Il caso
sabato 8 Marzo, 2025
Candriai, ex Istituto Degasperi trasformato in discarica: trovate migliaia di mascherine sigillate
di Simone Casciano
L'attivista Stefano Musaico: «Ho sporto denuncia»
Sacchi neri contenenti chissà cosa, scatole ancora chiuse, cuscini, stoffa, legname marcio e poi, soprattutto, migliaia di mascherine ancora sigillate e buttate via. Questo lo scenario che Stefano Musaico, attivista di Extinction Rebellion, si è trovato davanti quando domenica scorsa si è recato a fare un sopralluogo all’ex Istituto Degasperi di Candriai. «Volevo vedere com’è la situazione, anche per iniziare a immaginare quale possa essere lo sviluppo futuro dell’area – spiega Musaico – Ma non mi sarei aspettato di trovare una discarica a cielo aperto». E invece è proprio quello che si è trovato davanti. A stupire maggiormente sono state proprio le migliaia di mascherine ancora sigillate buttate davanti la struttura. Mascherine, che secondo la bolla di accompagnamento erano destinate al liceo Rosmini, rappresentano un mistero nel mistero. Su alcune di esse la data di spedizione riportata è dell’ottobre 2020, in altre della primavera del 2021, insomma proprio in mezzo alla seconda ondata. Eppure, racconta Musaico, «ero già salito all’istituto 2 anni fa e tutto questo, mascherine comprese, non c’era. Era una struttura che soffriva ovviamente a causa del lungo abbandono ma non era una discarica a cielo aperto come ora». Per questo motivo Musaico ha notificato tutto anche alle forze dell’ordine. «Mi sono recato in questura e ho sporto denuncia alla polizia. Mi auguro si faccia chiarezza su quello che è successo». L’istituto Degasperi è abbandonato da circa 30 anni. Fondato nel 1957, fu colonia estiva internazionale, preventorio per bambini gracili, e poi casa e scuola per centinaia di figli di famiglie dell’Italia meridionale che emigravano in Germania. Spesso non potevano portarli con sé. I bambini venivano ospitati in questa struttura, che era dotata di una scuola e anche di mense dormitori e palestre. Da tempo si cerca una nuova destinazione alla struttura. L’ultima ipotesi era che un gruppo internazionale fosse interessato a trasformarlo in un hotel a 5 stelle. «È fondamentale dare un futuro all’immobile, ma l’hotel non mi sembra una buona idea – osserva Musaico – Rischierebbe di portare ulteriore carico antropico nella zona. Forse bisognerebbe immaginare di ridurre i volumi della struttura per trovarle la giusta destinazione».
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