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domenica 16 Giugno, 2024

Dopo le piogge record, la prima fiammata africana: zero termico a quota 4000 metri

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La situazione a pochi giorni dal solstizio: in Trentino pioggia recod, con accumuli che di norma si raggiungono a fine ottobre. Tanta neve in montagna, l'esperto «a quote alte è normale»

Il caldo estivo, quello vero, arriverà con il «solito» movimento che i meteorologi hanno imparato a conoscere bene. Inizia tutto tra la penisola iberica e l’oceano Atlantico: basta una depressione che si incagli un attimo ed è subito anticiclone africano verso est, alla longitudine in cui si trova l’Italia. Ed è quello che accadrà la prossima settimana, con la prima ondata della stagione, questa volta in ritardo, se non nel calendario astronomico (il solstizio è il 21 giugno) nel trend degli ultimi anni in cui i trenta gradi si superavano abbondantemente già a inizio giugno. Quest’anno «gira» diversamente. Il «trentello», a dire il vero, è già stato sfiorato dalle centraline meteo nel territorio provinciale già ad aprile (29,7 gradi la massima registrata il 14 del mese a Rovereto), da allora è seguito il periodo sotto media più rilevante degli ultimi due anni.

La prima fiammata
Durerà, però, ancora poco. Dopo una domenica ancora fresca, da lunedì riprenderà la crescita delle temperature che rimarranno vicine alle medie del periodo fino a giovedì. Da venerdì si potranno superare i trenta gradi (la media massime per Trento, a giugno è di circa 25), con la possibilità, ma che dovrà essere confermata, di arrivare anche fino a 34 gradi, mentre al sud si potrebbero raggiungere anche i 40. La settimana, inoltre, potrebbe essere la prima, dopo molto tempo, a non vedere precipitazioni. Per il fine settimana prossima, Meteotrentino prevede lo zero termico a quota quattromila metri.

Maggio fresco, primavera calda
Il primo fresco inserito in un contesto, a livello locale, «caldissimo», che va avanti con pochissime interruzioni da anni ha portato a un po’ di incredulità. «Ma non c’era il global warming?», «E la siccità?», sono tormentoni che si leggono sui social quotidianamente. I dati parlano di una realtà diversa. Maggio è stato il primo mese sotto la media climatica (che viene calcolata sugli ultimi trent’anni) da un anno a questa parte: a Trento, in particolare è finito a -0,7 gradi dalla media. Ma il semestre primaverile (che inizia il primo marzo e finisce il 31 maggio, per la statistica meteorologica) è stato più caldo di 0.6 gradi. Il tutto in un contesto che, a livello globale, vede un’anomalia che arriva fino a +1.5 gradi al mese. La vera anomalia sono state le precipitazioni che hanno, sul Nordest dell’Italia, hanno infranto ogni record.

«Neve in montagna? Normale»
Un’altra immagine di questa primavera sono le montagne ricoperte di neve. Attenzione: si parla di alta montagna. Anzi, altissima. La Marmolada, con le immagini pubblicate quasi quotidianamente da Carlo Budel, gestore del rifugio di Punta Penia, ma anche il passo dello Stelvio, dove la neve ha fatto saltare una tappa del giro d’Italia. E in montagna la neve, in queste settimane, ha messo in difficoltà molti escursionisti, non attrezzati per questa eventualità, come sanno bene i soccorritori del soccorso alpino, impegnati in molti interventi di questo tipo. Chi segue la meteorologia, però, sa che la situazione è piuttosto normale. «Molte persone non sanno che sopra i 2.700 metri ci dovrebbero essere le nevi perenni — spiega Filippo Orlando, dell’Associazione di promozione sociale “Meteo Trentino Alto Adige” — la Marmolada è una cima con tanto di ghiacciaio, quanto allo Stelvio, stiamo parlando di un valico nel cuore delle Alpi, circondato anch’esso da ghiacciai. Le muraglie di neve sono effetto non del freddo ma delle forti precipitazioni degli ultimi mesi». Orlando, che gestisce anche una stazione meteo a Rovereto, invita anche a «distinguere il meteo dal clima». «Questo periodo che stiamo vivendo — sottolinea — arriva in un contesto molto caldo: nei decenni passati era normale, a giugno, vedere di tanto in tanto una spolveratina di neve anche sui monti attorno a Trento: quest’anno non è successo. Molto più anomala, invece, la situazione registrata lo scorso anno, con diverse giornate con 35 gradi a fondovalle. Picchi che se isolati non sono particolarmente strani, ma che ripetuti danno l’idea di un’anomalia opposta e ben più persistente».

Si «scarica» Santa Giustina
I temporali degli ultimi giorni hanno riempito il già ricolmo lago di Santa Giustina fino oltre i limiti (l’altezza dell’invaso è fissata a 521 metri). Per la prima volta dal lontano 2002, i tecnici di Hde hanno proceduto ad alzare la paratia che scarica l’acqua nel fiume Noce. Il record di piovosità su base annuale (ovviamente aggiustato allo stesso periodo dell’anno) è stato superato alla stazione di Trento Laste lo scorso 30 maggio. Da allora si è sempre cresciuti: allo stato attuale sono caduti, sul capoluogo 793,8 millimetri di pioggia, oltre il doppio (371) della media. Si tratta della stessa quantità che, normalmente, si raggiunge a fine ottobre.