Ristorazione

mercoledì 20 Agosto, 2025

Borgo, apre il primo sushi della Valsugana: sarà gestito da un ex studente dell’alberghiero di Levico

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Prenderà il posto dell'Osteria 44, in via XI febbraio

A breve, a Borgo, una nuova apertura che non sarà una novità solo per i borghesani, ma per tutta la bassa Valsugana: al posto dell’Osteria 44, in via XI febbraio, aprirà il primo ristorante sushi della zona. Chi abita fra Borgo e i paesi vicini non sarà più costretto, quindi, a spostarsi fino a Bassano, Pergine o Trento per mangiare l’ormai conosciutissimo, soprattutto dai giovani, boccone di riso e pesce crudo. Una tendenza di consumo che, come ha ricordato anche la sindaca di Borgo Ferrai, è ormai parte integrante delle abitudini culinarie della penisola: un italiano su due, secondo dati dello scorso anno, è “sushimane”, ovvero ritiene il piatto giapponese un’abitudine consolidata; sempre al 2024, sono più di 10.000 i ristoranti di sushi aperti in Italia. Ad aprire la sede di Borgo non sarà una grande catena di distribuzione, ma un ragazzo che ha studiato presso l’alta formazione alberghiera di Levico.
Oltre al sushi, c’è movimento per quanto riguarda le attività commerciali di Borgo: la recente apertura di una pizzeria in corso Ausugum e un prossimo rilevamento dell’ex Vulcano Calzature in via Spagolla sembrano parte di una stagione positiva per il paese della valle. «Una vetrina accesa fa moltissimo – ha commentato Ferrai – un tessuto economico vivo porta un circolo virtuoso, di persone e attività che si sostengono e si alimentano. Un paese con tanta offerta è un posto a prova di necessità, dove ci sono più probabilità di trovare qualcosa quando lo si cerca: offerta diversificata, quando il proprio bar di fiducia è chiuso ce n’è un altro aperto, e così via». Senza contare che, come ha ricordato la sindaca, una cittadina viva diventa spesso anche più sicura: spazi e centro più abitati finiscono per allontanare chi ha cattive intenzioni. «Per tutte queste ragioni, è fondamentale che l’amministrazione sia la prima a spingere e a tenersi in stretto contatto con le attività del territorio: ognuno fa la sua parte, i cittadini sostengono locali e negozi con la loro presenza, noi li incontriamo e li ascoltiamo, per essere presenti e coscienti di quello che succede». L’auspicio, ha detto Ferrai, è che Borgo rimanga viva e attiva anche al di fuori dell’alta stagione, quella estiva: «C’è buona speranza: come in ogni paese le aperture si alternano alle chiusure e alle battute d’arresto, ma fa parte del movimento».
E il movimento di sicuro c’è: nell’ultimo anno alcune attività hanno chiuso, ma in molti casi la licenza è già passata a chi si occuperà (o già si occupa) di aprire le porte ai borghesani al posto loro. Il Bar del Borgo sulla piazza centrale è stato rilevato dal Rifugio Crucolo, così come la Pizzeria Ristorante Vulcano in via Spagolla è stata chiusa e subito riaperta. Anche lo storico negozio di scarpe Cappello è andato incontro ad una riapertura. Di chiusure vere e proprie, al momento, si può parlare solo per il negozio per animali L’arca in via Fratelli, della pasticceria Degiorgio – che ha però rilevato il Bar Bianco, a pochi metri di distanza – della pizzeria al taglio Speedy Pizza vicino alla stazione ferroviaria e del calzolaio in corso Ausugum.
Le aperture, invece, rimangono incoraggianti: ha riaperto la pescheria ex Dellagiacoma in via Morizzo, così come lo storico Bar Zita (ora Zita Wine Bar) su piazza Degasperi. Oltre alla nuova pizzeria Al Vicolo, inoltre, ha aperto anche un ristorante gestito da AbilNova, la cooperativa trentina per le disabilità sensoriali, che offre le sue “cene al buio”, percorsi gastronomici consumati nell’oscurità e serviti da personale ipovedenti, pensati non solo per sensibilizzare alle disabilità visive ma anche per stimolare gli altri sensi.