Comano Terme

giovedì 5 Gennaio, 2023

Quattro anni di silenzio per il Rifugio Don Zio: «Senza le risorse della Sat è impossibile riaprire»

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La struttura a 1.600 metri è chiusa da quattro anni poiché non a norma. La Sat centrale assicura: «C’è l’intenzione di adeguare e riaprire il rifugio garantendo pernottamento e cucina»

E il Don Zio sul monte Casale? Dalla Sat centrale fanno sapere che l’intenzione di procedere con gli adeguamenti normativi per la capanna c’è. La struttura è ritenuta punto di riferimento in zona, che fa capo alla sezione Sat Toblino-Pietramurata, e dovrebbe ritornare aperta come rifugio. Non c’è ancora una data però, a quattro anni dalla sua chiusura.
La capanna del Don Zio si trova a circa 1600 metri di altitudine sul monte Casale, Comune di Comano Terme. È la struttura che si raggiunge salendo da entrambi i lati del monte, sia dalle Giudicarie sia dall’Alto Sarca. Dal versante occidentale, in particolare, si arriva facilmente percorrendo una strada forestale, a tratti asfaltata, che sale dalla frazione di Comano. Snodandosi nel bosco per qualche chilometro, permette di alzarsi in quota fino a un parcheggio. Da qui ci si ferma, con permesso o con ticket a pagamento, e ci si cammina per una ventina di minuti fino alle distese alla sommità del monte, punto panoramico sul lago di Garda, a picco su Toblino-Massenza. Una zona frequentata da escursionisti, anche in bicicletta, che vi trovano, specialmente in estate, la perfetta meta per attività all’aria aperta. Una meta dal potenziale turistico, all’interno di un ambito come quello della nuova Apt Garda Dolomiti che valorizza la riscoperta del benessere nella natura. Una meta a cui sono legate le comunità locali, a prescindere dalla stagione.
La capanna del Don Zio è il principale riferimento per escursionisti in zona. Quattro anni fa la struttura è stata chiusa poiché non a norma per accogliere il pubblico, disponibile solo ai soci. Oggi la Sat centrale ha interesse e intenzione di mettere a norma la struttura e riaprirla come rifugio in gestione, garantendo quindi pernottamento e cucina. Non si tratta di una ristrutturazione totale, ma di una serie di minimi interventi che rendano a norma l’edificio: dalla sicurezza antincendio alla potabilizzazione dell’acqua, fino all’approvvigionamento energetico e all’adeguamento dei servizi igienici. Per ora c’è l’intenzione, mancano ulteriori verifiche con i vigili del fuoco. Una volta concluso l’iter autorizzativo, si procederà con progetto definitivo, gara d’appalto e lavori. La spesa riguarda essenzialmente pannelli fotovoltaici, canna fumaria, impianto interno per rendere l’acqua potabile. Perché tanto tempo allora? Sembra che il percorso sia stato lineare fino ad ora, con la volontà di tutti, dalla stessa Sat, il cui sostegno non era scontato, al comune di Comano Terme, di agevolare l’apertura del rifugio. Anche il servizio Turismo della Provincia dovrebbe sostenere l’intervento, specialmente da un punto di vista economico, ritenendo la struttura come unico riferimento di rifugio in zona. Il Don Zio è di fatto considerato in una posizione disagiata, non raggiungibile da una strada pubblica e sprovvisto di acquedotto. Nel frattempo, in attesa di ulteriori sviluppi, si guarda con affetto a un luogo comunitario, espressione della sezione Sat di Pietramurata a cui rimarranno ovviamente diritti morali e materiali sulla struttura.