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venerdì 23 Dicembre, 2022

Emergenza senzatetto, l’Assemblea antirazzista: «Ci sono ancora cento persone per strada, servono più posti»

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Gli attivisti hanno organizzato un presidio in piazza Duomo a Trento ieri sera per lanciare l'allarme e offrire soluzioni: «serve un ostello dei lavoratori»

Se ci si rifiuta di gestire i flussi migratori, se si compie la decisione politica di nascondere la polvere sotto il tappeto, questo è quello che succede» dice Tommaso Baldo, dell’assemblea antirazzista, indicando dietro di sé. «Questo» sono le immagini delle tende e dei rifugi di fortuna sorti in varie zone di Trento negli ultimi mesi e che sono state proiettate sul Duomo di Trento proprio sotto le luminarie che celebrano il natale della città.
L’assemblea antirazzista ha lanciato il presidio per denunciare la grave situazione in cui ancora versano tante persone in città, che non hanno trovato un posto al caldo dove passare la notte. «Secondo le nostre stime ci sono ancora un centinaio di persone che dormono al freddo – dice Tommaso Baldo –. Tra l’apertura repentina di vari alloggi e i trasferimenti in Sardegna, però è difficile al momento avere un numero preciso». Anche questa confusione, secondo gli attivisti, ha una responsabilità politica: «La realtà prima o poi viene a galla e se nel frattempo si è interrotto il tracciamento, si sono tagliati i posti nell’accoglienza e poi, quando succede una disgrazia come la morte di freddo di Mostafa a Bolzano, si aprono le strutture in un colpo il risultato è tanto caos». Quello che chiedono è una gestione più organica del fenomeno: «Si parla di emergenza freddo – dice Tommaso Baldo – ma da quand’è che il freddo è una novità in inverno a Trento?». Per comprendere la situazione va compreso che ci sono due aspetti che si incrociano. Da una parte c’è il problema legato al lavoro povero: persone che hanno un impiego ma che non riescono a permettersi un alloggio. Dall’altra ci sono invece i richiedenti asilo. La decisione di smantellare l’accoglienza diffusa e ridurre i numeri dell’ospitalità ha spinto anche loro in strada. Ci sono alcune azioni urgenti da mettere in campo secondo gli attivisti: «La prima è quella di sospendere il meccanismo per cui chi non ha la residenza in Trentino dopo 30 giorni deve lasciare i dormitori. Tra un mese farà ancora freddo». Il tema fondamentale poi è proprio quello degli alloggi: «Per i migranti chiediamo da subito più posti alla fersina – dice Tommaso Baldo –. Non ci piacciono le grandi strutture, ma in questo momento è necessario dare risposta a un bisogno pressante. Anche alle ex Bellesini si potrebbero aumentare i numeri. Se c’è bisogno di persone per gestirla noi siamo a disposizione». Per i lavoratori fragili invece gli attivisti lanciano una proposta al sistema Trentino: «Apriamo un ostello dei lavoratori. Serve collaborazione tra pubblico, categorie economiche e volontariato».