Centrodestra

domenica 6 Luglio, 2025

Gottardi (La Civica): «Vogliamo allargare il campo. Fugatti? Semplicemente Maurizio, non un principe»

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Daldoss e Girardi entrano nel partito. L'ex assessore provinciale: «Costruiamo un'area territoriale, popolare e autonomista»

Masè delinea i pilastri («valori, esperienza e competenza»), Daldoss l’identità politica («un partito territoriale, popolare e autonomista»), Girardi ricorda le radici («Rodolfo Borga e Francesco Betalli») e ribadisce il metodo («studio e preparazione»), Gottardi traccia il perimetro («il centrodestra») e indica la rotta («c’è l’esigenza di allargare il campo»). Venerdì pomeriggio, alla Cantina Rotaliana di Mezzolombardo, La Civica – questa, quantomeno, la sua ambizione – ha aperto una nuova stagione, «una nuova era politica non Trentocentrica». Lo ha fatto in una sala piena, con quasi 200 persone, tra cui il governatore leghista Maurizio Fugatti, che ha tracciato la strategia per le elezioni provinciali del 2028: «Dobbiamo aggredire quella parte di elettorato che non ha ideologia, ma che guarda al lato pratico delle cose».

La simbologia è chiara, una catasta di legna: «La catasta è equilibrio, se non si mettono bene i pezzi, la pila cade giù. Noi — sottolinea la consigliera provinciale Vanessa Masè — vogliamo costruire con equilibrio una nuova prospettiva per il Trentino». Il titolo della conferenza, invece, è elusivo: «La Civica va oltre». «Non significa che La Civica scompare — chiarisce l’assessore provinciale Mattia Gottardi — ma sentiamo l’esigenza di rilanciare un’azione politica diversa». Innanzitutto «con il Patt», ma non si ragiona in termini di fusione. «Vogliamo andare oltre — prosegue — perché c’è l’esigenza di allargare il campo. Vogliamo offrire un contenitore che sappia accogliere varie sensibilità, legate al lavoro e alle categorie economiche. Basta frammentazione». L’obiettivo è quasi esplicito: inglobare nella Civica le anime rappresentate dalla lista Fugatti, quella guidata dall’assessore Achille Spinelli. «Facciamo uno sforzo che vada oltre i personalismi», aggiunge. Non si guarda, però, solo al perimetro del centrodestra: in sala c’è chi punta a coinvolgere anche le anime di Campobase. «Non vogliamo scimmiottare la Svp, ma riportiamo la trentinità al centro della politica».
E per farlo, in questa nuova stagione, La Civica mira a creare un collegamento con Forza Italia, con l’obiettivo di contare ai tavoli romani del centrodestra. «Immaginiamo un rapporto federativo con la politica nazionale», dice Gottardi, senza svelare le carte. Ma è piuttosto significativa la presenza del coordinatore regionale di Forza Italia Flavio Tosi, seduto in prima fila insieme all’assessore altoatesino, del suo stesso partito, Christian Bianchi, e insieme alla consigliera Angeli (Lista Fugatti), il consigliere Cia (ex FdI, ora nel Misto), l’assessore Marchiori (Patt), il presidente di Trentino Trasporti Salvatore e il presidente onorario del Patt Panizza. Il perché di un collegamento con Forza Italia è spiegato in uno slogan dal consigliere Carlo Daldoss: «L’Autonomia si governa a Trento e si difende a Roma». Qualcuno, però, tra il pubblico, storce già il naso.
Daldoss e Christian Girardi, usciti da Fratelli d’Italia dopo il voto a favore del terzo mandato di Fugatti, entrano ufficialmente nel gruppo della Civica. «Abbiamo due sfide davanti — dice Daldoss, già assessore con la giunta Rossi (2013-2018) — ritrovare un patto di fiducia tra politica e cittadini (e cita Aldo Moro, ndr) e invitare le persone all’azione, alla partecipazione». Girardi non le manda a dire alla sua ex collega di partito Francesca Gerosa: «Il nostro è un progetto politico che mira all’unità del centrodestra, ma dobbiamo smetterla con il confronto a mezzo stampa». Gottardi ribadisce il concetto: «Non sopporteremo più che il dibattito esca dai luoghi istituzionali».
Poi l’assessore lascia spazio a Maurizio Fugatti («non c’è alternativa a lui»), ma prima lancia una frecciatina al centrosinistra e al suo ex presidente Lorenzo Dellai: «Semplicemente Maurizio, non un principe». «Nel 2018 vinsero i partiti nazionali, ma nel 2023, grazie anche all’accordo con il Patt, hanno vinto meno i partiti e ha vinto di più il territorio — afferma Fugatti — Dobbiamo guardare a quell’elettorato per cui viene prima l’autonomia e poi vengono le ideologie, se ci sono. Ben venga, quindi, un nuovo percorso politico che va in questa direzione». Non sarà un principe, ma è arrivata una benedizione.