Trento
venerdì 4 Luglio, 2025
Cagnolina uccisa a calci, denunciato l’aggressore: è un cittadino italiano. Il proprietario: «Purtroppo è a piede libero»
di Davide Orsato
Sul fatto interviene il sindaco Ianeselli: «Gesto di violenza inutile che lascia sgomenti»

La notizia, non mediata, ha fatto il giro dei social nei gruppi dedicati alle discussioni che riguardano la città di Trento. E sembrava quasi troppo pulp per essere vera. Invece è successo realmente, nel pomeriggio di mercoledì, in piazzetta Leonardo Da Vinci, a due passi dalla Portela. Una cagnolina, di piccola taglia, un chihuahua, è stata uccisa a calci. Anzi, con un singolo calcio: potentissimo. Abbastanza per mandarla a sbattere contro un palo, uccidendola sul colpo. Una scena tra l’orrido e il grottesco che ha paralizzato il proprietario, Salvatore Locà. E che ha scatenato la condanna unanime della comunità, almeno quella online. In tanti si sono chiesti: ma all’aggressore non è stato fatto niente? È ancora libero? In realtà, lui rischia parecchio: il reato di uccisione di animale prevede dai quattro mesi ai due anni di carcere. È stato subito identificato e il proprietario della cagnolina, Salvatore Locà, ha proceduto sporgere denuncia già nelle ore successive. «È stato terribile — racconta — troppo improvviso per poterci credere davvero. È accaduto tutto in un istante: quella persona stava camminando per strada e ha sferrato questo calcio all’improvviso. E poi si è allontanato, come se nulla fosse». Per il povero animale non c’è stato nulla da fare. «Nika, così si chiama la nostra cagnolina — prosegue Salvatore Locà — era con noi da un anno, ed era la nostra ragione di vita. È stata colpita come se fosse un pallone da calcio. E se questo fosse stato fatto a un bambino, se per caso avesse avuto un coltello con sé ferendo o uccidendo qualche passante? Trento è diventata una città invivibile». Ora c’è da capire quali saranno i tempi della giustizia. «Certo — conclude il proprietario della cagnolina — fa male pensare che questa persona sia ancora a piede libero e rischi di fare del male ancora».
L’autore del gesto è un trentenne, cittadino italiano — nato in Trentino — che non è solo «noto alle forze dell’ordine», come si usa dire, ma è anche seguito dai servizi sociali per problematiche di lungo corso dovute alla dipendenza di sostanze. Insomma, si tratta di quello che viene definito, solitamente, un «soggetto fragile» e la cui presa in carico potrebbe essere molto difficile.
Sulla vicenda si è espresso il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, che nella mattinata di ieri ha incontrato il proprietario del cane e la sua compagna. «È un fatto molto grave — ha scritto pubblicamente con un post sulla sua pagina Facebook — quello accaduto in piazzetta Da Vinci. La violenza contro un cane, ucciso a calci da uno squilibrato è inaccettabile. Ho espresso la mia vicinanza ai proprietari, che comprensibilmente stamattina erano ancora affranti e sotto shock. Non consola il fatto che la legge in vigore da inizio luglio preveda pene più aspre per chi uccide gli animali, tanto più che il responsabile di questo atto brutale pare essere una persona con seri problemi mentali. Al di là di ogni considerazione, resta la violenza inutile e gratuita che ci lascia sempre senza fiato, chiunque sia il bersaglio».
C’è un precedente, proprio a Trento, di violenza contro un cane: un altro episodio che, all’epoca, indignò molto il pubblico social: è la storia della cagnolina Pallina, percossa dalla proprietaria «a favore di telecamere». La donna venne poi assolta in tribunale: troppo difficile, per i giudici, ricostruire un reato da un punto di vista oggettivo. Ma la questione è diversa: la cagnolina in questione sopravvisse.