Rovereto
sabato 5 Novembre, 2022
di Robert Tosin
Il Mart, certo, e pure il castello con il suo museo. E poi le cantine: la Vallagarina ha un record di densità di produttori del nettare di Bacco che sono meta di pullman di visitatori organizzati. Ma la vera miniera d’oro della città, dal punto di vista turistico, sono gli eventi sportivi. E non stiamo parlando dei ritiri estivi delle grandi squadre di calcio o del business del professionismo esasperato, ma di quei tornei che coinvolgono un gran numero di persone: osservatori, parenti, amici, familiari, tutti potenziali influencer per portare il nome di Rovereto in giro per il mondo.
«Se il Mart è l’ombelico della nostra forza turistica – spiega l’assessore Mario Bortot – attorno vi gira un mondo di promozione e accoglienza che sta dando ottimi frutti. Basti pensare che negli ultimi anni siamo passati da una media di permanenza del turista un giorno soltanto, oggi abbiamo superato i tre giorni. Un indotto che ci porta a cifre di presenze turistiche che si possono contare su diverse decine di migliaia all’anno».
Si è trattato, nel corso degli anni, di fare di necessità, virtù. Se il Mart è un traino di prima classe, per mantenere il turista sul territorio è necessario trovare altri spunti di interesse. L’evento sportivo è diventato un catalizzatore importante. Spesso non si ha un’idea di quello che può spostare, ad esempio, il torneo di pallavolo femminile giovanile di Natale. «Solo quello – chiosa Bortot, che non a caso assomma su di sé le deleghe allo sport e al turismo – vale 7, 8 mila presenze da tutta Italia». Per non parlare poi del Torneo della Pace a Pasqua o del Palio della Quercia, secondo meeting di atletica leggera d’Italia, il ventesimo del mondo con un’ambizione di rientrare nel circuito Golden. Se queste possono essere considerate le punte di diamante del “turismo sportivo”, non vanno sottovalutati i campionati nazionali del Circolo tennis, gli eventi del tiro con l’arco (che nella sua struttura ospita spesso squadre nazionali), il torneo NexGen di basket under 19 che strizza l’occhio alla pallacanestro di alto livello. E poi la ginnastica artistica e la scherma, che tra gli allenatori hanno atleti di rango internazionale.
Per questo motivo, particolare attenzione è stata dedicata nel corso degli anni alla modernizzazione e alla realizzazione di nuovi impianti sportivi. «Ne abbiamo una quarantina, tutti efficienti e moderni. Al tiro con l’arco – spiega Bortot – si allenano le nazionali, il tiro a segno è uno dei migliori d’Italia, la palestra di via Baratieri è stata realizzata su misura per la ginnastica artistica e non a caso abbiamo ospitato la nazionale tedesca per gli allenamenti. A Noriglio abbiamo un campo dedicato esclusivamente al rugby, tanto da arrivare ad aprire una collaborazione con una titolatissima società irlandese».
E poi c’è il calcio. Praticamente tutti i campi, tranne Lizzana e ovviamente il Quercia, sono in sintetico. In questo settore il Comune ha promosso un nuovo criterio di organizzazione sportiva. «Abbiamo responsabilizzato di più le società che vorremmo condurre verso un modello di collaborazione, magari sull’onda di quello fatto in Alto Adige che ha portato una squadra addirittura in serie B. Non è facile, ma abbiamo avuto buone risposte dal territorio che ha capito l’importanza della collaborazione al di là dei campanili. Forse manca l’apporto dei privati, ma il momento storico può essere una giustificazione più che accettabile».
Per rendere lo sport un veicolo turistico e promozionale serve dunque creare i presupposti per un’accoglienza di alta qualità. «Gli sportivi e i loro familiari che vengono a Rovereto e trovano buone strutture, posti letto, palestre all’altezza e buone organizzazioni – sostiene Bortot – diventano i nostri principali promotori sul territorio nazionale e internazionale». Lo sport come locomotiva diventa quindi pretesto per migliorare e sempre e dare ancora di più. Non è un caso che si spinga molto anche sul fronte formativo (una delle peculiarità storiche di Rovereto). Già ci sono il Cerism (i campioni dello sci sono spesso ospiti per sedute di misurazione del loro stato di forma) e la facoltà specialistica sugli sport di montagna (alla Manifattura). «Ora aspettiamo anche il triennio di scienze motorie. E così chiudiamo il cerchio».