Scuola
giovedì 29 Maggio, 2025
Caso Prati, la lettera di un papà: «Ansia e crisi di pianto tra i ragazzi. Alla studentessa che parla del clima teso dico: non sei sola!»
di un genitore
Dopo la lettera di una giovane iscritta al classico di Trento, interviene un genitore. «Tutto vero e reale quanto scritto, chi è fragile è in difficoltà»

Pubblichiamo di seguito la lettera integrale inviata da un genitore di una studentessa del Prati. Per tutelare la sua identità non pubblicheremo il nome che, tuttavia, è stato correttamente indicato alla redazione.
Dopo aver letto l’articolo iniziale sul liceo Prati avrei voluto scrivervi una lettera per segnalare alcuni aspetti pesanti della scuola dove ogni mattina si reca mia figlia.
Successivamente è stata pubblicata una lettera di una studentessa e con mia soddisfazione ha detto e denunciato le stesse cose che avrei voluto segnalare io in un mio scritto in quanto quotidianità vissuta da mia figlia.
Do quindi massima solidarietà alla ragazza: non sei sola!
Ora, dopo aver sottoscritto pienamente la lettera, aggiungo il punto di vista di un genitore: vedo mia figlia, ragazza aperta, solare, sociale, incupirsi quando si parla dei temi legati alla gestione del «Prati» che comunque nonostante tutto non vuole abbandonare. Questo è un pessimo segnale, deprimere e terrorizzare degli adolescenti con trattamenti assurdi da parte di quelli che dovrebbe essere educatori ed ad esempio per i ragazzi è davvero un pessimo atteggiamento se non criminale!
Tutto vero e reale quanto scritto: no extra attività, ansia, pianto, crisi di panico, sensazione indotta di inadeguatezza. Se un individuo ha una personalità fragile le conseguenze possono essere pesanti.
Qualora voleste fare i giornalisti veri e non limitarvi a riportare frasi inerenti ispezioni concordate e interviste agli studenti programmate vi forniscono un suggerimento: quale punto di partenza per una inchiesta degna di questo nome recatevi all’ospedale cittadino «Santa Chiara» e chiedete al reparto pediatria, a chi si occupa di ragazze e ragazzi con panico, ansia, anoressia (abbastanza pesanti da essere riconosciuti ed ammessi dai ragazzi dalle loro famiglie) qual è la provenienza (scolastica) dei loro pazienti.
Per finire, e qui mi auto accuso, valutate l’omertà che viene fomentata da un ambiente tossico: la studentessa si deve firmare “una studentessa del prati“ ed io, visto che le ripercussioni di questo mio scritto non ricadrebbero su di me, ma su qualcuno a me caro, mi devo firmare : “un genitore di uno studente del prati“.
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