L'analisi

domenica 25 Maggio, 2025

Festival dell’Economia, la riflessione (amara) di Bozzarelli: «Le schermaglie politiche hanno oscurato temi decisivi per il nostro futuro»

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L'assessora e vicesindaca di Trento alla cerimonia di chiusura dopo la bagarre sul caso Gerosa e terzo mandato

Mentre cala il sipario sul Festival dell’Economia 2025, che per l’ennesima volta ha portato a Trento nomi di primissimo piano del settore, oltre ad autorità di massimo livello. L’evento, tra momenti di confronto, incontri e altre proposte, ha catalizzato l’attenzione della stampa nazionale, con il capoluogo provinciale assurto al rango di capitale dell’economia, e non solo. L’assessora e vicesindaca di Trento Elisabetta Bozzarelli, intervenuta alla cerimonia di chiusura del Festival, agli applausi all’iniziativa ha aggiunto una riflessione amara.

«La ventesima edizione del Festival dell’Economia – evidenzia Bozzarelli – è stata un successo: successo di pubblico, visto che gli incontri hanno registrato il tutto esaurito. Successo per la città, che in questi giorni è stata animata, viva, ha aperto tutti i suoi palazzi più belli, un po’ come era successo ai tempi del Concilio, nel 1500, quando l’intellighenzia europea si radunò a Trento nel tentativo di ricomporre il dissidio con i protestanti. La formula del Festival funziona: mescolare l’alto (dei premi Nobel) con il frivolo (dei comici), far incontrare economisti e giornalisti, politici e studenti è il modo migliore per garantire il pluralismo, per favorire il confronto tra voci diverse, per moltiplicare i punti di vista».

L’assessora comunale e vicesindaca di Trento, prosegue commentando i nei dell’edizione 2025 del Festival. «Se dovessi fare un appunto a questa edizione – aggiunge la “campionessa di preferenze” delle recenti comunali – direi che le schermaglie politiche locali (e i riflessi nazionali) hanno oscurato molti argomenti assai più importanti, decisivi per il nostro futuro. Quando a prendersi la scena sono stati i battibecchi, i giochi di potere di piccolo cabotaggio, ho avuto l’impressione che il Festival si allontanasse dal suo tema principale. Il bivio più grande del nostro tempo è infatti proprio questo: decidere se non ci si debba accontentare del presente, dei giochi di potere, o se non valga la pena piuttosto di impegnarsi a guardare oltre l’orizzonte del quotidiano. E ancora: se si sceglie di progettare più a lungo termine, decidere se ridurre le ambizioni e immaginare un futuro per pochi, gli happy few, i felici pochi a cui corrispondono per forza gli infelici molti della famosa poesia di Elsa Morante. Oppure se abitare il pianeta con meno arroganza e superficialità, cercando un nuovo equilibrio, una nuova equità, generazionale, geografica, ambientale. A Trento stiamo lavorando sulla seconda opzione. Con fatica e tra mille difficoltà, ma ci stiamo provando».