Casa
domenica 6 Luglio, 2025
Emergenza abitativa, a Riva del Garda crescono gli sfratti anche se si lavora in due
di Leonardo Omezzolli
Si fa largo l’ipotesi di portare in Alto Garda (al pari di quanto già fatto a Trento e Rovereto) Fondazione Abitare Trentino

Di 60 appartamenti Itea che nel solo suolo rivano sono attualmente non assegnati, 30 torneranno nelle disponibilità per essere occupati secondo graduatoria. E per gestire le emergenze casa che oggigiorno sono rappresentate sia da famiglie o persone con disagio sociale sia da sfratti dovuti a fine contratti e cambio di locazione ma senza che gli inquilini siano in grado di trovare altre disponibilità sul mercato locale, si fa largo l’ipotesi di portare in Alto Garda (al pari di quanto già fatto a Trento e Rovereto) Fondazione Abitare Trentino. Ossia una fondazione di partecipazione costituita il 25 febbraio scorso da Atas onlus e Casa Padre Angelo, che ha l’obiettivo di essere mediatore sociale per l’abitare cercando di incrementare la disponibilità di alloggi in affitto sul mercato privato e allo stesso tempo garantendo una maggiore accessibilità alla casa a persone con bisogno abitativo. Tutto questo strutturando delle condizioni che possano assicurare una maggiore stabilità sociale agli inquilini e maggiori tutele e garanzie ai proprietari. In Abitare Trentino aderiscono già i comuni di Trento e Rovereto, ma la realtà è aperta alle adesioni di altri enti sia pubblici che privati. In Alto Garda la Cooperativa Arcobaleno ne fa già parte e i Comuni di Arco e Riva hanno iniziato un confronto per avviare le procedure di adesione. Tutto questo è emerso in un’assemblea pubblica che si è svolta a Riva organizzata da Sportello Casa per Tutt* e che ha visto la presenza anche dell’assessora al sociale Barbara Angelini e del sindaco Alessio Zanoni.
Il caso della famiglia Nezic
Un’occasione in cui relatori, assemblea e amministrazione hanno dibattuto confrontandosi sulla situazione altogardesana e più in particolare rivana a partire dalla situazione della famiglia Nezic. Situazione non ancora risolta definitivamente e che si protrae da diverso tempo. Stando al racconto fatto questa famiglia rappresenterebbe una di quelle sottoposte a sfratto per fine contratto e cambio di locazione. Il 29 maggio scorso l’ufficiale giudiziario ha dovuto tener conto della situazione medica della famiglia Nezic e disporre il rinvio dello sfratto al 30 settembre. Secondo la ricostruzione di Sportello Casa per Tutt* la famiglia ha sempre pagato l’affitto, ma nel 2018 si è opposta al pagamento di spese condominiali imposte unilateralmente, senza conteggi ufficiali. Lo stesso anno, la proprietà tentò di sfrattarli per morosità basandosi su quelle spese arbitrarie, se non che il tribunale di Rovereto non convalidò lo sfratto. A quel punto, alla scadenza del contratto, la proprietà ha deciso di sfrattare la famiglia per liberare l’appartamento necessario a un parente.
La situazione e le proposte
L’assemblea ha quindi messo sul tavolo alcune priorità a cominciare dall’esatta fotografia della situazione in Alto Garda. Gli amministratori rivani presenti hanno ben condiviso la necessità e hanno informato la platea si aver inoltrato all’indirizzo di Itea una missiva per chiedere conto di quanti appartamenti Itea sono oggi inutilizzati e le motivazioni. Contemporaneamente Sportello Casa per Tutt* ha relazionato sull’esistenza della Fondazione Trentino Abitare e della sua importanza soprattutto su territori, come quello altogardesano in cui gli sfratti si caratterizzano non solo per morosità e quindi disagio sociale, ma per termine dei contratti con i proprietari che decidono di passare ad una locazione breve e turistica. Il che genera famiglie lavoratrici impossibilitate a trovare alloggi per indisponibilità degli stessi. Necessario da parte di tutti prendere di petto la situazione e dare immediate risposte.
Turistificazione degli alloggi
L’amministrazione ha fatto sapere che Itea ha informato che a Riva gli appartamenti inutilizzati (detti di risulta ndr) sono 60 e ha avuto rassicurazione che 30 di questi entreranno nelle disponibilità delle graduatorie entro la fine dell’anno.
Ciò che si vuole contrastare è la turistificazione degli alloggi, ossia quel sistema che vede a poco a poco palazzine e condomini divenire assembramenti di appartamenti turistici e alloggi per le vacanze. Una sorta di teoria delle finestre rotte “al contrario” (una finestra rotta può generare fenomeni di emulazione aumentando il degrado urbano ndr). Similmente in un condominio, laddove compare un appartamento turistico si sta generando un effetto emulativo. Un appartamento ad uso turistico in una palazzina con altri alloggi, si è notato, porta nel tempo ad un aumento esponenziale del passaggio da residenziale a turistico. Con tutte le conseguenze del caso. Aumento dei prezzi di affitto e del costo della vita. Tanto che oggi, chi affitta sul turismo (e ha uno o due appartamenti) non ha guadagni così elevati. Secondo gli organizzatori non tutti gli sfratti sono uguali per questo servono attenzioni personalizzate differenziando tra chi si trova in stato di disagio sociale e chi, più semplicemente, non trova spazi.
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