l'intervista

sabato 26 Luglio, 2025

Ermanno Visintainer: «Da 40 anni faccio massaggi con i piedi. Ecco i segreti della tecnica keralese»

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Classe 1961, esperto di discipline e culture orientali, è uno dei pochi in Italia a praticare questa tecnica indiana. «Servono equilibro e capacità. Venire dalla danza aiuta»

Oggi alle 18 a Vigolo Baselga (frazione di Trento)presenterà il suo libro dedicato al massaggio presso l’agriturismo La Corte dei Ciliegi. Un lavoro a quattro mani, insieme al dottor Giorgio Martini, farmacista, atleta e plurilaureato di Cembra. Lui è Ermanno Visintainer, perginese doc (abita in centro storico), 64 anni. Una vita dedicata all’arte del massaggio: teoria, pratica, storia, filosofia.
Visintainer, il libro è uscito una prima volta nel 2017 e ora rivive in una nuova e ampliata veste, arricchito da una seconda parte nuova.
«Esatto, nella prima parte spiego l’origine anche etimologica del massaggio e gli aspetti filosofici legati al massaggio particolare di cui sono diventato esperto: il massaggio keralese, con le sue tecniche. Nella seconda parte, nuova, il dottor Martini si addentra nel tema del massaggio sportivo, complementare al mio discorso iniziale».

Il titolo del libro è icastico ed evocativo: «La danza di Kali, il massaggio keralese».
«Kali è una divinità femminile che appartiene al pantheon induista. Viene raffigurata mentre danza sul corpo dell’altra divinità, Shiva, stesa a terra, con un piede a terra per sostenersi e uno sul corpo di Shiva per esercitare la pratica del massaggio».
Vale la pena spiegare subito, quindi, che il massaggio keralese viene effettuato con i piedi e non con le mani…
«Esatto. Il piede, rispetto alla mano, ha una sensibilità non analitica, ma intuitiva. E il massaggio keralese è totalizzante».
Da dove deriva il termine «keralese»?
«Il Kerala è uno stato dell’India, una stretta striscia tra il Mar Arabico e la catena di montagne che lo cinge alle spalle. Qui è nato e si è diffuso».
E lei come ne è venuto a conoscenza?
«Da quarant’anni sono appassionato di culture orientali. Mi ero diplomato in naturopatia a Trento e nel mio primo viaggio in Thailandia ho frequentato una scuola di massaggio thailandese frequentata anche da un corsista indiano, che era un maestro di massaggio keralese. Ho viaggiato per decenni tenendo corsi. Nel 1998 mi sono laureato in Lingue orientali a Venezia».
Lei ora non esercita più. Che diffusione ha il massaggio keralese da noi?
«Molto limitata purtroppo. Ho provato, anni fa, a proporlo alle Terme di Levico e di Merano, ma senza successo».
Durata e benefici?
«Una sessione dura circa 50 minuti. È un massaggio che non può essere frazionato, ha una sua ortoprassi cinestetica. Porta benefici a tutte e tre le circolazioni: sanguigna, linfatica e endocrina. La finalità ultima è un equilibrio di energia».
Difficile diventare operatori di questo tipo di massaggio?
«Servono equilibro e capacità. Venire dalla danza aiuta, come conoscere le arti marziali, ad esempio il Tai-Chi».
Perché è nato questo libro?
«Come testimonianza del mio percorso di vita. Volevo lasciare qualcosa di concreto e utile, una traccia frutto di 40 anni di ricerca nel campo del massaggio e delle culture orientali. E inserire questa pratica in un discorso filosofico sì, ma anche medico».