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domenica 11 Maggio, 2025

Borgo, Ferrai e Galvan a confronto: divisi su sicurezza e servizi. E scintille sulle alleanze

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Il forum del T con i due candidati sindaco in vista del ballottaggio. Ferrai attacca: «Apparentamento contraddittorio». Galvan replica: «Progetto in continuità con Dalledonne»

I prossimi giorni saranno decisivi per Borgo: in attesa del voto di domenica 18, i due candidati al ballottaggio (Martina Ferrai ed Enrico Galvan) hanno ancora a disposizione un’ultima settimana per convincere gli elettori a confermare il risultato del primo turno oppure ribaltarlo. Una settimana fa, le urne hanno dato una prima vittoria a Martina Ferrai (che ha ottenuto il 41,21% delle preferenze) mentre il sindaco Galvan è rimasto indietro, ottenendo il 27,59% dei voti totali. Nei giorni scorsi è poi arrivato l’apparentamento proprio tra Galvan e Dalledonne, che lo segue a pochissima distanza con il 26,43% delle preferenze: i due si ritroveranno quindi nello stesso schieramento come nel 2019, quando Galvan era il vicesindaco di Dalledonne. E ci sarà anche un altro deja vu: si ripeterà al stessa situazione di sei anni fa, quando Galvan e Ferrai si erano affrontati al ballottaggio, dopo una vittoria al primo turno della candidata. In attesa del voto, abbiamo invitato i due sfidanti nella nostra redazione per affrontare le questioni ancora in sospeso a Borgo, dal ruolo che il paese dovrà avere come centro nevralgico della Valsugana, alle ragioni che li hanno spinti (oppure no) a siglare un apparentamento, fino al loro pensiero su opere di grande impatto come la Valdastico.
La prima domanda che vogliamo fare è sugli apparentamenti. Ferrai, perché ha deciso di proseguire da sola? Sindaco Galvan, come mai ha deciso di unirsi a Dalledonne?
Ferrai: «È stata una scelta che deriva dalla linea seguita per tutta la campagna elettorale. Poi, anche alla luce dei dati del primo turno, abbiamo visto che non è stata un’idea peregrina. La nostra proposta ha una sua consistenza e coerenza, soprattutto se prosegue per la sua strada, senza legami con il passato».
Galvan: «Abbiamo preso atto del primo turno che ha dato un segnale importante del ruolo della compagine di Dalledonne e anche del ruolo nostro di amministrazione uscente. Da parte mia non c’è mai stata la volontà di essere diversi e fare strade diverse: abbiamo un’impostazione diversa, a livello caratteriale, ma il progetto può avere continuità rispetto a quanto fatto negli ultimi 15 anni».
Ferrai (replica):«L’apparentamento non era una sorpresa, ma è sembrato in contrasto con delle dichiarazioni fatte da Dalledonne nel corso della campagna elettorale, che sembrava nettamente contrario a un apparentamento. Da parte di alcuni cittadini ci sono state reazioni forti: la questione dell’apparentamento viene vista in maniera non molto positiva, alla luce di una campagna che marcava alcune differenze tra i candidati».
Galvan (replica): «L’eccesso di dibattito che c’è stato sui social negli ultimi giorni è spinto dagli avversari, ed è nato dall’insoddisfazione verso l’apparentamento. Dal punto di vista degli intenti e del programma non c’è alcuna distanza».
Ferrai: «Nel gruppo che mi ha sostenuto pochissimi hanno fatto post in cui attaccano direttamente Galvan e Dalledonne. Mentre c’è una presenza dei loro candidati anche all’interno delle nostre pagine social con intenti provocatori. La vivacità di queste ore proviene da persone che non sono legate alle nostre figure».
Galvan: «È comunque una strategia che avete cavalcato».
Un tema discusso a Borgo è quello della sicurezza. Galvan, lei pensa di integrare la linea dura di Dalledonne nel programma, visto l’apparentamento? Secondo lei, Ferrai, l’approccio può essere diverso?
Galvan: «Anche su questo ritengo che ci sia molta convergenza rispetto a quello che ha detto Fabio e quello che ho detto io. Ci sono situazioni che vanno ricondotte verso la serenità. Servono strumenti che permettano alle forze dell’ordine di calmierare delle situazioni di degrado: il regolamento di polizia urbana, la videosorveglianza, e una parte di prevenzione che resta fondamentale. Poi c’è anche il controllo del vicinato: abbiamo fatto incontri con l’ex questore, ed è un aspetto positivo che può avere delle potenzialità».
