applausi dalle donne del Pd. Poi il ringraziamento a Mattarella: «Un ringraziamento sincero va al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel dare seguito all’indicazione chiaramente espressa dagli italiani lo scorso 25 settembre non ha voluto farmi mancare i suoi preziosi consigli».

Ore 11.00
Meloni alla Camera, seduta tra i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani: «Oggi mi rivolgo a voi in qualità di presidente del Consiglio dei ministri per chiedervi di esprimervi sulla fiducia a un governo da me guidato. Una grande responsabilità per chi quella fiducia deve ottenerla e meritarsela e una grande responsabilità per chi quella fiducia deve concederla o negarla. Sono i momenti fondamentali della nostra democrazia, ai quali non dobbiamo mai assuefarci». Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso delle dichiarazioni programmatiche dell’esecutivo nell’Aula della Camera.