La polemica
domenica 27 Luglio, 2025
«Aiuta l’ambiente, usa contanti», un commerciante di Riva contro il bancomat. Barbagli: «Errato, non è eco»
di Leonardo Omezzolli
Scontro tra un esercente e il presidente di Amici della Terra sull’uso o meno del pagamento elettronico. L’imprenditore: «Spreco di carta, elettricità e Co2»

Uno dei mantra stagionali sotto il peso dell’alta presenza turistica nelle vie della rivanità cittadina è l’annoso quesito del pagamento: «Meglio carta o contanti?» Ed ogni stagione si rinnova. Puntuale, preciso. Queta volta, la miccia spetta a un esercizio commerciale di Riva che ha deciso di appendere un cartello per invitare la propria clientela all’uso del contante piuttosto che il bancomat o la carta di credito perché più rispettoso dell’ambiente. Se lo dice il commerciante stesso in nome dell’ecologia deve essere vero per forza. Eppure, qualcuno ha voluto andare a fondo della questione e si è armato di pazienza e con “perigliosa” analisi ha cercato una qualsiasi prova scientifica che sostenesse questa tesi. Senza però trovarla. Paolo Barbagli, presidente dell’associazione Amici della Terra ha quindi deciso di chiarire il tutto sbugiardando il commerciante che sostiene che il «pagamento con bancomat o carta di credito, spreca la carta, consuma elettricità, genera Co2, produce inquinamento elettromagnetico e ha costi per l’esercente». Infatti certifica «Il contante è ecologico». Barbagli condotti i suoi studi informa: «In seguito a questa provocazione ho verificato se questa affermazione sia sostenuta da qualche elemento oggettivo, studi e/o report ufficiali, senza trovarne alcuno. Tutti gli studi reperibili sono concordi nel riferire, al contrario, che i pagamenti con carta, oltre che dare dei chiari vantaggi economici per la collettività, che qui non analizzerò, sono decisamente più amici dell’ambiente rispetto ai pagamenti in contanti». Secondo il presidente dell’associazione ambientalista, l’impronta ambientale del contante secondo fonte Bce 2019 ha un suo impatto così quantificabile: la carta e i coloranti delle banconote vanno prodotti, così come vanno estratte e lavorate le materie prime da cui si ottengono le monete (9,4 % sul totale); la massa monetaria va poi spostata e distribuita usando appositi mezzi di trasporto (46,9 %), e hanno un costo ambientale anche i prelevamenti fatti ai bancomat (38,5 %), così come anche i controlli dell’autenticità delle banconote che vengono svolti in alcuni punti vendita o negli istituti finanziari (5,2 %). «L’impatto ambientale – spiega Barbagli – delle carte dipende invece dal consumo di energia da parte dei terminali, quali i Pos, che restano accesi molte ore al giorno seppure in modalità standbay, mentre il maggior consumo di energia durante l’utilizzo di una carta si ha alla stampa dello scontrino, ma anche durante l’operazione di lettura della carta da parte del dispositivo». Raffrontando il costo ambientale il cashless è più sostenibile, riducendo l’impatto ambientale legato alla produzione, al trasporto e allo smaltimento del denaro fisico: in Italia una transazione cashless emette il 72,4% in meno di Co2 di una in contanti.
l'operazione
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di Leonardo Omezzolli
Venerdì sera i carabinieri hanno fatto irruzione nel locale. Secondo le testimonianze raccolte, l’esercizio, anche quando risultava chiuso, vedeva al suo interno la presenza di persone che facevano sospettare di vivere all’interno dell'esercizio