Migranti

domenica 6 Novembre, 2022

Catania, lo sbarco di parte dei naufraghi. Papa Francesco: «L’Ue non lasci sola l’Italia»

di

Bambini piccoli e minori sono stati fatti sbarcare dalla nave Humanity 1, della ong Sos Humanity, e dalla Geo Barents. A bordo sono rimasti «tutti uomini adulti, senza problemi medici». Lo scontro è su chi non può scendere, come prevede il decreto del governo sui flussi migratori

Sono sbarcati al porto di Catania 144 dei 179 migranti che erano a bordo della nave Humanity 1, della ong Sos Humanity. Un centinaio di questi sono minorenni in accompagnati, fa sapere il Viminale. Sono rimaste a bordo trentacinque persone – «tutti uomini adulti, senza problemi medici» – che «le autorità italiane sembra non vogliano lasciar sbarcare», riferisce la Ong. Gli altri sono stati portati in centri di accoglienza. A Catania c’ea anche la Geo Barents: sono sbarcate oltre duecento persone su 572.
Lo scontro è su chi non può scendere, come prevede il decreto del governo sui flussi migratori. Il livello di tensione è altissimo. Lo dice con fermezza il comandante della Humanity 1, Joachim Ebeling, spiegando: «ci è stato ordinato di lasciare il porto di Catania. «Ma io non posso – spiega – dobbiamo trovare una soluzione qui» perché «sarebbe contro le leggi andare via con i sopravvissuti, come mi ha spiegato il mio legale».
E presto il confronto potrebbe spostarsi in aule giudiziarie: «Un pool di avvocati – annuncia Aboubakar Soumahoro, deputato della Camera di Verdi e Sinistra italiana – sta seguendo la posizione legale dei 35 profughi rimasti a bordo della nave Humanity 1. Non partiranno, perché sarebbe illegale. Ci stiamo attivando per fare valere la legge e il diritto internazionale». Intanto le persone rimaste sull’imbarcazione della ong si affacciano dalla barca e seguono il movimento sul molo di Levante. E quando passa l’esponente di Sinistra italiana, Pierpaolo Montante, che si batte il pugno sul cuore, dalla nave scattano due fragorosi applausi che commuovono il politico rimasto senza voce nello scandire, assieme a decine di attivisti, slogan contro le regole migratorie del governo.
Per Medici senza frontiere «un’operazione di soccorso si può considerare terminata solamente una volta che tutti i sopravvissuti sono stati fatti sbarcare in un luogo sicuro». La ong contesta che «lo sbarco selettivo e parziale, come quello proposto dalle autorità italiane, non è da considerarsi legale secondo le convenzioni di diritto marittimo» e ricorda che «il governo dovrebbe prendere ogni misura necessaria per far sì che i sopravvissuti restino a bordo il minor tempo possibile, secondo quanto stabilito dalle Linee Guida sul Trattamento delle Persone Soccorse in Mare».
Anche dalla Geo Barents i primi a scendere sono minorenni e bambini piccoli: in queste ore sono sbarcati già 56 minori non accompagnati, 3 donne e 41 componenti di nuclei familiari. Saranno portati nel Palaspedini, impianto sportivo del Comune, dove ieri erano stati condotti quelli sbarcati da Humanity 1 – ne sono scesi 102 di cui cento non accompagnati – che sono trasferiti in strutture per minorenni.
Resta da capire cosa succederà alle navi delle ong che, una volta sbarcati donne, bambini, fragili e famiglie, si rifiuteranno di lasciare le acque italiane con a bordo gli altri migranti nonostante le disposizioni del decreto e se, sul mancato rispetto del nuovo provvedimento, interverrà la magistratura con indagini e sequestri.
Le proteste del mondo degli attivisti, contrario allo «sbarco selettivo», intanto non si sono fatte attendere. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, è stato contestato da alcuni esponenti della ong Mediterranea a Venezia mentre partecipava a un evento e il Pd, con Letta, chiede che il responsabile del dicastero riferisca in Aula al Parlamento. Ma la «linea dura» è confermata dal governo e il «braccio di ferro» con le ong sembra destinato a durare ancora, con due posizioni che appaiono inconciliabili. Altre due navi Ong restano ancora al largo delle coste del Catanese: la tedesca Rise Above, con a bordo 90 persone, e la norvegese Ocean Viking, con 234 migranti.
Sull’emergenza migranti e sulla situazione di queste ore nel Mediterraneo è intervenuto anche Papa Francesco. «La vita va salvata, il Mediterraneo è un cimitero, forse è il cimitero più grande» ma «l’Italia, questo governo, non può fare nulla senza l’accordo con l’Europa, la responsabilità è europea», ha detto Bergoglio. «Ogni governo dell’Unione europea deve mettersi d’accordo su quanti migranti può ricevere» e «l’Unione europea deve prendere in mano una politica di collaborazione e di aiuto, non può lasciare a Cipro, alla Grecia, all’Italia e alla Spagna la responsabilità di tutti i migranti che arrivano alle spiagge», ha aggiunto.