Lutto

martedì 13 Agosto, 2024

È morto Vittorio Panzani, fu uno dei primi a usufruire dei matrimoni gay in Trentino

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Per cinquant'anni compagno di William Belli. La comunità Lgbt+: «Era un riferimento»

Vittorio e William, William e Vittorio. Una coppia storica, un’istituzione per la realtà Lgbt+ del Trentino. Pedagoghi di generazioni di giovani gay, che hanno accompagnato alla consapevolezza, che hanno sostenuto nei momenti difficili del coming-out, che hanno accolto in una famiglia allargata, una famiglia «queer» prima ancora che la teorizzasse Michela Murgia. L’uno e l’altro a compensarsi, dentro un equilibrio di amore e passioni, di imprese professionali e culturali. Assieme, l’anima di Piedicastello, il sobborgo che hanno vissuto con intensità, intrecciando i rapporti tra vicini, trasformando quel luogo in una nuova comunità. Quando si sono sposati, tra i primi nel 2017 subito dopo l’approvazione della legge sulle unioni civili, tutto il quartiere ha fatto festa: si è mobilitato il comitato di Piedicastello, il gruppo feste di S. Apollinare, gli Alpini, quelli della Sat. «William e Vittorio, sposi dopo 43 anni assieme», titolavano i giornali. E da quel giorno altri sette anni assieme, cinquant’anni quest’anno. Fino a quando Vittorio — Vittorio Panzani, per molti Vittorino — è morto all’età di ottant’anni domenica scorsa. «Oltre ad essere ben voluto da chiunque abbia avuto l’onore di conoscerlo, Vittorino— scrive commosso Paolo Zanella, consigliere provinciale del Pd e per molti anni presidente di Arcigay — è stata una persona davvero significative per la comunità Lgbt+ trentina. Da uomo che ha vissuto, e fatto, la rivoluzione sessuale e omosessuale negli anni Settanta, assieme al suo William, è sempre stato consapevole di quanto il personale fosse politico e ci ha fatto dono più volte della sua bellissima storia d’amore, dandoci la possibilità di poterla narrare per la causa di emancipazione delle persone omosessuali. Lo ha fatto assieme a William anche come testimonial del primo Dolomiti Pride, al quale ha partecipato con “Quelli dell’altra sponda”, la gente della sua adorata  Piedicastello». Commosso anche il commento di Lorenzo De Preto, che come presidente di Arcigay è succeduto a Zanella: «Per tanti e tante di noi, il riconoscimento della propria alterità è accompagnato da un senso di profondo spaesamento. Una sensazione di sradicamento dolorosa che, se non dettata dal solo percepirsi diversi, è troppo spesso conseguenza di una recisione violenta attuata da famiglie e contesti sociali respingenti ed escludenti. La scoperta di una comunità a cui appartenere è un’esperienza che va al di là di una misera etichettatura solo quando vissuta nella pienezza della dimensione collettiva. È, infatti, la scoperta di un nuovo luogo vivo cui appartenere, di un nuovo albero genealogico a cui ascrivere il proprio nome». E spiega, riconoscente: «Ho avuto l’enorme piacere di conoscere Vittorio e il suo William in una fase della mia vita in cui (ri)conoscere anche me stesso, scoprire nella loro storia non solamente il valore storico della memoria ma il vivo richiamo a un presente verso cui nutrivo, allora, timore e pregiudizio. E so di non essere il solo. Ho sentito la presenza di Vittorio nei momenti in cui la nostra comunità (e, quindi, ognuno/a di noi) ne ha avuto bisogno, con un senso di partecipazione mai scontato e sempre sincero e arricchente». E continua nel ricordo: «Nella spensieratezza del loro abbraccio e del loro racconto hanno permesso a tanti di noi di sentirsi un pelino meno soli, ma parte di una famiglia proprio quando ce n’era più bisogno. La memoria di quanto Vittorio ha donato alla nostra comunità andrebbe riconosciuta e restituita con pari generosità. La sua presenza, il suo amore vissuti autenticamente, senza maschere, meritano di mantenersi vive nel modo in cui scegliamo di essere presenti per gli altri». I funerali, per l’ultimo saluto, sono previsti per oggi, alle ore 11, nella chiesa parrocchiale di Piedicastello.