politica

giovedì 10 Aprile, 2025

Dopo l’addio a FdI, Daldoss e Girardi pensano a un polo civico. «Eravamo diventati Fratelli di Urzì e Gerosa»

di

I due ex consiglieri di Fratelli d'Italia valutano le condizioni per un progetto territoriale

Il terzo mandato è stato solo «il casus belli». L’occasione perfetta per fare quel passo su cui stavano meditando già da tempo. «Non sapevamo più se eravamo entrati in Fratelli d’Italia o in Fratelli di Urzì e Gerosa», questa la sintesi (sferzante) dei consiglieri Christian Girardi e Carlo Daldoss, che ieri mattina hanno comunicato il loro addio al partito di Giorgia Meloni pochi minuti prima del voto sul disegno di legge «Bisesti». E ora i due pensano già a un nuovo soggetto politico, un polo territoriale che, a detta di qualcuno, potrebbe inglobare anche La Civica di Gottardi.

Formalmente i due ex meloniani sono ancora all’interno del gruppo consiliare di FdI. Nelle prossime settimane potrebbero confluire nel Misto (ritrovando l’altro ex meloniano Claudio Cia) o in un’altra formazione. Di certo non possono creare un nuovo gruppo: la legge non lo permette.

La loro storia nel partito di Meloni è durata meno di due anni: il tempo di un’elezione. «Noi ringraziamo e abbiamo massimo rispetto per il partito e le persone di Fratelli d’Italia», ha premesso Daldoss nella conferenza stampa convocata nel primo pomeriggio di ieri insieme a Girardi. «Io mi sono candidato su richiesta di FdI, ma mettendo per iscritto le caratteristiche che il partito avrebbe dovuto assumere in Trentino per essere riconosciuto anche a livello locale, soprattutto in una terra autonomistica. Del resto — ha aggiunto lo stesso Daldoss — la mia storia personale proviene da un centro moderato, per certi versi distante da Fratelli d’Italia».

Sindaco di Vermiglio dal 1990 al 2010, Daldoss, infatti, si candidò per la prima volta con l’Udc e poi nel 2013 fu chiamato da Ugo Rossi come assessore tecnico agli enti locali. E alla fine di quella legislatura (2013-2018), quando capì che il governatore delle Stelle alpine non sarebbe stato ricandidato, si propose alla guida del polo civico, pronto a correre come candidato presidente del centrosinistra. Ma gli stessi civici, Valduga e Oss Emer, lo congedarono in fretta.

E si arriva così al 2023 quando torna in politica, abbracciando la fiamma tricolore. «Ma già durante la campagna elettorale si è persa la moderazione tipica del Trentino — ha spiegato Daldoss — Lo slogan “l’Autonomia si governa a Trento e si difende a Roma” non si è attuato. Non solo. C’è stata una concentrazione del partito in singole figure, che non ha favorito la gestione plurale del partito. Il terzo mandato — ha concluso il consigliere — è piuttosto un casus belli che ha fatto emergere questo disagio». Sulla stessa lunghezza d’onda Girardi, che prima di essere eletto in Consiglio è stato sindaco di Mezzolombardo per quasi otto anni. «Quando sono stato contattato da FdI avevo chiesto di aderire a un partito aperto, che, oltre alla tradizione nazionale, doveva radicarsi in Trentino — ha detto — Avevamo ricevuto ampie rassicurazioni su questo, ma poi non c’è stata la possibilità di partecipare alla costruzione politica del partito. Quello che è avvenuto alle stesse Provinciali non è stato un grande risultato: sembrava una candidatura alla minoranza della maggioranza».

Nemmeno due anni fa, però, chiedevano il voto agli elettori meloniani. Il coordinatore regionale di FdI Urzì ha accusato i due di aver tradito il mandato assegnato dai cittadini. «A dire il vero, negli ultimi mesi io sono stato richiamato dai miei elettori perché stavo tradendo il mandato che mi avevano dato», ha replicato Daldoss. «Ci trovavamo sempre più nell’imbarazzo di dover giustificare le nostre scelte», gli ha fatto eco Girardi.

E ora? Quale sarà la traiettoria politica dei due? «Valuteremo se ci sono le condizioni per creare un progetto territoriale che riesca a rispondere alle esigenze del Trentino. In aula non cambia nulla: restiamo in maggioranza. E non chiederemo nuovi incarichi», ha spiegato Daldoss.

«Non abbiamo ancora tutte le carte in tavola — ha aggiunto Girardi — ma qualche idea ce l’abbiamo: vogliamo costruire un soggetto territoriale, con un sapore innovativo. Dopo il ponte del 1° maggio saprete qualcosa di più».
Daldoss, però, ricopre anche la carica di assessore regionale alla previdenza. «Se la maggioranza provinciale mi chiederà di lasciare, lascerò, altrimenti no», ha fatto sapere il diretto interessato.

Dunque resterà al suo posto: dopo l’atto di fedeltà difficilmente Fugatti gli chiederà di fare un passo indietro. E così FdI rimarrà senza assessore in Regione.