Informazione

lunedì 6 Marzo, 2023

Athesia fa causa a Salto.bz e chiede 150mila euro di danni. Il direttore Gobbato: «Attacco alla libertà di stampa»

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La casa editrice che fa capo a Michl Ebner ha notificato al portale di informazione online una richiesta di risarcimento danni contestando 58 articoli scritti tra il 2018 e il 2022

«Ora tocca a noi, ma domani potrebbe toccare a uno degli altri media pubblici e privati che cercano di andare oltre l’informazione fatta di comunicati e conferenze stampa», scrive il direttore di Salto Fabio Gobbato spiegando la vicenda giudiziaria in cui si trova coinvolto il portale di informazione online bilingue dell’Alto Adige.
Salto spiega che «Il 9 febbraio 2023 è stata notificata alla cooperativa Demos 2.0 una richiesta di risarcimento danni che Athesia AG, Athesia Druck GmbH e Michl Ebner vogliono far valere in tribunale contro l’editore del portale di notizie salto.bz, la cooperativa Demos 2.0 e il giornalista Christoph Franceschini per presunta diffamazione.  La richiesta notificata riguarda non meno di 58 articoli pubblicati su salto.bz dal 2018 al 2022». I danni richiesti per «stalking mediatico» dalla casa editrice a cui fanno capo l’Adige, l’Alto Adige, il Nuovo Trentino e il Dolomiten, sono pari a 150mila euro.
Ma quali sono questi articoli contestati?
«Si tratta principalmente di articoli che ripercorrono il background politico ed economico del Gruppo Athesia, della Camera di Commercio dell’Alto Adige (di cui Michl Ebner è presidente da 15 anni) e del monopolio dei media nella regione Trentino-Alto Adige. Inoltre, sono indicate interviste a politici altoatesini (la senatrice della SVP Julia Unterberger, il senatore del PD Luigi Spagnolli), giornalisti (l’ex caporedattore dell’Alto-Adige Mauro Fattor) o difensori dei consumatori (Walter Andreaus e l’avvocato Massimo Cerniglia) che guardano con occhio critico alle attività della casa editrice Athesia.
I singoli articoli sono stati scritti da Fabio Gobbato, Lisa Maria Gasser, Christoph Franceschini, Paolo Ghezzi e Wolfgang Mayr» spiega la redazione di Salto.
Accuse che il direttore di Salto Fabio Gobbato rigetta spiegando che: «Tutte le persone dotate di un minimo di buon gusto, buon senso, e di onestà intellettuale, sanno che quelle scritte non sono solo opinioni legittime in un regime democratico – e già dovrebbe bastare – ma si avvicinano moltissimo alla realtà dei fatti. Solo che, come dimostrano questa azione spregiudicata e il tentativo di defenestrare Kompatscher, l’obiettivo a questo punto non più nascosto sembra essere quelli di esercitare una sorta di potere assoluto.
Athesia controlla l’80% dei mezzi di comunicazione della Regione, italiani e tedeschi».
Sulla questione si è espresso anche il Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige scrivendo: « Il Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige, Assostampa Bolzano e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana stanno seguendo la vicenda giudiziaria in sede civile che vede contrapposti il gruppo editoriale Athesia della Famiglia Ebner al portale informativo online Salto.bz per una presunta diffamazione a mezzo stampa, riservandosi di approfondire gli aspetti giuridici da parte del dipartimento sindacale della FNSI».
Salto definisce la causa «un classico SLAPP con cui una società mediatica prepotente vuole eliminare un concorrente scomodo. Si tratta di mettere a tacere un organo di informazione critico».
La definizione da Wikipedia di SLAPP è: «l’acronimo di una forma legalmente abusiva di azione legale che ha lo scopo di intimidire i critici e fermare le loro critiche espresse pubblicamente. Il più delle volte è intentata da aziende, raramente da privati o autorità pubbliche, contro ONG o singoli che criticano pubblicamente le pratiche commerciali dell’azienda, le attività del singolo o l’autorità pubblica».
Il direttore di Salto conclude il suo intervento augurandosi «che la pubblica denuncia possa convincere qualcun altro che la situazione di “blocco democratico” in questa terra sia arrivata ad un livello molto pericoloso e che quindi sia giunto il momento non dico di alzare la testa, ma almeno di muovere un sopracciglio e indignarsi un poco».