lunedì 21 Luglio, 2025
Trasferimento di JJ4, l’Enpa: «Il Trentino continua a scaricare su altri i problemi della sua non-gestione»
di Redazione
L'associazione attacca dopo lo spostamento in Germania dell'orsa che uccise Andrea Papi: «Dalla Provincia mai una vera assunzione di responsabilità»

A distanza di oltre due anni dalla tragedia di Andrea Papi, sabato è stato annunciato il trasferimento in Germania dell’orsa JJ4, responsabile della morte del 26enne di Caldes. La notizia dello spostamento del plantigrado, atteso in un parco situato nella Foresta Nera tedesca dopo aver trascorso mesi nel campo faunistico del Casteller a Trento, è stata commentata duramente dalle associazioni animaliste.
Dopo l’attacco della Lav, infatti, non si è fatto attendere quello dell’Enpa, in una nota firmata dalla presidente del comitato trentino Ivana Sandri: «Dopo circa 30 anni dall’ideazione e 25 dalla realizzazione del progetto “Life ursus” in Trentino non abbiamo un rifugio degno di questo nome e continuiamo a scaricare sulle spalle di altri i problemi che la anodina non-gestione politica della presenza degli orsi sta causando – si legge – Quella dell’orsa JJ4 è un’altra brutta tappa di una iniziativa che aveva proiettato il nostro territorio nell’empireo dei progetti di reintroduzione di maggior successo». Non manca, ovviamente, il riferimento alla tragedia di Caldes: «Circa un mese prima dell’evento terribile in cui un giovane ha perso la vita, Enpa del Trentino aveva pubblicamente chiesto che la Provincia provvedesse a interdire temporaneamente l’accesso alle zone in cui era nota la presenza di orse accompagnate da cuccioli e a informare capillarmente i cittadini dell’opportunità di recarsi in queste aree solo se professionisti adeguatamente preparati, oppure assumendosene consapevolmente i rischi – prosegue la nota – Da quanto più volte ribadito dalla famiglia Papi, nulla di tutto questo è mai stato fatto e proprio a queste carenze hanno addebitato la tragedia del proprio figlio. Carenze che fino ad ora non vedono alcuna risoluzione “vera” e che oggi hanno portato ad un ulteriore trasferimento di esemplari trentini in Paesi esteri in cui esistono parchi strutturati per poter ospitare esemplari di orsi ridotti per vari motivi in cattività».
Ad essere presa di mira quindi è la scarsa capacità di intervento che la Provincia avrebbe dimostrato nella gestione dei plantigradi: «Non c’ è mai stata una vera assunzione di responsabilità da parte della Provincia, che avrebbe significato mettere in campo fin da subito delle continue, puntuali e ripetute campagne di informazione ai cittadini, con una particolare attenzione alla formazione rivolta agli studenti di ogni ordine e grado – conclude il comunicato – Se fosse stata accolta nel 2014 la nostra proposta di effettuare dei corsi specifici in tutte le scuole, oggi in Trentino i giovani sarebbero perfettamente preparati alla corretta frequentazione e fruizione del territorio, nell’ottica della possibile e positiva convivenza fra uomo e grandi carnivori. Quanto ancora aspetterà l’amministrazione pubblica prima di mettere in campo le sette azioni utili e necessarie che l’Enpa ha proposto già da tempo? Quanto tempo aspetterà ancora la Provincia per rendere operativo l’utilizzo del bear spray, previo un corso per il suo corretto uso e previa la registrazione in un registro dedicato? A JJ4 auguriamo una condizione di vita migliore, cosa non difficile, al confronto dell’angusto e misero carcere del Casteller».
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