Politica

domenica 20 Novembre, 2022

Centrodestra o centrosinistra: il Patt decide entro gennaio

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E intanto il Pd assicura di voler trovare il candidato presidente all'inizio del 2023

Il prossimo gennaio — se i partiti manterranno l’impegno — sarà un mese decisivo per la politica Trentina in vista delle elezioni provinciali del 2023. Le Stelle Alpini fanno sapere che entro quella data decideranno da che parte stare, se con la coalizione di centrodestra o con quella di centrosinistra. Poche settimane, tempi stretti se si considerano anche le festività: «Ma dobbiamo decidere, non possiamo aspettare all’ultimo, altrimenti sembra davvero di salire sulla barca di chi, alla vigilia elettorale, sembra quella con più possibilità di vincere la sfida elettorale». Questo dicono i massimi dirigenti del partito autonomista, anche se non anticipano quale sarà la scelta: «Vedremo, ci sono tanti problemi sia da una parte che dall’altra. Non è che tiriamo la proverbiale monetina, ci sono questioni da approfondire, da affrontare».
Dicono che se si ascolta la base, nemmeno quella è unanime: «C’è chi dice pesta e corna della Lega, ma anche chi non sopporterebbe di tornare ancora con il Pd, di cui molti non si fidano, ricordando lo strappo del 2018», quando proprio alcuni nel Pd, spalleggiati da Futura, avevano messo in discussione i bis di Ugo Rossi, governatore uscente. Successe l’irreparabile, che il Patt andò da solo e il centrosinistra candidò Giorgio Tonini, che obtorto collo accettò di correre alla giuda di una coalizione data a quel punto per perdente.
Tra gli elettori autonomisti serpeggia ancora la contrarietà ideologica all’alleanza con Fratelli d’Italia, così com’è stata storicamente la contrarietà a tutti i partiti «discendenti» del partito Fascista: l’Msi, Alleanza Nazionale. Perché furono i fascisti a «italianizzare» il Sudtirolo. Ma questa contrarietà, nell’ultimo anno, ha perso molto della sua perentorietà: «Molti vedono un cambio di atteggiamento. Giorgia Meloni è premier, cosa che ha sdoganato la destra sia in Italia che in Europa. L’etichetta di nostalgica del fascismo non regge più. E poi — continuano i dirigenti autonomisti che riportano i sentimenti più autentici della base — i primi passi di questo governo non sono male per quanto riguarda il rispetto delle nostre prerogative di Provincia autonoma. Su orsi e lupi, ma anche sull’impegno a non impugnare le nostre leggi, sull’apertura alle autonomie, sul riconoscimento della nostra specialità dichiarato nel primo intervento alla Camera dei deputati dalla stessa presidente del Consiglio».
Anche il centrosinistra ha preso un impegno per gennaio: «Entro quella data — dichiarava la segretaria del Pd — sceglieremo il candidato presidente». Chissà se sarà vero, perché sono evidenti le difficoltà a mettere d’accordo tutti. Perché i partiti nella coalizione alternativa a Fugatti sono molti, a cui si è aggiunto da ultimo anche il movimento degli ex del Patt Michele Dallapiccola e Paola Demnagri che hanno fondato «Casa Autonoma.eu». I partiti della coalizione hanno accolto a braccia aperte questa nuova forza che si professa come «progressista». Forse troppo calorosamente perché il Patt — che non ha ancora scelto da che parte stare — ha detto chiaro e tondo che al tavolo in cui ci sono i fuoriusciti non si siede. Ma allora, perché questo calore invece di una più prudente tiepida accoglienza? «Perché ormai è chiaro che il Patt va per la sua strada — commentano alcuni esponenti di spicco dei partiti del centrosinistra — che non è la nostra. Dicono ormai apertamente che Fratelli d’Italia non è più un tabù, Panizza esce con dichiarazioni sul tema dell’immigrazione che nemmeno Salvini. E senza Dallapiccola e Demagri che spingevano verso di noi, ora il Patt è alla deriva, ma verso destra».
Se sarà così si vedrà forse a gennaio, ma a quel punto se le Stelle Alpine si uniranno al centrodestra la possibilità di vittoria per i il centrosinistra si affievolisce molto. C’è chi ha fatto i conti nel Pd: «Elettoralmente il Trentino è spaccato a metà, e il Patt farà la differenza».