ECONOMIA

giovedì 18 Aprile, 2024

Crisi del commercio, dal 2010 al 2023 spariti 764 negozi: soffrono abbigliamento, ferramenta, edicole e cartolerie

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In controtendenza la vendita di medicinali (+43) e di articoli medicali e ortopedici (+27). Fiemme e Valsugana i territori più colpiti: la mappa delle chiusure

Sembra quasi inesorabile la crisi del commercio al dettaglio. Il 2023 si è chiuso con 134 attività in meno, ma soprattutto, nei tredici anni dal 2010 al 2023 sono spariti 764 negozi, in media una sessantina all’anno. La fotografia è stata scattata ieri dalla Camera di commercio di Trento attraverso un’elaborazione dei dati del Registro delle imprese curata dall’Ufficio studi, che evidenzia anche i territori più colpiti.
La mappa delle chiusure
In tredici anni, appunto, il Trentino ha perso 764 esercizi al dettaglio. Analizzando le diverse zone, si riscontra un andamento disomogeneo a livello territoriale. Le comunità di valle più colpite sono la Valle di Fiemme (-22,4% negozi in 13 anni), la Valsugana e Tesino (-21,2%), le Giudicarie (-19,4%) e la Val di Non (-18,6%). Mentre la Rotaliana, la Paganella e l’Alto Garda e Ledro esprimono una maggiore capacità di tenuta.
Cresce la superficie
Le città di Trento e Rovereto ospitano il 28,6% dei negozi dell’intera provincia e il 34,9% della superficie di vendita. Il peso del capoluogo, però, è 2,5 volte quello di Rovereto, con una dotazione di 1.665 esercizi per una superficie totale di 221.232 metri quadrati (contro i 639 negozi della Città della Quercia per 97.898 metri quadrati). Seguono Riva del Garda con 427 esercizi (40.844 metri quadrati) e Pergine Valsugana con 298 negozi (37.441 metri quadrati).
In generale, il Trentino è stato interessato da un aumento significativo della superficie media dei punti vendita negli ultimi 13 anni, che è passata dai 114 metri quadrati nel 2010 ai 141 metri quadrati nel 2023.
Aumentano i «medicali»
Se si considera la specializzazione dell’attività di vendita, dal 2010 alla fine del 2023 si registra un calo significativo degli esercizi di articoli di abbigliamento (-127), di ferramenta-vernici-vetro piano e materiali da costruzioni (-103), prodotti tessili (-90) e di giornali e articoli di cancelleria (-85). In controtendenza, invece, i negozi dediti alla vendita di medicinali (+43), di altri prodotti alimentari in esercizi specializzati (+34) e di articoli medicali e ortopedici (+27).
Ambulanti in flessione
Sempre a fine 2023 le imprese che svolgono attività di vendita al dettaglio al di fuori dei negozi sono 851, di cui 407 dedite al commercio ambulante (erano 728 nel 2010) e 294 al commercio online (erano 55 nel 2010). Seguono 68 unità locali che svolgono vendita a domicilio, 22 che effettuano commercio per mezzo di distributori automatici e 59 che commerciano per corrispondenza, telefono, radio, televisione e (anche) Internet.
Sul fronte dell’occupazione, il commercio al dettaglio dà lavoro 15.807 persone.