Ferrai: «La prevenzione è fondamentale. In particolare, i sindaci devono farsi carico della percezione di sicurezza: è qualcosa che vincola la possibilità di vivere il territorio serenamente, soprattutto per i soggetti indicati come fragili: le donne se ne rendono conto in maniera istintiva. Ci sono degli elementi di prevenzione, dall’illuminazione, agli interventi che rendano più frequentabili alcune zone. Poi c’è un aspetto di presidio, e infine l’intervento repressivo o d’indagine: per questo vogliamo rendere la videosorveglianza accessibile alle forze dell’ordine 24 ore al giorno. Interventi estremi come il Daspo urbano sono conseguenze estreme e si spera che non debbano essere messi in atto. Anche noi vediamo con favore al controllo di vicinato».
Come vedete Borgo fra dieci anni?
Ferrai: «La speranza è che Borgo diventi un paese più vivo, con un ruolo centrale in Valsugana. Il fatto che ci siano giovani, famiglie che investano nella ristrutturazione nell’avviamento delle attività economiche è fondamentale: è una fascia da attirare in modo che tutto il sistema sia vitale. Dal punto di vista demografico la popolazione invecchia, e c’è anche un impoverimento dal punto di vista culturale. Vogliamo creare un tessuto vivo, a livello sociale e culturale».
Galvan: «Nei prossimi anni dovremmo gestire l’invecchiamento e la denatalità. Borgo è cresciuta perché sono state date risposte come l’investimento sul nido e gli aiuti per l’associazionismo, per i corsi estivi e le iniziative per conciliare lavoro e famiglia. Sono tutte attività fondamentali per costruire un futuro all’interno della comunità».
Ferrai (replica): «Riguardo ai servizi per le famiglie, il nuovo asilo aumenterà da 45 a 66 posti, ma mediamente a Borgo ci sono circa 150 bambini nella fascia 0-3 anni. Quindi, oltre ai posti dell’asilo comunale, è utile offrire delle garanzie alle famiglie, ad esempio stipulando delle convenzioni con altri nidi privati. E questo vale anche per i servizi dedicati agli anziani: servirà mettere a disposizione di famiglie e anziani dei servizi che rallentino la necessità di un ingresso nelle Rsa».
Galvan (replica): «Anche secondo me è chiaro che immaginarsi Borgo tra dieci anni è pensare a un paese che si aiuta di più, che ha più attenzione per categorie fragili come le persone separate o le madri singole: servono comunità interne d’aiuto, come il co-housing solidale».
Ferrai (replica): «Una questione prioritaria è anche la redazione del piano strategico, con categorie, associazioni, cittadini e istituzione. Ci sono tanti comuni più piccoli che si sono dotati di un piano simile che poi governa la progettazione di servizi, viabilità e zona artigianali».
Adesso una domanda sulla mobilità interna. Che proposte avete per migliorarla?
Galvan: «Nel centro storico sono stati realizzati dei posti auto, ma il tema del parcheggio di attestamento è una necessitò importante per migliorare la viabilità di un paese come il nostro. Anche la nuova uscita a Borgo est potrà togliere una quota importante di passaggio all’interno del nostro centro urbano. La nuova rotatoria al posto di casa Mosca può essere una soluzione migliore per rendere l’accesso al paese più comodo».
Ferrai: «Uno strumento necessario è un piano urbano di mobilità sostenibile, ma permetterebbe di alzare il livello rispetto al datato piano del traffico con delle esigenze nuove. All’interno del piano si individuano le reali necessità e come dislocarle. Si può pensare a forme ibride di gestione tra comune e privati come si fa a Trento, in modo da rendere più appetibili se vicino si può creare qualche garage. Ma anche sistemi di smart parking per ottimizzare l’accesso ai parcheggi».
Galvan (replica): «Martina fa giustamente alcune riflessioni che però non sono adatti alle nostre capacità di investimento: i sistemi usati a Trento sono difficilmente replicabili. Negli ultimi anni abbiamo puntato su soluzioni concrete, come sugli stalli e trovare nuove aree a livello urbanistico dove trovare nuovi spazi».
Ferrai (replica): «Ribadisco che serve una pianificazione per conoscere le esigenze adatte al territorio, e i sistemi disponibili. È ovvio che tutto va fatto in maniera professionale coinvolgendo degli esperti che si occupano su diverse scale di tessuto urbano».
Borgo è anche il capoluogo della comunità di valle. Che ruolo avrà per il prossimo mandato e che rapporti dovrà tenere con gli altri comuni?
Ferrai: «La questione dei rifiuti ha già un suo schema organizzativo: è in corso di costituzione dell’Egato e si spera vengano istituiti dei sub-ambiti, in modo da avere un certo controllo locale. Su altri temi Borgo ha la vocazione per essere il centro della comunità di valle. Avere un servizio tecnico a livello di comunità di valle potrebbe creare figure specializzate che possano essere utili ai comuni dove magari un singolo tecnico si trova a occuparsi di temi anche al di fuori della sua competenza diretta. Difficoltà simili si vedono anche nella gestione dei progetti Pnrr, dove anche i piccoli comuni con organico limitato si trovano nella stessa situazione di grandi centri come Trento».
