Accorpamenti

venerdì 17 Marzo, 2023

Cassa di Trento chiude 13 sportelli. Paolo Pojer: «Accorpiamo le filiali per dare un servizio migliore»

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Dopo Interporto, Roncafort, Romagnano, Piedicastello, Pressano, tocca a Sardagna, Cadine, Cimone, Garniga, Lases, Montesover, Faver, Grumes. Più bancari per sede, da inizio anno 25 nuovi assunti e altri 11 in arrivo

Le filiali della Cassa di Trento, Lavis, Mezzocorona, Valle di Cembra e Alta Vallagarina passeranno dalle 49 del 2022 a 36 entro settembre, 13 in meno. In questi giorni il piano sportelli viene illustrato dai vertici della banca ai soci negli incontri preassembleari (vedi sotto). Le filiali Interporto e Roncafort sono già state accorpate a Gardolo. Romagnano è confluita su Ravina, mentre Piedicastello è passata in parte alla filiale di via Nazario Sauro, in parte a quella di via Fratelli Fontana. è di questi giorni la notizia della chiusura della filiale di Pressano, che confluisce in Lavis (Il T di ieri). Chiuderanno le sedi di Sardagna e Cadine, che verranno accorpate a Sopramonte. I soci e clienti di Cimone e Garniga faranno capo ad Aldeno. Lo sportello di Lases confluirà in quello di Albiano, Montesover in Sover, Faver e Grumes in Cembra.
Nessun riflesso sui dipendenti, che restano 380. Ma dopo gli esodi concordati di 170 bancari negli scorsi anni, ora è il momento delle nuove assunzioni: 25 nei primi mesi dell’anno e tra poco altre 11.
«La banca e il sistema bancario stanno cambiando – sottolinea il direttore generale Paolo Pojer (nella foto in alto a destra) – Il digitale sta sottraendo attività agli sportelli. Ma non chiudiamo per problemi di costi: accorpiamo filiali che distano tra loro uno, due o tre chilometri per dare un servizio migliore, perché le competenze necessarie non si riescono ad avere in sportelli con due operatori». L’obiettivo è «far bene banca». Né la chiusura di alcuni sportelli, né i processi di fusione, dice Pojer riferendosi anche alle discussioni sul progetto Trento-Novella e Banca del Trentino Alto Adige, allontanano la Cassa dal territorio. «Anzi, è proprio perché siamo solidi che possiamo sostenere meglio il territorio».
Il direttore ricorda che Cassa di Trento ha 2 miliardi di euro di crediti, di cui circa 800 milioni alle imprese e 1,2 miliardi alle famiglie. Di essi, 1 miliardo 150 milioni circa sono mutui casa. «Mille mutui l’anno in media» rimarca Pojer. I crediti anomali sono pressoché azzerati al netto delle coperture. La banca ha comprato 120 milioni di crediti fiscali da superbonus 110% e ne ha 40 milioni in attesa di essere sbloccati. Trento ha chiuso il bilancio 2022 con un utile record vicino ai 19 milioni. E si precisa l’utile complessivo delle 12 Rurali trentine: 120,4 milioni.
In questo contesto le filiali devono saper dare servizi evoluti e consulenza e questo non si può fare se sono troppo piccole. Le critiche verso le chiusure, non solo delle Rurali come si è visto in questi anni, si riferiscono soprattutto alla clientela più anziana, che non utilizza gli strumenti digitali. «Il cda è consapevole di questo problema – dice Pojer – Abbiamo anche pensato a percorsi formativi».
Ma oggi su famiglie e imprese incombe un ulteriore rischio: l’aumento dei tassi di interesse. L’effetto dei tassi più alti si vede già nell’incremento del margine di interesse della banca. Ieri la Bce ha alzato di nuovo il tasso di riferimento dal 3 al 3,50%. «La preoccupazione c’è, problemi concreti ancora no – sostiene Pojer – Le imprese, tranne la grande distribuzione, stanno chiudendo il 2022 con buoni margini e utili. Tra i privati c’è qualche difficoltà, soprattutto in chi ha mutui a tasso variabile». Ieri il Centro tutela consumatori di Trento ha dato alcune indicazioni sulla rinegoziazione o la surroga dei mutui. «Molti passano dal tasso variabile al fisso, come previsto anche dalla legge – precisa Pojer – In alcuni casi andiamo incontro al cliente allungando il mutuo. Ma i casi di difficoltà sono ancora pochi».