Turismo
martedì 20 Dicembre, 2022
di Tommaso Di Giannantonio
Niente più zone bianche o gialle. Niente più distinzione tra clienti con o senza green pass. E niente più obbligo delle mascherine. Non significa che non debbano essere prese cautele, soprattutto tra le persone anziane e quelle fragili. Ma per la prima volta dall’inizio della pandemia, le festività natalizie saranno senza restrizioni. E si preannunciano quasi da sold out.
Gli alberghi segnano presenze che fanno ricordare i tempi del pre-Covid: se sarà così, lo si vedrà dopo, a bocce ferme. Ma intanto «dal 26 dicembre al 7 gennaio — spiega Gianni Battaiola, alla guida dell’Associazione provinciale degli albergatori e delle imprese turistiche — le percentuali di prenotazione delle stanze sono buone: tendono quasi al sold out». A Campiglio, e nelle località limitrofe, «nelle strutture ricettive si registra quasi la piena occupazione: il 95 per cento delle stanze sono state già bloccate», conferma Tullio Serafini, presidente dell’Azienda per il turismo Madonna di Campiglio, Pinzolo e Val Rendena. Anche a Trento le proiezioni sono positive: «Registriamo un’alta percentuale di prenotazioni sia sulla città che sulla montagna», riferisce Franco Bertagnolli, presidente dell’Apt Trento-Monte Bondone. Su Booking.com (una delle piattaforme online di prenotazione più utilizzate), se una famiglia media volesse prenotare una stanza dal 29 dicembre al 2 gennaio, oggi troverebbe il 91 per cento delle strutture occupate (su 402). «A Natale — fa notare Battaiola — le presenze sono più basse perché cade di domenica, ma quest’anno finalmente gli stranieri stanno tornando: lo scorso anno non potevano arrivare per il Covid. Il clima — conclude — è positivo e le strutture si organizzano sempre di più per offrire pacchetti emozionali».
Lo stesso ottimismo si respira nelle sale dei ristoranti. «L’andamento delle prenotazioni è assolutamente buono — esordisce Marco Fontanari, presidente dell’Associazione provinciale dei ristoratori (Confcommercio) — Il nostro settore sta godendo di un buon momento come affluenza: la voglia di socialità è molto sentita. Siamo tornati ai numeri del 2019». Ad aiutare i ristoratori — che escono da due anni di forti limitazioni — anche il calo del costo delle bollette. «Se prendiamo come riferimento la convenzione tra Dolomiti energia e Confcommercio, considerato il totale della fattura dell’energia elettrica, il costo per chilowattora è passato da 0,85 euro di settembre a 0,35 di novembre. Restano comunque i maggiori costi, non solo per le forniture di gas e luce, ma anche per le materie prime: dietro all’inflazione si staglia una lunga catena di rincari, che parte dalla produzione e arriva al consumatore finale. E quindi i prezzi dei piatti saranno leggermente più alti. «I listini sono stati ritoccati mediamente del 5-10% — spiega Massimiliano Peterlana, presidente provinciale di Fiepet, l’associazione degli esercenti pubblici e turistici (Confesercenti) — Il menù di Natale va da un minimo di 50 euro ad un massimo di 80, mentre quello di San Silvestro da 100 a 180 euro». L’affluenza è buona, «ma l’attenzione alla spesa da parte dei clienti è evidente — sottolinea Peterlana — Al netto della festa tradizionale, le persone sono più attente al portafoglio». Un riguardo che hanno anche i ristoratori, che privilegiano i prodotti locali per contenere le spese. «Sicuramente il km0 ci fa risparmiare e ci permette di lavorare senza applicare troppi rincari. E come Confesercenti del Trentino abbiamo lanciato il messaggio di acquistare i prodotti locali nei negozi e nei ristoranti».
Che si tratta di un vero ritorno ai tempi pre-Covid, lo si vede anche dal programma di San Silvestro: a Trento, per esempio, tornerà il concerto in piazza Duomo nella notte di Capodanno.