Galvan: «Penso che possa essere sotto gli occhi di tutti quanto sia migliorato il rapporto tra le municipalità del nostro territorio; prima erano molto conflittuali e distanti e ho cercato di fare un lavoro di cucitura a livello di rapporti. Questa è una forza che anche la Provincia può percepire: e può portare dei progetti qui proprio vedendo questa virtuosità. La condivisione di uffici è qualcosa di utile dal mio punto di vista, ma deve avere dietro un apparato amministrativo, tecnico e normativo che permetta questo tipo di progetto».
Una questione in sospeso è quella del destino dell’ex Masera davanti all’istituto Degasperi, di proprietà della Curia. Avete progetti per il suo recupero?
Galvan: «Su questo abbiamo già aperto dialoghi da tempo con la Provincia, perché la destinazione dell’edificio sarà per la nuova biblioteca. Il terreno è diviso in tre lotti due della parrocchia e uno di Itea: è in corso la procedura per avere quel terreno a disposizione. Il sogno è quello di un polo culturale in centro, vicino alle scuole e al Degasperi».
Ferrai: «Anche secondo me la destinazione ideale è quella di un centro culturale. Certo, c’era la possibilità ancora anni fa di fare questo intervento: ora bisogna muoversi prima che la curia decida di destinarlo ad altro uso. E la creazione di uno spazio culturale potrebbe essere un’occasione di progettazione partecipata».
Ora passiamo ad alcune domande di carattere più ampio. Secondo voi devono esserci limiti ai mandati dei sindaci?
Ferrai: «Secondo me ci devono essere. Questo aiuta a pensare fin dall’inizio del mandato a costruire un futuro. Altrimenti senza una fine precisa si tende a posticipare: è qualcosa che non spinge al rinnovamento».
Galvan: «Sul tema dei limiti sono sempre stato perplesso. Posso condividere che porre dei limiti sia stato necessario per arginare certe situazioni. Ma mi piace che sia il popolo a scegliere il proprio amministratore, indipendentemente dai limiti».
Un tema discusso a livello provinciale, dopo l’annuncio del possibile arrivo di un Cpr a Piedicastello, è quello dell’accoglienza diffusa dei migranti. Quali sono le vostre opinioni sul tema?
Galvan: «Bisogna stare molto attenti a non creare dei conflitti interni alla comunità. Ci deve essere una responsabilità verso il proprio territorio e i propri cittadini. Borgo può dichiararsi come paese inclusivo: ma ci sono certi tipi di azione che vanno ragionate con attenzione: per non destabilizzare con la comunità».
Ferrai: «Non credo che funzioni i grossi poli di accentramento. Tendono a ghettizzare le persone e sono potenzialmente esplosivi: non credo in luoghi come questi, ma in un coordinamento con tutto il territorio. È però un partita delicata: l’accoglienza sul territorio può aiutare nel comparto agricolo e turistico, ma va proporzionata al tipo di contesto per evitare frizioni e difficoltà. Altrimenti ci rimettono tutti, sia i migranti che gli altri cittadini».
Le civiche possono rispondere ancora ai bisogni dei cittadini o dovrebbero rientrare in un “perimetro di valori” che i partiti possono definire più chiaramente?
Ferrai: «Credo che per la taglia di Borgo l’esperienza del civismo sia ancora quella più adatta. Tutti i temi sono politici, anche semplicemente mettere a disposizione dei servizi per gli anziani, ma non è necessario stare sotto un ombrello partito».
Galvan: «In questo momento il civismo è una necessità, ma non dobbiamo augurarci che le cose restino così. Centri grossi come il nostro possono avere una dialettica tra civici e politici che può essere auspicabile».
Per la Valdastico (che potrebbe migliorare il traffico sulla Valsugana) si è parlato anche di un’uscita nei pressi di Caldonazzo, alle Lochere. Siete a favore o contro rispetto a quest’opera?
Galvan: «Io come ho sempre detto sono stato favorevole al fatto che si possa andare avanti con una progettazione con uno studio di fattibilità concreto. Finora abbiamo visto solo tracciati: c’è bisogno di uno studio importante e declinato sui dati reali per fare delle valutazioni serie».
Ferrai: «Anche secondo me prima di accettare qualsiasi soluzione progettuale è necessario capire se è realmente benefica per la riduzione del traffico. L’ultima ipotesi sull’uscita a Besenello non porta dei benefici. Per fortuna non siamo nell’epoca in cui si tirano linee sulla carata e decide la persone potente di turno, ma ci sono vincoli di impatto economico e sociale. Probabilmente per un bel po’ di anni ne parleremo solo in maniera ipotetica».