il lutto

martedì 2 Aprile, 2024

Arco, si è spento il sorriso di Clara Santuliana morta a soli 49 anni. «Ora ci illumina dal cielo»

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Nota per l’impegno nel volontariato era la colonna dell’Officina del padre Attilio. Il marito: «Una guerriera sempre al servizio del prossimo»

Clara Santuliana e il suo sorriso generoso al servizio della comunità si sono spenti a Pasqua. La notizia di questo lutto ha dilaniato un’intera comunità, quella dei tantissimi che hanno apprezzato il carattere e la dolcezza di Clara, sia tra le mura dell’officina del padre Attilio, in cui aveva un ruolo organizzativo di rilievo, sia fuori, tra le associazioni di cui era parte, in parrocchia, alla catechesi. Il marito Carlo Reversi, che con le figlie è stato accanto a Clara fino all’ultimo, dice commosso: «Sentivo che se ne sarebbe andata nel giorno di Pasqua, perché era molto devota e aveva deciso così. Nonostante le sofferenze aveva sempre sorriso, non si tirava mai indietro quando si trattava di aiutare. Era una guerriera che appena finiva le terapie in ospedale arrivava in ufficio con sorriso. Ci lascia il suo sorriso, la sua voglia di vivere e sorridere estrema, un cardine per la nostra famiglia».
«Un vuoto che si dilata nel silenzio. Il vuoto è quello della scomparsa di Clara. Il silenzio è quello che lo circonda. Con lampi che me la ricordano, come certi suoi sorrisi» la ricorda il caro amico Gualtiero Toniolo, ottico rivano.
Il ricordo di Clara è un seme che ora germoglia in tante persone. Danilo Pilati è stato per anni educatore all’istituto Padre Monti, e nel 2005, insieme alla grafologa Rita Pellegrini, ha fondato l’associazione Strada Facendo, attiva fino al 2020 per far emergere e sensibilizzare sui problemi dell’apprendimento (disgrafia, dislessia, disortografia e discalculia). Clara è entrata subito nel direttivo e vi è rimasta fino allo scioglimento nel periodo del Covid. «Oggi perdo un pezzo di cuore, la conosco da 40 anni – ricorda Danilo Pilati – era un amore di ragazza. Super attiva per la comunità, era una persona che sapeva dare senza chiedere nulla in cambio».
Quando non si dedicava al volontariato, Clara lavorava in ufficio, portando avanti l’officina del padre, insieme a una delle sue figlie, che ora prenderà il suo posto. Precisa e appassionata, da ragazza Clara non si tirava indietro nemmeno in officina: era lei che spesso, in gioventù, usciva con il carro attrezzi nei soccorsi stradali. Era anche animata da una fede religiosa che viveva nel concreto di ogni giorno, al servizio degli altri. Presidente dell’oratorio di Varignano, Noi Varignano, era stata anche catechista fino allo scorso gennaio, nonostante le terapie l’avessero indebolita. «Si occupava anche di raccogliere fondi per la ricerca scientifica contro la sclerosi multipla – ricordano gli amici – e faceva i banchetti in piazza, con ogni meteo, anche da sola se nessuno poteva essere con lei. Non si tirava mai indietro».
«Era una persona speciale – aggiunge Rita Pellegrini, co-fondatrice di Strada Facendo – io ero consulente nelle scuole ed ebbi modo di conoscerla diversi anni fa. Ha portato avanti con fermezza che l’ha sempre caratterizzata ogni battaglia che la vita le ha posto innanzi. Sorridente, generosa, gentile. Ora, sono sicura, illumina il cielo con il suo sorriso e la sua generosità».
Clara lascia il marito Carlo, due figlie – Sara e Alessia -, la mamma Patrizia, il papà Attilio, le sorelle Laura con Massimo, Lisa con Matteo, Paola con Stefano, i nipoti.
L’intenso ricordo di Gualtiero Toniolo continua: «Rimane di lei una lezione di stile, di rigore di consapevolezza della condizione umana dalla quale sommersi come siamo da tanta frivolezza abbiamo tutti molto da imparare. Non c’è niente di adeguato a sottolineare la sua grandezza, l’ attualità che fa del suo lascito spirituale una fiamma che scalda e rischiara. Riconosceva anche l’importanza del senso religioso come antidoto alla mercificazione dei rapporti umani. Quello scelto da Clara è stato un modo di affrontare la malattia sicuramente molto coraggioso. A ciascuno il suo cammino. Il tempo insegna che bisogna accettare le domande senza risposte. Per me Clara era una che andava sempre di corsa, la sua , però, non era la fretta degli impazienti, solo l’ altruismo dei generosi; che vogliono fare tutto subito e bene per poi vederti sorridere». Clara era anche membro del direttivo di Serenella, l’associazione di Giuliano Stenghel per la quale ora la famiglia raccoglie fondi in occasione del funerale.