elezioni 2023
giovedì 5 Gennaio, 2023
di Donatello Baldo
Figurarsi se Matteo Salvini mette in dubbio la ricandidatura del «suo» governatore Maurizio Fugatti: «Squadra che vince non si cambia», e nel 2023 si ripresenta la stessa che ha vinto nel 2018 strappando la Provincia di Trento al centrosinistra. Anzi, l’idea è piuttosto quella di allargare la coalizione, al Patt ovviamente, anche se Salvini — ieri in conferenza stampa a conclusione del suo tour trentino in veste di ministro — non nomina mai le Stelle Alpine.
Salvini non entra nel merito dei rumors che arrivano dalla capitale — di cui ieri si è dato conto su queste pagine — a proposito di uno strappo di Fratelli d’Italia sull’ipotesi di un automatismo della ricandidatura di Fugatti: «Squadra che vince — ripete — non si cambia». Ma su chi dovrà decidere sulla ricandidatura di Fugatti, se Trento o Roma, è netto: «Siamo autonomisti e quindi decide Trento». Il capitano leghista coglie l’occasione di lodare il governo leghista in Trentino: «Quello che ha fatto la squadra di Fugatti in poco più di quattro anni è sotto gli occhi di tutti. Per questo conto sul fatto che ci sia una coalizione compatta e — aggiunge — che magari si possa anche allargare. Il buon lavoro di Maurizio — che Salvini chiama per nome, a sottolineare la forte intesa tra leghisti — potrà essere un buon lavoro anche per i prossimi cinque anni se i trentini lo vorranno».
Il ministro del governo Meloni ha parlato ieri anche del tema dell’autonomia, impossibile non faro a Trento. Ma l’attualità è sull’autonomia differenziata: «Per Trento e Bolzano non cambia assolutamente nulla», chiarisce subito Salvini. «Vale per tutte le altre Regioni, che potranno decidere se applicare la Costituzione». E approfitta per attaccare i titubanti, quelli che temono — a sinistra — che l’autonomia differenziata possa dare troppo potere ai governatori: «Le critiche arrivano da quelli che si ergono a difensori della Costituzione, che però la difendono 364 giorni all’anno», non quando — intende Salvini — si tratta di attuare quel titolo V che prevede la delega di funzioni alle autonomie locali. «L’autonomia è migliorativa -— insiste il ministro — e dà la possibilità a chi lo ritiene di gestire sul proprio territorio alcuni servizi, spendendo meno e offrendo maggiori risposte alla cittadinanza. Poi ciascuna realtà decide, se chiedere una, due, tre, o venti competenze».
Salvini assicura che la partita autonomista è «al sicuro», proprio perché a seguirla è il ministro Roberto Calderoli: «Al lavoro c’è una persona seria, credibile e affidabile. Credo che abbia incontrato più governatori lui in questi due mesi che i suoi predecessori nell’arco degli ultimi anni». E la promessa: «Il 2023 lo useremo per ascoltare i territori, per stabilire i livelli di assistenza delle prestazioni per non lasciare nessuno indietro. E credo — aggiunge — che i maggiori vantaggi dell’autonomia differenziata saranno per le regioni del sud e del centro». E spiega: «I loro amministratori non avranno più alibi se non riusciranno a garantire i servizi. Se la sanità in alcune realtà italiane è messa com’è messa è perché qualcosa non ha funzionato a livello centrale ma anche perché si sono sempre trovate scuse a livello locale: non è colpa mia, è colpa tua, è colpa della sfortuna. No — afferma Salvini — e vedrete che il 2023 sarà l’anno della modernità e dell’efficienza, sulle opere pubbliche, sulla riforma della giustizia ma anche sulla riforma istituzionale». Salvini riuscirà a fare in qualche mese quello che altri hanno provato a fare in tutti questi ultimi anni»: «C’è un percorso avviato — spiega — nella manovra è stato inserito un paletto, Palazzo Chigi ha il testo del disegno di legge. Poi ci saranno confronti con le Regioni, con i Comuni, con il Parlamento e con tutti i territori, a cui spiegheremo i vantaggi, i benefici. Anche perché — sottolinea — l’autonomia non ha alcun costo, anzi, perché il modello federale è sinonimo di efficienza e gli stati che adottano questo modello sono quello che crescono di più e sprecano meno». E, su questo punto, conclude: «Il nostro obiettivo è di arrivare alla fine della legislatura con una Repubblica federale e presidenziale, perché questo è il mandato che ci hanno affidato gli elettori».
Prima di correre a Pinzolo per continuare la sua vacanza trentina, Matteo Salvini ha risposto anche alla domanda sul dibattito «Euregio versus Macroegione», che divide il Trentino che guarda a Veneto e Lombardia e il Sudtirolo che guarda invece a Tirolo. «Tra le due opzioni quale preferisco? Ho la mia idea — dice Salvini — ma la tengo per me. Credo però che trovare intese con territori vicini e omogenei sia sempre una buona cosa. Per il resto — ha aggiunto ironico il ministro guardando il governatore trentino Maurizio Fugatti e quello altoatesino Arno Kompatscher che ieri erano seduti al suo fianco — decidete voi. Anzi — ha aggiunto — vi chiudo in una stanza a litigare mentre io torno a Pinzolo».
Migrazioni
di Simone Casciano
Il sindaco di Trento: «Grave apprendere queste notizie prima dalla stampa che da canali istituzionali. il capoluogo non può essere il luogo dove si ammucchia senza un progetto tutto ciò che prima si faceva sul territorio provinciale».