l'intervista

mercoledì 24 Luglio, 2024

Andrea de Bertoldi duro dopo il pestaggio del giornalista Joly: «In Fratelli d’Italia non c’è posto per il fascismo»

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Il deputato trentino commenta l'aggressione commessa da alcuni militanti di Casapound: «Non vogliamo chi frequenta realtà neo-fasciste né chi ammicca a queste»

Marca una linea, Andrea de Bertoldi, 58 anni, trentino, dottore commercialista, ex senatore e oggi deputato di Fratelli d’Italia, di cui rappresenta l’ala cattolica e liberale: «Noi dobbiamo dire, senza reticenze, che in Fratelli d’Italia per il fascismo non c’è spazio. Non vogliamo neppure chi frequenta realtà neo-fasciste, chi a loro ammicca o mantiene atteggiamenti ondivaghi e ambigui. Non vogliamo quei voti». Parole forti, concetti netti, una linea del Piave tracciata ieri prima all’Huffington Post e poi al telefono al nostro giornale. Dichiarazioni rese all’indomani dell’aggressione di Casapound al giornalista de La Stampa Andrea Joly: «Gli esprimo la mia totale solidarietà – dice De Bertoldi – anche se mi rendo conto che la solidarietà non basta in queste occasioni. Va tuttavia messo a verbale che lo hanno aggredito in modo vile dei patetici nostalgici di un passato che loro stessi, con il loro comportamento, stanno ulteriormente ridicolizzando». Dichiarazioni però ancora più significative dopo la recente inchiesta di Fanpage (non la prima) sui legami tra alcuni esponenti di FdI con l’estrema destra: «Inchiesta da prendere sul serio e non liquidare». chiosa de Bertoldi.
De Bertoldi, le sue parole sono significative, ma nei fatti è possibile che FdI riesca a recidere del tutto i rapporti con certi mondi?
«Io da sempre sono convinto che se è legittimo cambiare posizioni politiche contingenti, invece sui valori non si negozia, serve coerenza. Se noi diciamo di essere una destra democratica e liberale – e lo siamo – non possiamo accettare che qualche nostro dirigente, locale o nazionale, di primo piano o di seconda linea, abbia compromissioni con Casapound e Forza Nuova. Chiariamo: questi esponenti di FdI che frequentano o ammiccano sono una stretta minoranza, che però ci danneggia e danneggia la stragrande maggioranza dei nostri elettori, che non ha nulla a che fare con certi mondi. E danneggia l’intero centrodestra».
Quindi che fare?
«Esprimere solidarietà a chi viene aggredito è giusto, condannare chi fa il saluto romano o incita al razzismo è giusto, ma tutto questo non è sufficiente. Va fatta chiarezza. Chi è fa parte del nostro partito e si macchia di certi comportamenti va espulso. Ma anche i doppiogiochisti che ammiccano non sono degni di far parte di un partito della destra democratica e liberale. Sui valori, ripeto, non si può essere incerti o ambigui».
«Quei voti non li vogliamo» lei dice. Nel suo partito quanti sono davvero a pensarla come lei?
«La stragrande maggioranza dei miei colleghi. E quasi tutti i nostri elettori: FdI è un partito che ha quasi il 30% nei consensi, almeno l’80-90% di questi voti sono elettori moderati. Ma attenzione, il sentimento che esprimo deve andare oltre i numeri…»
Cioè?
«Detto che i nostalgici e gli estremisti sono davvero poca roba – nel Paese intero varranno meno dell’1% – noi dovremmo prendere le distanze da loro anche se valessero il 10%. Qui non è questione di numeri, ma di valori, di uno scarto che deve essere posto sul piano politico. La distinzione tra destra democratica e i nostalgici non può e non deve essere solo formale, ma anche nei fatti. Nessun voto di questi esagitati può essere desiderato da alcuno. Nostalgici, neofascisti, eversivi sono realtà che vanno isolate».
Anche in Trentino? Lei in passato ha contrastato qualche candidatura «sospetta», per così dire, di simpatie verso idee di estrema destra…
«Il mio ragionamento è nazionale e vale per tutto il Paese».
Qualcuno di voi, condannando il pestaggio a Joly, ha però accusato la sinistra di «indignazione a intermittenza». Quando smetterete, a destra e a sinistra, di rimbalzarvi reciprocamente i panni sporchi per sminuire le proprie magagne?
«Certamente a sinistra non possono dare lezioni. Io condanno una sinistra che candida ed elegge una detenuta che ha occupato abusivamente case destinate alla povera gente e si è macchiata di atti di violenza (il riferimento è alla Salis, ndr). Vorrei che i valori legalitari e costituzionali fossero pienamente recepiti sia a destra che a sinistra. Bisognerebbe che sinistra e destra prendessero le distanze da ogni forma di intolleranza, che bandissero qualsiasi illegalità. Però con la propria parte politica bisogna essere ancora più intransigenti».
Ognuno, dunque, faccia pulizia in casa propria…
«Proprio perché è casa mia sono più severo con la destra e pretendo che a destra nessuno frequenti mondi eversivi o comunque estremi. E non si occhieggi e neppure ammicchi a mondi nostalgici. Per questo dico di allontanare chi, senza la benché minima vergogna, frequenta le sedi di Casapound e Forza Nuova».