La storia

giovedì 10 Novembre, 2022

Cerca una casa in affitto ma non la trova: «Non vogliono stranieri, però sono qui da vent’anni»

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Ismaila Gueye ha 40 anni e da otto è in affitto nella stessa casa, ad Arco. A marzo dovrà lasciare l’appartamento insieme alla moglie e i tre figli: scaduto il «4+4», il proprietario non intende fare un nuovo contratto alla famiglia. E non trova alternative

La sua paura è che un giorno possa essere separato dalla famiglia. Che gli assistenti sociali trovino un alloggio per la moglie e i tre figli, e lui sarà costretto a vivere lontano da loro. Una storia che conosce bene perché l’ha vista scorrere sulla pelle di sua cugina. E non «permetterò mai che succeda una cosa del genere». Ismaila Gueye ha 40 anni, da vent’anni vive in Trentino, da otto in affitto nella stessa casa, ad Arco. A marzo dovrà lasciare l’appartamento insieme alla moglie e i tre figli: scaduto il «4+4», il proprietario non intende fare un nuovo contratto alla famiglia. Lui lavora da quattordici anni alla Troticoltura Armanini, la moglie, Awa Ba, in attesa del quarto figlio, è una lavoratrice stagionale del settore alberghiero. Ora stanno cercando una nuova casa ma non riescono a trovarla: i proprietari propongono solo contratti transitori, i prezzi sono i folli e spesso i proprietari non vogliono «stranieri». «Ma noi viviamo qui da tanti anni, quindi abbiamo diritto di avere un tetto in cui possiamo stare con la nostra famiglia, uniti…».

Due settimane fa il Centro sociale Bruno ha organizzato una manifestazione ad Arco per puntare i riflettori sull’emergenza abitativa. Lei è sceso in piazza e ha deciso di raccontare la sua storia, perché lo ha fatto?

«Perché ho gli stessi problemi che hanno tutti gli altri. Da otto anni vivo in questa casa, ma il proprietario mi ha detto che a marzo, al termine del contratto, devo lasciare l’appartamento. Perché? Noi non abbiamo mai saltato un mese di affitto, non so quali siano i progetti del proprietario. Ora stiamo cercando un appartamento ma non riusciamo a trovarlo: io lavoro, mia moglie lavora, ma è un casino. A marzo cosa faccio con i miei figli?».

Quali problemi state incontrando?

«Ci sono molti appartamenti chiusi oppure molti altri che vengono affittati solo per pochi mesi, per poi lasciarli liberi ai turisti. Noi cerchiamo solo una casa dove si può vivere come si deve con i figli. E poi c’è il problema dei prezzi: per appartamenti con una sola camera  ti chiedono dai 650 agli 800 euro. È  un casino. Mia sorella abita a Riva ed è costretta a vivere in una casa con un’alta famiglia perché non trovano un appartamento».

Vi siete rivolti alle agenzie immobiliari?

«Alcune agenzie, non appena vedono che sei extracomunitario, ti escludono. Ti dicono: il proprietario non vuole stranieri. Io vivo qua da tanti anni, sono senegalese, ma  ho la cittadinanza italiana. Non tutti gli stranieri sono uguali, non sono tutti uguali nel mondo, a prescindere che tu sia italiano o straniero. E poi spesso i proprietari ti chiedono la fideiussione bancaria, ma non tutti possono permettersela».

Cosa farete se non riuscirete a trovare un appartamento entro marzo?

«Non so cosa faremo. Non so dove sbattere la testa. Sto pensando ai miei figli».

Quanti anni hanno?

«Uno 12 anni, l’altra 8 e l’altra 4 e mezzo. Hanno fatto le scuole qua, sono nati qua, sono italiani. Io vorrei anche comprare una casa ma oggi non posso permettermela. Non capisco perché i proprietari chiudano le case. Non pensavo che in Trentino potesse succedere una cosa del genere. Il mio problema è un problema di tante altre persone che vivono qua, sia italiane che extracomunitarie».

Qual è la sua paura?

«Che a marzo venga qualcuno a sfrattarci. A mia cugina sono andati sotto casa con l’avvocato e l’ufficiale giudiziario e poi l’assistente sociale le ha dato un alloggio con i suoi due bambini e il marito si è dovuto arrangiare. Ma questo significa separare la famiglia. Non permetterò che succeda una cosa del genere, perché uno che lavora e paga le tasse non può fare questa fine. La mia paura è questa, di non trovare appartamenti con la mia famiglia. Questa cosa non l’accetto, nessuno mi separa con la mia famiglia».

Avete fatto domanda per una casa popolare?

«Sono andato a fare domanda per una casa Itea, ma abbiamo un reddito troppo alto. Mi hanno detto di cercare casa il più presto possibile. Gli ho detto: “Trovatemi un appartamenti e io lo pago”. Cosa devo fare? Non devo lavorare così rientro in graduatoria?».

State pensando di lasciare il Trentino?

«Se si continua così, se non troviamo un posto per i nostri figli, saremo costretti. Io non posso vivere fuori con i miei figli: è impossibile».

Perché ha deciso di esporsi pubblicamente?

«Viviamo qui da tanti anni, quindi abbiamo diritto di avere un tetto in cui possiamo stare con la nostra famiglia, uniti…».