il caso

domenica 11 Febbraio, 2024

Cappuccini: in via della Cervara a distanza di un anno il convento è chiuso. Nessuna soluzione

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Manca l’accordo tra diocesi e provincia veneta dei frati. La chiusura definitiva ad agosto 2023. La Curia aveva assicurato iniziative, ma è tutto fermo. Ipotesi speculazione edilizia

Pareva cosa fatta e invece è ancora tutto in alto mare. Il 31 agosto dello scorso anno, gli ultimi frati cappuccini del plurisecolare convento di via della Cervara a Trento hanno fatto le valigie e si sono trasferiti: chi in Veneto, chi altrove. I tre cappuccini nativi del Trentino sono dovuti andare nel convento-casa di riposo di Santa Caterina a Rovereto.
Si era annunciato, allora, il subentro della diocesi di Trento nella gestione dell’ex convento, della mensa dei poveri e delle altre attività legate ai cappuccini in città. Compreso il servizio religioso nel tempio civico di San Lorenzo, oggi affidato al parroco di S. Maria maggiore. In particolare, era stata annunciata la presenza fissa in via della Cervara di una famiglia (un diacono con moglie e due figli) e di tre suore.
Di questo nucleo, attorno al quale sarebbero ruotate importanti iniziative di presenza e di supporto, oggi non c’è traccia. Il convento è chiuso, le finestre sono sprangate, la desolazione impera.
In Curia arcivescovile, a Trento, le bocche sono cucite. L’arcivescovo Tisi è fuori sede, impegnato, a Roma, nella visita “ad Limina”. Ogni cinque anni i vescovi sono tenuti a recarsi dal Papa per presentare lo “stato delle anime” e i problemi della comunità cristiana loro affidata. Da piazza Fiera trapela solo che le trattative fra la diocesi e i vertici della provincia cappuccina veneta di S. Antonio si sono arenate. «Problemi insorti ancora in autunno hanno portato allo stallo». Che tipo di problemi e quali le prospettive, non è dato sapere.
A suo tempo s’era scritto che l’immobile, di grande pregio, formato dal convento e dalle adiacenze, sarebbe stato ceduto in comodato gratuito alla diocesi. Poi, qualcuno, aveva paventato un interesse per quell’area da parte di una non ben definita speculazione immobiliare. Le donne che ancora vanno alla messa nella chiesa sull’erta di via della Cervara si sono passate la parola che sarebbe stata avanzata la proposta di trasformare il convento in un grande albergo. E a quel punto il comodato gratuito da parte dei cappuccini veneti alla diocesi è finito su un binario morto. Impossibile, al momento, trovare conferma a tale ipotesi.
Invece è accertata la prosecuzione della mensa dei poveri, fondata da frate Fabrizio Forti e, dopo la sua improvvisa scomparsa a 67 anni nell’ottobre del 2016, proseguita da altri confratelli.
Fin dallo scorso settembre, il servizio è garantito dalla Caritas diocesana che si avvale di oltre trecento volontari, di donazioni e di contributi spesso anonimi. Don Mauro Leonardelli (1971) delegato vescovile dell’area impegno e testimonianza, in pratica titolare anche della mensa, dice che nel mese di gennaio si è assistito a un aumento degli utenti. Sono circa 150-160 ogni sera coloro i quali salgono fino al pianterreno del convento, dove è ricavata la cucina con la grande sala, per consumare un pasto.
La maggior parte (85%) sono persone di origine straniera; tra gli altri ci sono anche alcuni trentini. La mensa è aperta dalle 17 alle 18.15.
Don Leonardelli spiega che la mensa oggi non ha problemi: né di personale né di approvvigionamento. «All’appello, lanciato l’autunno scorso, hanno risposto in molti: con donazioni di beni di prima necessità e anche in denaro. Oltre alla mensa giornaliera, una volta la settimana siamo in grado di assicurare un pacco alimentare a un centinaio di famiglie bisognose».
La distribuzione avviene con la collaborazione di “Trentino Solidale” e del “Banco alimentare”.
Nelle strutture dell’ex convento dei frati cappuccini, a Trento, prosegue pure l’attività della biblioteca nella quale sono conservati anche migliaia di volumi confluiti dagli altri conventi trentini chiusi negli ultimi anni. E proseguono pure le lezioni della scuola “Penny Wirton” che assicura corsi gratuiti di italiano agli immigrati stranieri. Le lezioni si tengono due giorni la settimana, il lunedì e il giovedì dalle 16 alle 18.