la protesta
martedì 13 Dicembre, 2022
Carceri, i sindacati (Osapp): «A Spini di Gardolo situazione organico pessima»
di Redazione
Manca più o meno il 25% del personale, mentre c'è un 25% in più di popolazione carceraria: 309 uomini e 36 donne rispetto ai 240 previsti

Leo Beneduci, segretario generale dell’Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria (Osapp), non ci gira troppo attorno e in un punto stampa davanti al carcere di Spini ammette che «la situazione dell’organico nella Casa circondariale di Trento è pessima». Secondo il sindacalista dovrebbe esserci un organico teorico di 225 unità, mentre ce ne sarebbero 163. «Manca più o meno il 25% del personale, mentre c’è un 25% in più di popolazione carceraria: 309 uomini e 36 donne rispetto ai 240 previsti», ha detto Beneduci.
«Sappiamo che in manovra di bilancio, a livello governativo, c’è una norma che dovrebbe aumentare l’organico di 250 unità nette, non in base ai pensionamenti, per i prossimi quattro anni – ha aggiunto il segretario -. Non sappiamo quanti agenti potrebbero arrivare a Trento, ma se consideriamo che mancano 60 unità ci chiediamo quando mai verranno colmate».
Il sindacato lamenta una situazione insostenibile anche per quanto riguarda i turni degli agenti di polizia penitenziaria.
«Il turno massimo – ha approfondito Beneduci – dovrebbe essere di nove ore, ma si contano anche turni di dodici ore. Il problema è che si accumulano ore di straordinario non pagate, riposi non fruiti e ferie degli anni precedenti».
Maurizio La Porta, delegato nazionale Osapp, ha parlato di «circa 150-170 eventi critici nel 2022 nella casa circondariale di Trento, un 15% in più rispetto all’anno scorso, mentre l’anno più difficile rimane comunque quello del Covid. Gli eventi critici – ha precisato poi – comprendono non soltanto le aggressioni, ma anche barricamenti e tentati suicidi. Il più grave è avvenuto a ottobre, nella sezione femminile, mentre il mese scorso un poliziotto è stato aggredito da un detenuto ed è dovuto ricorrere alle cure sanitarie».
«Speriamo – ha aggiunto in conclusione Beneduci – che il nuovo ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il quale, essendo un ex magistrato, finora si è occupato solo di giustizia, inizi a comprendere che il percorso del tribunale non si ferma alle aule di giustizia, ma continua qui, in carcere. E se questo carcere produce soggetti peggiorati, chi ne subisce le conseguenze siamo in primo luogo noi, la polizia penitenziaria, ma successivamente anche tutti i cittadini».
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