l'editoriale
martedì 20 Agosto, 2024
di Francesco Terreri
Nei giorni scorsi il sito online La Voce del Trentino ha pubblicato un articolo con gli ultimi dati di vendita dei giornali. Si parla della crisi delle vendite cartacee dei quotidiani, si accenna di sfuggita al fatto che l’Adige nel mese di giugno 2024 ha venduto 17.279 copie (totale carta più online) e poi ci si sofferma a lungo su questo giornale, Il T quotidiano, sostenendo che le vendite sono ai minimi termini – si parla di 400 copie al giorno mentre Il T vende almeno dieci volte tanto – e che il bilancio 2023, il primo annuale del giornale, sia in rosso, cosa prevista nei primi anni in tutti i casi di nuove iniziative economiche. Ma perché il sito cita frettolosamente l’Adige e si dilunga invece su Il T? Il dato dell’Adige non è innocuo: si tratta del peggior risultato di vendita da vent’anni a questa parte, paragonabile alle 17.271 copie giornaliere dell’epoca del lockdown. Negli ultimi sei anni, da quando il gruppo Athesia di Michl Ebner ha completato l’acquisizione dei giornali di lingua italiana della regione, l’Adige ha perso oltre 3.000 copie giornaliere, che salgono a 9.000 con la chiusura del Trentino, in parte recuperate e poi riperse dall’Adige, e a 11.000 copie giornaliere comprendendo le perdite dell’Alto Adige di Bolzano.
Ma perché La Voce del Trentino non ne parla? Forse perché dallo scorso aprile nella compagine sociale è entrata col 20% delle quote Ixora Team srl, società controllata al 100% da Seac spa, il colosso dei servizi informatici e delle operazioni finanziarie e immobiliari, che fa capo a Confcommercio Trentino e che è presieduto da Giovanni Bort. Ixora è la società che controlla al 55%, in partnership col gruppo Athesia, B33, la società a cui fa capo Tv33. Bort è nel consiglio di amministrazione di Sie, la società che edita l’Adige, ma non è una presenza formale. Tra Bort e Ebner c’è una vera alleanza. Che ora ha un piede anche nella Voce del Trentino.
Bort? Ma non è il presidente uscente della Camera di Commercio che pochi giorni fa si è tirato indietro dal terzo mandato per evitare polemiche, ma ha blindato la giunta dell’ente tenendo fuori un bel po’ di economia trentina? Sì, è proprio lui. Ma bisogna andare più a fondo in questa vicenda dell’ente camerale. Sembra uno scontro tra settori economici, l’industria fuori dal governo, il turismo dentro o qualcosa del genere. Ma non è così. Lo schieramento che sostiene Bort comprende una parte del commercio trentino, una parte del turismo, una parte della Cooperazione. La parte che esprime la vecchia economia trentina, fatta di sostegno pubblico, operazioni immobiliari, poca trasparenza e molto oligopolio. L’espressione plastica di questa convergenza è l’operazione che proprio Seac si appresta a fare – e che questo giornale ha raccontato intervistando Bort – con l’acquisizione del 51% di Delta Informatica, la storica società dell’ex presidente della Cooperazione Diego Schelfi, che rimane come alleato. E che esprime ancora, come altri esponenti di altri settori, la corrente tradizionale dell’economia trentina. In questa fase alleata di Ebner.
Bort però ha commesso un errore. Perché per la sua operazione in Camera di Commercio ha coinvolto l’Associazione Artigiani e, in particolare, il suo nuovo presidente Andrea De Zordo, eletto presidente dell’ente camerale. Forse pensa che questi artigiani siano ancora legati alla vecchia economia. Ma si sbaglia. Il mondo artigiano, come quello industriale, come quello commerciale, turistico e dei servizi che esprimono Confindustria, Confesercenti, ma anche tanta Cooperazione, Albergatori, tanti della stessa Confcommercio, senza dimenticare le organizzazioni dell’agricoltura, stanno uscendo da vecchi schemi, sono proiettati verso una maggiore autonomia dai tradizionali centri finanziari, verso l’innovazione, con un rapporto non sempre facile, certo, ma più maturo con i lavoratori, le lavoratrici e le loro organizzazioni sindacali. Un conto è la Efficient Building, la società di Seac e Delta Informatica che ha fatto 14 milioni di euro di utile prima ancora di cominciare a costruire le case, un conto sono le imprese artigiane che le case le costruiscono e poi non vengono pagate. Difficile che si trovino dalla stessa parte. Insomma, il rinnovamento è iniziato, malgrado Bort e Ebner. E questo giornale lo racconterà, con dovizia di particolari.