Parità di genere

mercoledì 26 Ottobre, 2022

Avvocatura, forte divario retributivo. Le donne guadagnano la metà degli uomini

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Il dato emerge durante il seminario «Il ruolo dei liberi professionisti tra supporto operativo e pianificazione del welfare» tenutosi nella sala della Federazione Trentina della Cooperazione.

Il fenomeno del divario retributivo tra uomo e donna si riflette oggi più che mai nelle libere professioni, in particolar modo se rivolgiamo lo sguardo all’avvocatura. Per essere più concreti si fa riferimento ai 23.576 euro della donna contro i 51.000 euro dell’uomo. Per raggiungere il reddito di un uomo bisogna sommare, tristemente, quello di due donne. Questo dato emerge con un certo rammarico durante il seminario Il ruolo dei liberi professionisti tra supporto operativo e pianificazione del welfare tenutosi ieri nella sala della Federazione Trentina della Cooperazione.
«L’avvocatura in questi anni sta soffrendo quella che alcuni hanno definito fuga dalla toga» afferma durante la tavola rotonda Michele Russolo, presidente dell’Ordine degli avvocati di Trento. A livello nazionale ci troviamo di fronte per la prima volta ad un notevole calo degli iscritti, meno 3200 unità. Il dato più inquietante è che si sono cancellate 6.000 donne.
L’evento organizzato da Pensplan Centrum S.p.A in collaborazione con Mefop S.p.A. ha permesso di aprire una riflessione sulle nuove competenze della libera professione per il supporto operativo e pianificazione del welfare.
A discutere di previdenza complementare e differenze generazionali e di genere anche Raffaella Ferrari, presidentessa dell’Ordine dei commercialisti del Trentino che fa riferimento a «possibili scenari di sviluppo in termini di educazione finanziaria» andando a lavorare sulla formazione ed educazione direttamente all’interno dell’ordine dei commercialisti per combattere le differenze finanziarie.
Ed è proprio all’educazione finanziaria, con particolare riferimento ai più giovani e alle donne che guarda Elisabetta Giacomel, membro del comitato EduFin, quando passa in rassegna i progetti e le prospettive dell’educazione previdenziale. «Come comitato noi puntiamo ad una alfabetizzazione di base […] che permetta di capire le informazioni e dove andare a raccoglierle o comunque essere più resilienti», e ancora «nel mese dell’Educazione Finanziaria ci sono oltre 900 eventi, molti di questi dedicati ai giovani, molti dedicati alle donne». Ricorda anche come «la donna parte svantaggiata e svantaggiata arriva alla pensione». Allora c’è bisogno di fare sensibilizzazione per accrescere le conoscenze di base su temi come quello previdenziale, assicurativo e di gestione delle risorse finanziarie personali e famigliari.
Filo conduttore dell’intero evento è stato il welfare come fenomeno sempre più centrale per sviluppare politiche attive del lavoro. Il problema più grande si incontra quando di fronte alle difficoltà operative nella gestione delle pratiche giuridiche e fiscali i lavoratori indipendenti e le aziende non hanno ancora un’adeguata conoscenza e consapevolezza. Risolvere questo problema è esattamente l’obiettivo con cui nel 2021 Pensplan ha avviato un Progetto di Educazione finanziaria in collaborazione con le due Provincie di Trento e Bolzano e di cui il seminario ha fatto parte. La convinzione di Pensplan rivolgendosi al mondo delle libere professioni, commercialisti, avvocati e consulenti del lavoro è che questi «nell’ambito delle loro attività a favore di lavoratori e aziende, possano accompagnare i loro assistiti non solo verso una migliore gestione operativa delle pratiche, ma anche verso una migliore pianificazione del welfare di secondo livello».