L'opera

domenica 30 Luglio, 2023

Bypass, sequestri nel cantiere: trovati inquinanti dall’ex Scalo Filzi alla Carbochimica

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Trovati oli pesanti, la Procura ferma buona parte dell’area di cantiere

Il Noe, Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri, assieme ad Appa, l’Agenzia provinciale per l’ambiente, hanno operato il sequestro preventivo e cautelare dell’area al centro dei lavori della nuova circonvallazione ferroviaria, una superficie di poco meno di un ettaro, 300 metri per 30 di larghezza, tra la ferrovia e il Lavisotto, circa 100 metri a nord del ponte dei Caduti di Nassiriya e circa 200 metri a sud, cioè nell’area dove da due mesi sono partite le opere anticipate del cantiere del bypass. Venerdì militari e tecnici hanno fatto scattare i sigilli. Ieri la Procura ha chiesto la convalida al Giudice per le indagini preliminari. Il provvedimento è stato preso nell’ambito dell’inchiesta aperta pochi giorni fa, per ora senza indagati. Ma il motivo dell’urgenza è che dai carotaggi dell’Appa, alla profondità di 15 metri, una decina di metri a nord dei Caduti di Nassiriya è emersa la presenza di oli pesanti, possibili residui inquinati della Carbochimica, una delle due fabbriche che hanno provocato l’inquinamento del Sito di interesse nazionale di Trento nord. E le norme prevedono che con l’evidenza di inquinamento si fermi ogni lavoro che movimenti il terreno.
Il sequestro quindi non ferma il traffico ferroviario ma ferma il cantiere allo Scalo Filzi, sul lato ovest di via Brennero, salvo lo spostamento dei binari della ferrovia Trento-Malè. I lavori in quell’area, tuttavia, sono per ora terminati, a parte appunto lo spostamento dei binari che però non comporta movimento di terra. Le opere preliminari di demolizione si sono spostate sull’altro lato della strada. Ma il provvedimento impone a Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) che il programma di campionamenti ai fini della bonifica del tracciato della nuova ferrovia debba essere approvato dall’Appa e che l’indagine debba essere completa su tutto il tracciato. Rfi, dal canto suo, conferma la piena collaborazione con la magistratura.
La Procura si muove sulla base dell’inchiesta aperta dal sostituto procuratore Davide Ognibene per inquinamento ambientale e disastro ambientale. Alla necessità di verificare la situazione pregressa delle aree di cantiere e del sedime ferroviario, si aggiunge ora l’individuazione a cura dell’Appa di sostanze oleose nella zona del Lavisotto, già interessata nelle scorse settimane dall’emergere di catrame. I risultati delle analisi si avranno più avanti, ma intanto l’evidenza c’è. Siamo sul versante ex Carbochimica dell’area inquinata di Trento nord. L’azienda, chiusa nel 1984, produceva proprio quel tipo di materiali.
Nelle ultime analisi svolte nell’ambito della bonifica delle rogge e riferite al gennaio scorso, sono stati registrati diversi valori oltre i limiti di sicurezza per idrocarburi e, in qualche caso, piombo sia nell’acqua che nell’aria (Il T dell’11 marzo). Nelle scorse settimane Italferr, la società di ingegneria di Rfi, e l’Appa hanno iniziato i rilevamenti del soil gas, i gas interstiziali dei terreni inquinati, e i carotaggi per verificare l’eventuale inquinamento del sedime ferroviario, dove passerà la nuova linea ferroviaria parallela a quella attuale.
In una nota, Rfi conferma la piena collaborazione con la Procura. «In relazione alle indagini che la Procura della Repubblica di Trento ha in corso sulle aree interessate dai lavori per la Circonvallazione erroviaria di Trento – si legge – Rete Ferroviaria Italiana conferma la piena collaborazione per lo svolgimento dei necessari accertamenti. Le attività nel cantiere si svolgono nel pieno rispetto di quanto approvato nell’iter autorizzativo e tutte le analisi condotte in tale ambito hanno evidenziato l’assenza di criticità per cittadini e lavoratori. Rfi continuerà a fornire nei prossimi giorni tutta la documentazione utile per supportare e confermare le informazioni già fornite».
«Ho chiesto un momento di confronto con la commissaria Paola Firmi la prossima settimana – dice il sindaco Franco Ianeselli – Il Comune e Appa hanno sempre chiesto a Rfi un impegno per la caratterizzazione ambientale propedeutico alla realizzazione dell’opera. Il provvedimento della Procura va nella direzione positiva dell’apertura del fascicolo. Non si ferma però il cantiere, c’è tutto il tempo per fare le cose bene». Ma se si trovano inquinanti, cosa succede al progetto? «Le analisi vanno fatte, si vedrà che bonifica fare a seconda di quello che si trova. Ma i rilievi fatti finora non hanno mostrato criticità gravi». Per l’assessore Ezio Facchin, il provvedimento di sequestro dipende soprattutto da una diversa interpretazione tra Rfi e Appa della caratterizzazione ambientale. «Per noi il provvedimento va bene, ma non incide sui lavori».